Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
In Iowa hanno vinto Obama per i democratici e Huckabee per i repubblicani...
• E Hillary Clinton?
Appena terza, pensi un po’. Una vera delusione. E in campo repubblicano, Rudolph Giuliani, il favorito della corsa, è arrivato sesto su sette. Due candidati si sono già ritirati: i senatori democratici Joe Biden e Chris Dodd. Biden ha preso 23 voti, Dodd solo tre.
• Come è possibile prendere così pochi voti?
Non sono elezioni normali, non sono neanche vere e proprie primarie. Sono caucus, una parola di origine indiana che significa “incontro fra capi tribù”. Cioè, in questi caucus si incontrano solo gli attivisti del partito, i quali scelgono i delegati da mandare a una convenzione che a sua volta sceglierà degli altri delegati che finalmente andranno a votare per il candidato finale in agosto (i democratici) o in settembre (i repubblicani). Una lunga trafila, però divertente da vedere: gli attivisti democratici si riuniscono in una sala abbastanza grande, dove sono state disegnate per terra della aree appartenenti a ciascun candidato e un’area riservata agli incerti. Ciascun delegato va ad occupare l’area del candidato che preferisce e tutti quanti gridano a quelli che stanno nell’area degli incerti per convincerli a venir con loro. Hanno mezz’ora di tempo. Alla fine si fa la conta. I repubblicani, che in Iowa fanno un caucus come i democratici, poi votano invece a scrutinio segreto.
• Che sistema! E Hillary a questo punto è fuori?
Le interessa la Clinton, eh? Non mi sorprende, con Giuliani è il candidato più celebre. Ma no, non è affatto fuori. Degli ultimi quattro presidenti eletti, tre persero in Iowa, cioè Reagan, Clinton e Bush. Clinton poi, nel 1992, perse cinque primarie consecutive e cominciò a vincere solo dalla sesta, riuscendo a farsi candidare dai democratici ed entrando infine alla Casa Bianca. poi bisogna ancora andare a giocarsela in tutti gli Stati d’America ed è una corsa a tappe molto più lunga del Giro o del Tour. Lei sa come funziona no? Ciascuno stato elegge i suoi delegati alla convention. I candidati tentano di far eleggere i loro sostenitori. E in questo modo alla convention vengono poi consacrati. Naturalmente uscire vincitori dalla convention serve solo a candidarsi alla Casa Bianca. La vera partita è quella. L’appuntamento è per il 4 novembre, il primo martedì dopo il primo lunedì del mese.
• Mi parli di questo Obama che ha battuto Hillary.
Ha 46 anni e hanno votato per lui una gran quantità di giovani e donne. Diciamo l’elettorato più moderno. Oltre tutto l’affluenza alle urne è stata doppia rispetto a quella di quattro anni fa. Obama – che di nome di battesimo fa Barack – subito dopo l’annuncio della vittoria ha fatto un discorso vibrante: «Questo è un giorno che ricorderemo fra molti anni, questo è un giorno in cui abbiamo abbattuto le barriere della politica, abbiamo vinto sulla politica della paura e del cinismo». Aveva accanto a sé la moglie Michelle – un gran personaggio – e le due figlie, Malia Ann e Natasha. Lei saprà che è un nero e il solo fatto che possa correre per la candidatura alla Presidenza è enorme. Abbiamo di lui, naturalmente, una biografia agiografica, dove si racconta di un’infanzia senza padre (era tornato in Kenya, abbandonando sua madre Ann) e di una vita vissuta tutta dalla parte dei poveri, a fare l’avvocato che combatte contro le discriminazioni. Laurea a Harvard, senatore dell’Illinois e adesso, forse, la Casa Bianca. Una gran carriera.
• E il vincitore dei repubblicani?
Huckabee? un pastore battista, che è nato a Hope, come Bill Clinton, ed stato governatore dell’Arkansas, ancora come Bill Clinton. Conservatore come pochi. Ha messo nel suo programma elettorale anche la corretta alimentazione, un argomento su cui ha scritto un libro dopo aver perso 50 chili. Negli Stati Uniti si dice beffardamente che è tutto ciò che Giuliani non è: affabile, del sud, religioso e conservatore. Prima di dare per spacciato Giuliani, però, ci penserei due volte: in Iowa non ha praticamente corso e non correrà, di fatto, nemmeno in New Hampshire, dove si vota l’8. Considera questi delegati persi in partenza e ha deciso di concentrarsi sugli Stati grandi, come la Florida. In campo repubblicano la battaglia è equilibrata come in campo democratic tra Huckabee e Giuliani ha qualche chance anche Fred Thompson, ex senatore del Tennessee, conservatore, molto popolare perché ha fatto l’attore, ed è stato una star, tra l’altro, della serie Law and order. Non sarebbe la prima stella del cinema che entra alla Casa Bianca. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 4/1/2008]
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