Libero 03/01/2008, pag.40 FRANCESCA TRAVAGLINI, 3 gennaio 2008
Baldini, quei 240 milioni persi per una narice. Libero 3 gennaio 2008. Molto disponibile e simpatico come al solito
Baldini, quei 240 milioni persi per una narice. Libero 3 gennaio 2008. Molto disponibile e simpatico come al solito. in questo modo che Marco Baldini, noto personaggio dello spettacolo e da tempo affiatato partner di Fiorello, ci racconta in esclusiva della sua precoce passione per il gioco. «Avevo 12 anni quando un amico mi portò con sé in un’agenzia di scommesse. Puntai 100 lire su un cavallo che pagava 6. Ricordo ancora l’emozione della corsa ed ovviamente, come vuole il dio del gioco o la fortuna del principiante, vinsi. Così, gradatamente, mi appassionai continuando a scommettere, anche negli anni a seguire. Non ricordo di aver ringraziato quella sorta di Virgilio che mi spalancò le porte del mondo del gioco, quanto a me, si sa, a quell’età si è molto plasmabili». Sorride al ricordo e ci spiega che le sue peripezie, iniziate quel giorno, sono state da lui raccolte in un libro, uscito di recente: "Il giocatore", da cui è stato tratto un film, in uscita nelle sale il 20 febbraio prossimo. «Ho raccontato le più grandi vincite e soddisfazioni nel veder vincere un cavallo negli ippodromi che negli anni ho frequentato assiduamente, in particolare quello di Milano, ma anche le più grandi sconfitte e relative perdite, con i guai che ne sono scaturiti, come il periodo nero da me vissuto tra il ’91 e il ’99. Aneddoti di anni passati a scommettere, seguendo la grande passione per il gioco, ed in particolar modo per il mondo del galoppo, anche se il mio cavallo preferito, oggi in pensione, è stato un trottatore. Si chiama Dumrek, è il cavallo di un caro amico, Mazzarini, noto driver romano. Niente casinò invece, il vizio della roulette non mi ha mai catturato. Dietro a quel gioco, secondo le mie elucubrazioni c’è il diavolo. Non a caso se si prova a sommare le cifre dei numeri della roulette, da 1 a 36, la somma che ne deriva è 666, simbolo del caprone e delle sette sataniche». Ma nel poker se la cava davvero bene, anzi è un asso. Proprio in questi giorni gli appassionati di quello sportivo lo hanno visto su Sky giocare e vincere con altri personaggi noti al grande pubblico: «Il poker sportivo mi piace molto, ma anche lì solo il 30% è tecnica, il resto fortuna. E la dea bendata, una volta, nel ’96, a casa di amici, mi ha baciato, facendomi vincere alla grande». La più grande perdita in denaro Baldini l’ha subita puntando forte su un cavallo: «Giocai 40 milioni di vecchie lire su un cavallo, quotato a 6, che non poteva perdere. Lo giocai quindi solo vincente, ma si piazzò al secondo posto, sconfitto di una narice. Avrei vinto 240 milioni. Insomma ad un centimetro dal sogno, si spalancarono le porte dell’inferno e rimase gabbato». Ma i problemi legati alla parte "nera" del gioco, Marco se li è lasciati alle spalle. Infatti, pur non entrando nel dettaglio, si definisce ormai fuori dal tunnel: «Ormai non gioco più, quello che ho scritto nel mio libro si riferisce agli anni scorsi. Ora, con mia moglie Stefania, sono più sereno e ne sto tranquillamente lontano». Resta però un grande tecnico ed appassionato ammiratore del galoppo e non disdegnerebbe una corsa come gentleman driver, esperienza che però non ha mai fatto. «Dovrei però chiedere la dispensa papale a mia moglie. Lei, come anche Fiorello, è completamente avulsa a questo mondo fatto di emozioni ed adrenalina, ma che deve essere gestito con intelligenza e misura, senza lasciarsi coinvolgere troppo. Fiore non ne ha bisogno, anche perché lui gioca continuamente, da quando si sveglia fin quando va a dormire. Ma lo fa con il suo lavoro, che è un continuo divertimento sia per gli ascoltatori sia per noi. Con lui stiamo pensando alla tv, ma per ora nulla è stato deciso». Nel futuro di Baldini di sicuro c’è la radio, che è sempre stata la sua più grande passione. Se volete incontrarlo lo troverete, spesso e volentieri, a Roma, nel ristorante che ha aperto da un mese: "Sottarponte". 70 posti a sedere, pranzo e cena, sotto, appunto, il Ponte Duca D’Aosta. Scelta curiosa e singolare. Quando un giocatore perde delle cifre uno dei modi tipici di dire è infatti: «e mò me butto sottarponte!». FRANCESCA TRAVAGLINI