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 2008  gennaio 04 Venerdì calendario

”I piloti americani dormono in volo”. La Stampa 4 Gennaio 2008. NEW YORK. Stress, fatica, problemi di comunicazione in volo, rischi sulla sicurezza degli aeroporti e difficoltà di accesso e decollo delle piste di partenza

”I piloti americani dormono in volo”. La Stampa 4 Gennaio 2008. NEW YORK. Stress, fatica, problemi di comunicazione in volo, rischi sulla sicurezza degli aeroporti e difficoltà di accesso e decollo delle piste di partenza. I piloti delle compagnie aeree statunitensi hanno più di un motivo per lamentarsi delle condizioni nelle quali sono costretti a lavorare. Lo rivela un’inchiesta sulla "sicurezza dei cieli" realizzata tra il 2001 e il 2004 dalla Nasa, l’Agenzia spaziale e aeronautica americana. L’indagine costata 11 milioni di dollari e condotta con interviste telefoniche dei piloti di linea, ha permesso di creare una banca dati di oltre 10 mila pagine. Inizialmente la Nasa aveva deciso di mantenerne riservati i contenuti per timore di creare danni di immagine alle compagnie di bandiera americane. Inoltre secondo gli stessi funzionari federali l’indagine era stata condotta per valutare l’efficacia del sistema di raccolta informazioni tra gli addetti ai lavori piuttosto che per analizzare i problemi tecnici che affliggono il traffico aereo. Ma in seguito alle ripetute proteste degli addetti ai lavori, l’agenzia spaziale ha deciso di pubblicarne sul proprio sito Internet una versione ridotta e rielaborata, che rende comunque difficile compiere un’analisi sistematica. Il direttore Michael Griffin rassicura tuttavia i passeggeri perchè non vi è nessuna informazione che possa creare allarme. «Ritengo assolutamente difficile trovare anche solo un elemento che possa costituire fattore di rischio - spiega Griffin - ci è stato chiesto di pubblicare i risultati e così abbiamo fatto». I piloti intervistati dagli esperti dell’agenzia sui principali rischi di volo, come piccoli incendi di bordo, turbolenze molto forti o l’impatto con uccelli che si trovano nei pressi delle aree di decollo, hanno fornito risposte dettagliate e ricche di elementi utili per capire la dinamica di taluni incidenti. Ma di queste nella versione pubblicata sul sito www.nasa.gov non ve n’è traccia. Sono invece presenti frasi frammentarie e risposte sintetiche nelle quali i piloti, a domande specifiche affermano di avere spesso a che fare con problemi di «stanchezza dell’equipaggio» appesantito dalla «fatica» dei turni talvolta estenuanti. Pesa anche la disposizione complicata delle piste di decollo o le difficoltà tecniche che si incontrano nell’accedervi dalle le vie di traffico secondario. «I piloti che si addormentano sul ponte di volo sono un bel problema», avverte uno degli intervistati, mentre altri raccontano delle difficoltà di comunicazione con la torre di controllo negli spazi aerei molto frequentati. «La capacità è inadeguata a sostenere la reale intensità del traffico aereo - dicono - perché ci sono troppe persone sulle stesse frequenze e questo crea rischi sulla sicurezza». Sebbene il rapporto giunga in un periodo di relativa tranquillità per l’aviazione commerciale americana che non registra incidenti rilevanti dall’agosto 2006, il comportamento della Nasa ha sollevato dubbi e proteste. Il presidente della commissione Scienza e Tecnologia della Camera, il democratrico Bart Gordon, annuncia l’avvio di un’inchiesta: «E’ inammissibile, sembra abbiano fatto di tutto per nascondere il problema piuttosto che garantire trasparenza». Anche per i sindacati è necessario raccogliere tutti i dati e analizzarli per evitare incidenti in futuro. Mentre la Federal Aviation Administration, l’agenzia di vigilanze del settore, ha annunciato che «integrerà i risultati della Nasa con quelli già in possesso delle autorità federali». FRANCESCO SEMPRINI