Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  gennaio 03 Giovedì calendario

LE ELEZIONI

Libero 3 gennaio 2008.
IL PAESE
Ex colonia britannica, indipendente dal 1963, la Repubblica del Kenya (con capitale Nairobi) conosce il multipartitismo solo dal 1991.

IL VOTO
Quattordici milioni di elettori sono andati alle urne il 27 dicembre 2007 per eleggere il nuovo presidente, 210 deputati e 2.484 rappresentanti delle amministrazioni locali.

KIBAKI
Nato il 15 novembre 1931, economista, vicepresidente dal 1978 al 1988, nel 2005 vince le elezioni presidenziali, succedendo al padre della patria Jomo Kenyatta e a 24 anni di dittatura del presidente Daniel Arap Moi, e avvia una serie di riforme economiche.

ODINGA
Nato il 7 gennaio 1945, di etnia Luo, figlio dell’ex vicepremier Jaramogi Oginga Odinga, è stato membro del Parlamento dal 1992, divenendo in seguito ministro dell’Energia e dei Lavori Pubblici. il leader del partito Odm, Orange Democratic Movement.

LO SPOGLIO
Monitorato da 21 saggi della Commissione elettorale, è andato molto a rilento. Con il 60% delle schede scrutinate, lo sfidante Odinga sembrava avviato verso il successo, con circa 200mila voti in più del presidente uscente Kibaki.

LE PROTESTE
Iniziano il 28 dicembre a urne chiuse. Il partito del presidente rifiuta di accettare la sconfitta. In piazza si scatena la violenza. Il governo oscura radio e tv. Il 30 Kibaki viene proclamato vincitore con circa 230mila voti di scarto. L’opposizione non ci sta, grida ai brogli e i morti si moltiplicano.