Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Roghi, blocchi, diossina, rifiuti, Campania, Napoli...
• Cioè? Cioè?
Ecoballe, commissario di governo, inceneritori, energia... Non sente un misto di noia e disgusto salirle per la gola? Non s’accorge che con tutta la buona volontà siamo sempre lì a parlare delle stesse cose? Come mai ha ancora voglia di farmi domande? E, soprattutto, come mai io sono ancora qui a tentare di darle delle risposte?
• Ho come l’impressione che lei sia nervoso. Stiamo parlando dei rifiuti, vero? Cioè, di questi italiani della Campania che non vogliono la discarica a casa loro e impediscono lo smaltimento...
Il bello è che non hanno neanche tutti i torti. Si tratta di un quartiere di Napoli, anzi del più grande quartiere di Napoli, con 58 mila abitanti. Si chiama Pianura. Qui c’era una volta una discarica a cielo aperto in località Contrada Pisani. Era la più grande discarica di tutta la Campania. Il 5 gennaio del 1996 la chiudono. I politici vanno a far discorsi e appena un paio d’anni fa promettono che, là dove stava la discarica, sorgerà un campo da golf. L’immaginazione dei cittadini è colpita, per non dire soggiogata: ci si figura l’apparizione di un vasto prato, aria azzurra, uccelletti, in un luogo che ha uno dei più bei climi della Terra. Invece degli angeli incaricati di portare la chiave per entrare in Paradiso, si presentano l’altro giorno un gruppetto di funzionari e annunciano che il campo da golf è passato in cavalleria e che bisogna riaprire la discarica. Beh, lo ammetta: è difficile prendere una notizia simile col sorriso sulle labbra.
• Sì, però c’è anche il problema che se nessuno vuole la discarica, i rifiuti restano lì dove sono per l’eternità. Anzi, peggio. Perché ogni giorno ne arriveranno di nuovi, no?
Certo. Napoli da sola produce intorno alle 1700 tonnellate di spazzatura al giorno. In tutta la Campania ce ne sono in questo momento centomila tonnellate. La gente li brucia, si produce diossina, i vigili corrono di qua e di là. Duecento interventi nelle ultime 48 ore. Napoli, infatti, non ha a questo punto nessun sistema di smaltiment non ci sono discariche, non ci sono termovalorizzatori, non c’è niente. Alla mezzanotte del 31 dicembre ha chiuso il sito di stoccaggio di Taverna del Re a Giugliano. E il 2 gennaio - l’altro ieri - ha cessato l’attività quello di Caivano. Queste due chiusure erano state programmate e si doveva dunque trovare per tempo una soluzione alternativa. La spazzatura ha così cominciato ad accumularsi e la gente, come al solito, è scesa in strada per impedire che fosse portata a casa loro. Lei ha ragione nel dire che le manifestazioni di protesta provocate dal cosiddetto effetto nimby («not in my backyard», «non nel mio cortile») dovrebbero essere represse, se è il caso, addirittura con la forza. Ma forse non ci sarebbe bisogno di ricorrere alla forza se esistesse una politica e si vedessero atti coerenti con quella politica. Nel resto d’Italia il problema è stato risolto. Perché in Campania no?
• Sarà colpa di Bassolino, sarà colpa della Jervolino, che governano quei territori.
Non è mica detto. I rifiuti sono affidati a un commissario di governo. Il sindaco e il governatore regionale a tutte le contestazioni rispondon «Noi non c’entriamo niente, pigliatevela con il governo». Stiamo parlando di un governatore – Bassolino – che è stato eletto con più del 60 per cento dei voti, e di un sindaco – la Rosa Russo – che ne ha avuti il 57%. I due, anche se si proclamano innocenti, hanno preferito non farsi vedere in città la notte di Capodanno per evitare disordini.
• E la colpa è veramente del governo?
Certamente il governo non è innocente. Lo scorso 11 maggio venne varato un decreto – approvato da tutti i ministri e controfirmato da Napolitano – in cui si stabiliva la realizzazione di quattro discariche, a Serre Persano, a Terzigno, a Savignano Irpino e a Sant’Arcangelo Trimonte. Rivoluzione immediata e il ministro dell’Ambiente che dà ragione agli insorti. Passano i giorni, e Prodi – tanto bravo a resistere in altre occasioni – si rimangia tutto ed emette un’ordinanza che annulla il decreto. Sette mesi dopo ci ritroviamo in questa situazione, e l’Unione europea minaccia di aprire una procedura d’infrazione gigantesca.
• A questo punto che si può fare?
Direi che la discarica di Pianura va aperta per forza, perché nessun territorio può reggere una produzione di duemila tonnellate di spazzatura al giorno (Napoli e dintorni). Non sono ben messe neanche le altre province della Regione, a parte Benevento. paradossale. Anche se la gente ha ragione di protestare, bisogna in questa emergenza tirar dritti e farle ingoiare quello che non vuole. Un minuto dopo, però, che si affronti il problema alla radice, come ha fatto il resto del mondo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 3/1/2008]
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