La Stampa 3/01/2008, MAURIZIO MOLINARI, 3 gennaio 2008
”Vincerò grazie alle baby-sitter”. La Stampa 3 Gennaio 2008. DES MOINES (IOWA). Schieratevi con me per una sola notte e io sarò il vostro presidente per ogni giorno del mio mandato»
”Vincerò grazie alle baby-sitter”. La Stampa 3 Gennaio 2008. DES MOINES (IOWA). Schieratevi con me per una sola notte e io sarò il vostro presidente per ogni giorno del mio mandato». Hillary Clinton invade i teleschermi dell’Iowa all’ora di cena con uno spot di due minuti a reti locali unificate in cui chiede ai democratici di votare per lei nei caucus delle primarie che si celebrano a partire dalle 7.30 di questa sera, quando in Italia saranno le 2.30 di notte. L’appello di Hillary, in una scenografia da Studio Ovale, arriva al termine di una giornata iniziata nel piccolo centro agricolo di Indianola, nel sud dell’Iowa, e continuata a Cedar Rapids, nel nord-est industriale, dove centinaia di fan l’hanno accolta ritmando il suo nome nel Kirkwood Community Center di una contea nella morsa di un freddo che ha toccato i -20 gradi. «Mettetevi il cappotto, chiamate i vostri vicina di casa e andate a votare per cambiare l’America» ha detto Hillary irridendo la minaccia del gelo, per poi abbracciare la figlia Chelsea sotto una imponente bandiera americana. Il verbo «cambiare» è un timbro della campagna dell’acerrimo rivale Barack Obama ma Hillary non è disposta a cederglielo. «C’è chi parla di cambiare solo per dire qualcosa di interessante e chi invece come me da 35 anni lavora duro per cambiare davvero l’America», dice la candidata, facendo pesare non solo gli anni passati alla Casa Bianca a fianco del marito Bill ma anche l’esperienza di avvocato, senatore e di First Lady dell’Arkansas. «All’America serve un presidente capace di governare dal primo giorno, e io sono in grado di farlo» aggiunge giocando la carta dell’esperienza a scapito di un Obama che può vantare solo due anni nel Senato di Washington. L’offensiva anti-Obama è su più fronti: a Des Moines, capitale dell’Iowa, i volontari di Hillary hanno aperto tre centri per baby-sitter collettivi. Ospiteranno i figli piccoli delle coppie che sceglieranno di andare a votare questa sera. E le baby-sitter arrivano dalle famiglie pro-Hillary, si tratta di adolescenti come Molly McGuire, 14 anni, che ha scelto di dare il suo contributo all’ex First Lady pur non potendo ancora andare a votare. I tre centri per il baby-sitting democratico servono a Hillary per corteggiare l’elettorato delle giovane coppie sposate al fine di arginare il successo di Obama fra gli elettori chiamati per la prima volta ai caucus. E Obama risponde assaltando a sua volta una roccaforte di Hillary: gli elettori più anziani. Per spingerli a votare per lui, Obama ha fatto arrivare dalla vicina Chicago cinquecento liceali - trasportati da autobus delle scuole - che nelle prossime 24 ore setacceranno lo Stato per far votare gli anziani che hanno difficoltà a uscire di casa. Obama punta tutto sull’entusiasmo del più giovani e parlando a Davenport lo ha rilanciato con accenti kennedyani: «Non vinceremo solo i caucus ma anche le primarie, non solo le primarie ma anche le elezioni, per cambiare non solo questa nazione ma il mondo intero». Le emozioni che il senatore dell’Illinois riesce a provocare sono il vero nemico di Hillary e per frenarle si muove Mark Penn, stratega elettorale clintoniano, attaccando frontalmente il quotidiano locale «Des Moines Register» per i sondaggi pro-Obama pubblicati il giorno prima: «Tutto falso, sono stati contati male i voti degli indipendenti, siamo avanti noi». Penn tenta di spezzare il ritmo alla campagna avversaria ma in realtà il testa a testa è serrato. Basta percorrere le strade dei sobborghi di Des Moines per vedere un proliferare di cartelli di Obama, Hillary ed anche John Edwards, che gode del sostegno dei sindacati e ha visitato più di ogni altro i piccoli centri dell’Iowa sin dal 2005. Questa sera, mezz’ora dopo i democratici, si aprono anche i caucus dei repubblicani e la vigilia ha visto ancora protagonista il pastore battista Mike Huckabee, sbarcato all’Elk Lodge di Cedar Rapids per imbracciare la chitarra, trascinando i fan a cantare il popolare motivo «Blue Suede Shoes». Finito lo show Huckabee ha incitato i presenti a «dirottare i bus delle Chiese» per portare i fedeli al voto e quindi è decollato alla volta di Los Angeles per partecipare allo show serale di Jay Leno, uno dei più seguiti negli Usa. Il rivale Mitt Romney appare incapace di arginare il funambolico paladino degli evangelici anche se alle spalle di entrambi si sta facendo largo John McCain, il senatore dell’Arizona che ha dalla sua «competenza e rispettabilità» come commentano due ventenni elettori di Obama giunti da Chicago fino a Cedar Rapids per vedere da vicino Hillary, scoprendo di «capire perché piace tanto ai nostri genitori, che in casa ci parlano sempre con nostalgia degli anni di Clinton». Mentre i fan del senatore di New York defluiscono a salire sul palco per concludere l’evento elettorale è una coppia di attempati musicisti locali, che sceglie la tarantella napoletana per portarle fortuna. MAURIZIO MOLINARI