La Repubblica 04/01/2008, pag.5 LUCA IEZZI, 4 gennaio 2008
Mancano i "liquidi", prestiti più difficili. La Repubblica 4 gennaio 2008. ROMA - Ottenere un prestito in banca sarà sempre più difficile e costoso
Mancano i "liquidi", prestiti più difficili. La Repubblica 4 gennaio 2008. ROMA - Ottenere un prestito in banca sarà sempre più difficile e costoso. L´aumento generalizzato dei tassi praticati a imprese e famiglie inizia a far vedere i suoi effetti. Bankitalia ha segnalato che gli impieghi delle banche a novembre rallentano la crescita: +10,5% sul mese precedente e +10,6% in un anno. A ottobre era andata decisamente meglio: +24,8% su settembre e +11,1% rispetto ad un anno prima. Anche la raccolta di nuovi depositi si è fermata: +2,1% su base mensile e +4,5% sul 2006. Per le imprese la componente a lungo termine, oltre i 5 anni, rimane la più dinamica +11,2% (a ottobre l´aumento era stato del 16%). Per le famiglie la tenuta (+10,6%) dei prestiti a breve è più che compensato dalla decelerazione (+11,7% contro +17,5%) di quelli oltre i 5 anni. Categoria in cui si concentrano i mutui. Si tratta di crescita a due cifre, in linea con l´Europa. Ciò non toglie che proprio sull´area euro gli analisti sono concordi del vedere una tendenza negativa: i prestiti diminuiranno perché le banche diventano più selettive e alzano i costi per i debitori. Le banche italiane sottolineano che la scarsa esposizione ai ciclone dei subprime non ha comportato una vera e propria restrizione dei criteri per la concessione dei prestiti e che il rallentamento si spiega più con andamenti stagionali che per una tendenza accertata. Rimane il fatto più importante: l´incertezza, con il petrolio a 100 dollari e il rischio recessione negli Stati Uniti, getta ombre pesanti anche sulla crescita nel Vecchio continente. A questo si aggiunge che le banche si fidano meno l´una dell´altra. Il rischio che qualche bilancio venga penalizzato dall´esposizione sui mutui americani congelato il mercato interbancario, cioè i prestiti che i gruppi del credito si fanno tra loro. All´inizio del 2007 tra banche si chiedeva un premio di 0,25% sul tasso d´interesse deciso dalla Bce, a dicembre il "prezzo" per lo stesso prestito era quadruplicato. Il 4% deciso da Francoforte è diventato quasi il 5% dell´Euribor (4,93% il prestito a 3 mesi il record del 17 dicembre). I consumatori lo sanno bene visto che è dall´Euribor dipendono le rate dei mutui a tasso variabile. Dall´inizio dell´anno, la forte iniezione di liquidità delle banche centrali lo ha fatto scendere al 4,64%, ma siamo lontanissimi dal 4,19% di sei mesi fa. E molti analisti prevedono il ritorno ai massimi entro febbraio. LUCA IEZZI