Il Sole 24 ore 20 febbraio 2008, Lino Terlizzi, 20 febbraio 2008
Credit Suisse, svalutazioni con giallo. Il Sole 24 ore 20 febbraio 2008. La marea delle svalutazioni sale ancora e coinvolge il Credit Suisse, in una nuova puntata a sorpresa
Credit Suisse, svalutazioni con giallo. Il Sole 24 ore 20 febbraio 2008. La marea delle svalutazioni sale ancora e coinvolge il Credit Suisse, in una nuova puntata a sorpresa. La seconda banca svizzera ha annunciato ulteriori rettifiche di valore per 2,85 miliardi di dollari (circa 1,9 miliardi di euro), a causa di «posizioni nella negoziazione di crediti strutturati nell’ambito dell’investment banking». Solo una settimana fa il gruppo aveva illustrato i conti 2007, su cui la crisi innescata dai subprime Usa aveva avuto un impatto abbastanza contenuto, con svalutazioni comprese tra i 2 e i 3 miliardi di franchi. Ora il nuovo annuncio, con un corollario di rilievo: la sospensione di alcuni trader, i cui errori di stima si sarebbero aggiunti alle peggiorate condizioni di mercato nel causare le nuove rettifiche. Queste ultime avranno un impatto di circa 1 miliardo di dollari (circa 680 milioni di euro) sui conti del gruppo nel primo trimestre 2008. Trimestre che comunque, secondo quanto si è affrettato a precisare l’istituto, rimarrà in nero. Un meccanismo già visto appunto nell’esercizio 2007, chiuso con un utile netto di 8,5 miliardi di franchi (5,2 miliardi di euro), nonostante le precedenti svalutazioni. Ma è un fatto che ora le rettifiche di valore complessive per il gruppo Credit Suisse salgano a circa 6 miliardi di franchi (circa 3,8 miliardi di euro). Una cifra che resta inferiore ai circa 20 miliardi di franchi (12,5 miliardi di euro) di svalutazioni della connazionale Ubs, ma che è pur sempre rilevante. La delusione degli operatori è cocente. Sia per la nuova puntata delle svalutazioni in sè, sia per l’incertezza sui meccanismi di controllo interno. Alla Borsa di Zurigo il titolo Credit Suisse è crollato in apertura, giungendo a perdere il 10% in mattinata. Nel pomeriggio vi è stato un parziale recupero, ma la chiusura a 53 franchi (-6,6%) ha lasciato il peso di una giornata nera. Appena l’altro giorno, la notizia di acquisti sul titolo da parte del fondo sovrano del Qatar aveva portato al rialzo l’azione. La legge svizzera prevede che sino al 3% la partecipazione possa non essere annunciata ed ora sulla piazza elvetica ci si interroga sui tempi dell’operazione: il fondo smetterà di comprare, preoccupato a causa delle nuove svalutazioni, oppure approfitterà delle quotazioni piu’ basse? Al di là di questo, resta lo stupore per il nuovo annuncio. Brady Dougan, americano, chief executive officer di Credit Suisse, ha cercato di rassicurare analisti ed operatori in una conferenza telefonica. Al momento della presentazione del bilancio 2007, ha spiegato, i problemi non erano ancora venuti a galla. I clienti non sono comunque toccati. I trader sono stati sospesi perché l’indagine interna continua, ha detto Dougan, ma per ora non ci sono prove di malversazioni, si parla di errori. La verifica coinvolge anche il bilancio appena chiuso, «ma per ora nulla indica che conti 2007 debbano essere rivisti», ha affermato ancora il Ceo del gruppo, pur ammettendo che nessuno può dire esattamente quando verrà messa la parola fine alle rettifiche. Le svalutazioni non mettono in discussione il programma di riacquisto di azioni proprie, sino ad un massimo di 8 miliardi di franchi. L’annuncio delle nuove rettifiche coincide inoltre con il collocamento di un prestito da parte di Credit Suisse, per 2 miliardi di franchi. La decorrenza è 2018, la cedola è del 5,75%. La Commissione federale delle banche (Cfb), l’organismo elvetico di vigilanza, ha dichiarato che la situazione dei mezzi propri del Credit Suisse resta «molto buona», anche dopo le ultime notizie. Per gran parte degli analisti, le rassicurazioni del vertice Credit Suisse e della Cfb vanno registrate ma lasciano aperte alcune domande. Soprattutto in relazione ai due fattori che sono alla base di queste ultime svalutazioni: il cattivo andamento del mercato (i titoli coinvolti sono commercial paper legati al settore immobiliare, titoli legati ai prestiti ipotecari e Cdo, cioè collateralized debt obbligations); le sovrastime effettuate dai trader. Come si è potuto non prevedere il quadro del mercato? E ancora: come sono stati possibili questi errori di stima? I riflettori su tutto questo restano accesi. Intanto, sul versante della Ubs, la maggiore banca elvetica, c’è da registrare la presa di posizione della Fondazione Ethos, che rappresenta alcune casse pensioni e piccoli azionisti. Ethos manterrà la sua richiesta di verifica speciale sui conti di Ubs, posta all’ordine del giorno dell’assemblea straordinaria della banca, che si svolgerà a Basilea il 27 febbraio. Le risposte fornite dall’istituto, afferma la fondazione ginevrina, non permettono ancora di capire se il sistema di gestione ed i meccanismi di controllo dei rischi nella vicenda dei subprime Usa abbiano funzionato oppure no. Le divergenze con il vertice restano, se ne riparla in assemblea. Lino Terlizzi