Rossella Burattino, Vanity Fair 3/1/2008, pagina 30., 3 gennaio 2008
Vanity Fair, 3 gennaio 2008 State giocando a Trivial Pursuit. Vi capita la categoria "storia": «Quante volte Silvio Berlusconi è stato interrogato dal pm Antonio Di Pietro?»
Vanity Fair, 3 gennaio 2008 State giocando a Trivial Pursuit. Vi capita la categoria "storia": «Quante volte Silvio Berlusconi è stato interrogato dal pm Antonio Di Pietro?». Pensateci... Tempo scaduto, la soluzione è: «Nessuna». In molti avrebbero risposto correttamente. In pochi sanno che questo quiz è stato motivo di discussione a Montecitorio. «Nel 1999 è stata fatta un’interrogazione parlamentare da un deputato di Forza Italia che non aveva gradito la mia domanda», racconta Filippo Maraffi, 52 anni, veterinario, consigliere della Zona 1 di Milano, musicista jazz, e da 15 anni autore italiano del gioco in scatola più venduto al mondo (che per le feste esce nella nuova versione De Luxe). «Il politico dichiarò che gli avevo rovinato il Natale. Io penso che volesse solo farsi notare dal capo. Fortunatamente finì in nulla». Disavventure a parte, qual è il segreto per formulare quesiti non banali? «Divertirsi. Tra i miei preferiti: "Che cos’ha la Gioconda nella mano sinistra? La mano destra". Oppure: "Qual è la malattia infettiva più diffusa al mondo? La carie dentaria". In tutte le edizion, poi, ci sono interrogativi sui miei miti: Rolling Stones e Sigourney Weaver». Quanti ne ha ideati finora? «Circa 130 mila. Ma non ho mai ricevuto una querela. Ne ho sbagliati una trentina, sono raccolti sul sito www.paolofederici.it. Una volta, però, una maestra che usava il Trivial per fare lezione inviò decine di lettere alla Hasbro per contraddire una risposta che asseriva che il merluzzo e il nasello sono la stessa cosa: abbiamo chiamato come arbitro la rivista Cucina italiana, che diede ragione a me». Ci sono argomenti tabù? «Ci sono regole generali, come quella di evitare gli eventi drammatici. Per esempoi, sarebbe improponibile chiedere: "Quanti italiani sono morti a causa dello tsunami?". Per il resto, in ogni carta ci devono essere tre tipi di quesiti: tre facili, uno difficile e due che ti fanno gridare: "Cavolo, la sapevo!"». Ma lei ci gioca a Trivial? «Mai, non è corretto. Mi capita però di ricevere sms da persone che vogliono sapere le risposte durante le sfide serali all’ultima domanda. E un aiutino non si nega a nessuno» Rossella Burattino