Il Messaggero 03/01/2008, pag.7 CHIARA GRAZIANI, 3 gennaio 2008
Troppe ecoballe, gli impianti chiudono. Il Messaggero 3 Gennaio 2008. NAPOLI - Come i dieci piccoli indiani, gli impianti cdr che compattano i rifiuti campani muoiono uno dopo l’altro, portando la regione ad ogni istante più vicina al punto di non ritorno di una vergognosa odissea nell’immondizia
Troppe ecoballe, gli impianti chiudono. Il Messaggero 3 Gennaio 2008. NAPOLI - Come i dieci piccoli indiani, gli impianti cdr che compattano i rifiuti campani muoiono uno dopo l’altro, portando la regione ad ogni istante più vicina al punto di non ritorno di una vergognosa odissea nell’immondizia. Dovevano essere messi a riposo solo una volta trovata una discarica alternativa che permettesse di spengerli e rimetterli a nuovo: e proprio per guadagnare il tempo necessario il commissario di governo uscente Pansa aveva previsto la riapertura, ed il sacrificio, della discarica di fatto di Taverna del re, a costo di sfidare le comoprensibili rivolte delle gente, esasperata ed anche un po’ tradita. Ma occorreva svuotare gli impianti campani per evitare che soffocassero. E questo era stato fatto, in cinque giorni di sversamento sotto scorta della polizia in assetto antisommossa, con la gente umiliata ed in lacrime. Tutto inutile, a giudicare dagli affetti. I Cdr si spengono uno dietro l’altro, e 48 ore prima del previsto. Come non fossero stati svuotati. Motivazione ufficiale, troppe balle di immondizia dentro gli impianti. Così ieri mattina all’alba dava forfait il cdr di Battipaglia, Salerno, sulla carta uno dei più agibili. stato il primo a segnare il passo, invece: non ha riaperto per il turno dell’alba e, curiosamente, i camion con l’immondizia notturna non si sono neppure presentati ai cancelli. Ieri sera alle 18 si raschiava il barile a Caivano, il gigante della filiera che serve Napoli con quattro linee di produzione, tarato per masticare 1700 tonnellate al giorno ma tirato allo stremo degli uomini e delle macchine anche fino alle 2600 quotidiane: alla fine del turno si piazzavano balle (un tempo dette eco) negli ultimissimi spazi liberi, su teloni di plastica stesi in fretta e furia a fianco delle piazzole regolamentari. La giostra era lì lì per fermarsi. Quella di Giugliano, l’altro Cdr che serve Napoli, era già ferma dalle due del pomeriggio. Come se Taverna del re non avesse mai riaperto: le balle intasano gli impianti e li strangolano. Un blocco che costerà a Napoli, da stamane, 2mila tonnellate di rifiuti in strada, pronte a schizzare a 3mila in altre 24 ore. Molto critico e preoccupato il presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano: «I Cdr di Giugliano e Caivano dovevano essere svuotati grazie alla riapertura di taverna del Re e questo avrebbe garantito, secondo il piano del commissario, la loro autonomia per il tempo necessario ad aprire le discariche. Se non è andata così, non posso che notare che il blocco degli impianti aggrava ulteriormente una situazione già pesantissima. E così non doveva essere». Ma i Cdr traboccano sul serio, assicura chi li pratica. «Fino a quando non si portano via le balle dagli impianti - spiegano i sindacati dei cdr - è impossibile che l’attività riprenda. A meno qualcuno non su prenda la responsabilità di sversare dove non si potrebbe. Non si scappa: gli impianti, se non salta fuori qualche nuovo sito, si fermeranno tutti in poche ore». CHIARA GRAZIANI