La Stampa 03/01/2008, pag.41 DAVID GRITTEN, 3 gennaio 2008
”Ho girato Lussuria, un inferno”. La Stampa 3 Gennaio 2008. New York. I film di Ang Lee sono uno schiaffo in faccia a chi pensa che le opere letterarie, per essere trasferite sullo schermo, debbano essere ridotte e semplificate
”Ho girato Lussuria, un inferno”. La Stampa 3 Gennaio 2008. New York. I film di Ang Lee sono uno schiaffo in faccia a chi pensa che le opere letterarie, per essere trasferite sullo schermo, debbano essere ridotte e semplificate. Il metodo di Lee è esattamente l’opposto: può prendere un lavoro scarno e dilatarlo aggiungendo al testo i suoi pensieri, per creare un film di qualità epica. Il regista taiwanese, vissuto a New York negli ultimi trenta dei suoi 53 anni, era ricorso a questo espediente con un effetto straordinario già un paio d’anni fa, nel western gay I segreti di Brokeback Mountain, tratto dal romanzo breve di Annie Proulx. Ora l’ha ripetuto, con Lussuria, un film tratto da un racconto di Eileen Chang, una delle scrittrici cinesi più popolari. E’ un incantevole thriller di spionaggio, ambientato a Shanghai nel 1942, durante l’occupazione giapponese della Cina. Protagonista è Wong Chia Chi, una giovane attrice che recita in una troupe teatrale patriottica che si oppone agli invasori. I suoi compagni progettano l’assassinio di un uomo d’affari locale, Mr Yee, che collabora con i giapponesi. L’attrice deve guadagnarsi la fiducia dell’uomo diventandone l’amante. Ci riesce, ma con sua sorpresa si ritrova emotivamente sopraffatta dall’intensità del suo far l’amore e la sua lealtà vacilla. L’esordiente Tang Wei interpreta Wong, mentre l’affabilissimo Tony Leung - noto per In the Mood for love - è Mr Yee. «Il racconto di Chang copre appena 28 pagine - mi ha detto Lee quando ci siamo incontrati al Festival di Venezia -, ma vi ho trovato alcuni elementi bui e oscuri. C’è dentro qualcosa pieno di significato. E’ quello che ho preso dal libro per adattarlo al cinema. Dovevo uscire dal racconto, ma restare fedele a quanto Chang aveva scritto». Un elemento che ha forte risalto nel film di Lee, ma è solo accennato da Chang, è la sessualità nella relazione tra Wong e Yee. Lee la descrive in modo esplicito ma non salace. Girare le scene di sesso è stato, dice, «incredibilmente doloroso». «Abbiamo passato 11-12 giorni a girare, ed era molto intimo - ricorda -. Eravamo in quattro sul set (lui, i due attori e l’operatore). Nessun altro. Le scene erano così emotive che girarle era sfibrante. Dopo due riprese, ero esausto». Eppure, come dice Lee, queste scene sono cruciali. «Lei deve comportarsi in modo tale da guadagnarsi la fiducia di Yee. Lui è come un inquisitore. E attraverso questa sincerità, che per un’attrice equivale all’interpretazione estrema, queste due persone raggiungono qualcosa che devono negare: l’amore. Questo è un punto essenziale. Difficilmente ho visto scene di sesso che devono avere quella funzione, e sono tanto cruciali per il film. Mi sono detto: se questo film non è abbastanza buono, non utilizzerò quelle scene. Così sono contento che tutto sia andato bene». In Cina Lussuria è stato visto in forma purgata - solamente a Hong Kong le scene di sesso non sono state tagliate. In entrambe le versioni è rimasto in cima alle classifiche locali per sei settimane. In America il film ha ricevuto il codice NC-17, riservato ai film con scene di sesso esplicito. Poco distribuito, ha incassato meno di cinque milioni di dollari. I segreti di Brokeback Mountain ne aveva incassati ottanta. I due film sembrano assai diversi tra loro, ma Lee vede delle somiglianze. «Entrambi si basano su romanzi brevi, scritti da donne forti. Entrambi raccontano un amore romantico impossibile, il dovere contro la libera volontà. Tendono a essere epici. E, in entrambi, ha un ruolo la repressione». Questo è un tema con cui Lee si identifica personalmente. Lui, che sembra così controllato, equilibrato, quasi sereno, in passato ha parlato di una rabbia che gli ribolle interiormente ed è venuta a galla più di una volta quando era alle prese con un film hollywoodiano dal budget enorme, The Hulk. Lui era Hulk. La maggior parte dei suoi colleghi si meraviglia della sua calma in tempi di crisi, ma qualcuno l’ha visto perdere le staffe in modo spettacolare. E’ accaduto durante la lavorazione di Lussuria. «Qualche volta il film mi faceva esplodere - ammette con una smorfia timida -. Capitava che tutto andasse storto. A volte ti devi arrabbiare per ottenere che le cose vengano fatte. In quelle occasioni sento che divento come mio padre. Mi arrabbio, ma non sono capace di esprimere la rabbia. Sono un represso. E faccio film sulla repressione». Lussuria verrà ricordato come il debutto della luminosa Wang Tei. E’ stata scelta tra diecimila giovani attrici. Lee dice che il suo aspetto datato si adattava perfettamente alla parte. «Mi ricordava la generazione dei miei genitori, alcuni dei miei insegnanti. Ha un aspetto classico, una bocca piccina. Non avrebbe potuto essere scelta in Cina, nessuno le prestava attenzione. Ma la prima volta che l’ho vista ho pensato: questa è una storia che potrebbe capitare a lei. Avrei potuto facilmente prendere l’unica vera grande star della sua età, la mia amica Zhang Ziyi (che ha recitato in La Tigre e il Dragone), ma non pensavo che una storia simile potesse capitarle». Wang Teil è un’ingenua, perfetta per recitare la casta Wong. E’ difficile vedere che cosa spinga Lee a queste storie di amori impossibili: dopo tutto, lui e sua moglie Jane Lin sono felicemente sposati da 25 anni e hanno due figli. «Andiamo molto d’accordo - dice con un largo sorriso - ma adesso che ho passato la mia crisi della mezza età so che cosa ho perso nella vita. E’ per questo che nei miei due ultimi film ho inseguito l’amore romantico». DAVID GRITTEN