Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ma a chi spetterà questo reddito di cittadinanza voluto dal M5s?
Luigi Di Maio e Davide Casaleggio hanno incontrato i neoeletti parlamentari del M5S. La riunione, all’hotel Parco dei Principi di Roma era a porta chiuse, quindi non sappiamo che cosa abbiano detto ai 399 portavoce, per usare il gergo grillino, che entreranno in carica il 23 marzo. Si è parlato sicuramente del nuovo metodo di rendicontazione, semplificato per evitare un’altra rimborsopoli. Sappiamo però che Di Maio ha nominato i due capigruppo che rimarranno in carica 18 mesi: Giulia Grillo alla Camera e Danilo Toninelli al Senato. Parlando con i giornalisti, il candidato premier ha poi bollato come fake news la notizia che circola da due giorni secondo cui sarebbe in corso un assedio a Comuni e Caf da parte di cittadini desiderosi di ottenere il reddito di cittadinanza promesso dal M5S in campagna elettorale, considerata da molti la carta vincente soprattutto al Sud.
• Queste file quindi non ci sono state?
Mah. L’impressione è che si sia trattato di qualche episodio isolato e contenuto in termini di numeri. Il caso è partito dalle dichiarazioni di Tommaso Depalma, sindaco di Giovinazzo, piccolo comune nel Barese, e da un dirigente di un centro per l’impiego di Bari. A Palermo invece il patronato Enasc ha affisso un cartello in italiano e in arabo con su scritto «In questo Caf non si fanno pratiche per il reddito di cittadinanza». Così siti e quotidiani si sono fiondati sulla notizia, con titoli a effetto, seguiti dai social che hanno amplificato il caso. La consulta nazionale dei Caf ha però smentito senza mezzi termini la ricostruzione che si è andata diffondendo, parlando al contrario di «numeri irrilevanti e di nessuna coda ad hoc ai loro sportelli». Una versione che non ha convinto il quotidiano La Repubblica, secondo cui un boom di richieste c’è stato davvero. E la conferma arriverebbe dal direttore generale del Comune di Bari, Davide Pellegrino secondo cui «in questi giorni sono arrivate decine di richieste». Nel centro per l’impiego di Bari (Porta Futuro), ad esempio, si sono presentati circa 50 persone negli ultimi due giorni.
• Al di là delle polemiche, non ho capito bene cos’è questo benedetto reddito di cittadinanza.
È un sussidio destinato a chi è senza lavoro o si trova in una condizione di povertà. Sarebbe più giusto chiamarlo reddito minimo garantito, perché per logica il reddito di cittadinanza è un contributo universale concesso indipendentemente dal reddito e dalla disponibilità o meno a lavorare. Comunque, stando al programma del M5S per ottenerlo bisognerà sottostare ad alcuni requisiti: essere cittadini italiani, aver compiuto 18 anni, essere disoccupati o percepire un reddito o pensione considerati al di sotto della soglia di povertà dall’Istat, ovvero 780 euro al mese. I beneficiari dovranno garantire, in cambio, 8 ore a settimana di lavoro gratuito allo Stato o comunque alla Pubblica amministrazione. Inoltre dovranno iscriversi al centro per l’impiego (che nelle intenzioni del M5S dovrà essere potenziato), partecipare a corsi di formazione e accettare uno fra i primi tre lavori offerti, altrimenti si viene esclusi. I cittadini dovranno inoltre dimostrare di impiegare alcune ore al giorno alla ricerca di un lavoro.
• Di quanti soldi parliamo?
Un assegno mensile di 780 euro o quanto è sufficiente a portare il reddito a 780 euro. Si può arrivare a un massimo di 1.872 euro al mese per una famiglia di cinque persone.
• E quanto costerebbe alle casse dello Stato?
Secondo il M5S, che cita stime Istat, 16 miliardi l’anno (secondo l’Inps ed economisti come Roberto Perotti, addirittura 29 miliardi). Sulle coperture Di Maio è stato vago. I soldi necessari si ricaverebbero tassando banche e assicurazioni e tagliando la giungla delle agevolazioni fiscali (più o meno 180 voci). Non è chiaro nemmeno quale sarebbe il destino degli altri ammortizzatori sociali e sussidi che si sovrappongono al reddito di cittadinanza. Tra l’altro ieri la consulta nazionale dei Caf, nello smentire le file per il reddito di cittadinanza, ha fatto sapere che «c’è stato un forte incremento delle richieste di Isee (l’indicatore della situazione economica) per ottenere il reddito di inclusione. A gennaio l’aumento è stato del 30%».
• E che cos’è il reddito di inclusione?
È uno strumento di contrasto alla povertà lanciato dal governo Gentiloni a dicembre e operativo dal prossimo luglio. Il Rei prevede un assegno da 187 a 539 euro al mese per le famiglie numerose. Avendo una copertura economica ridotta, circa 2 miliardi di euro, la platea di chi ne può beneficiare è ristretta, al massimo 780 mila nuclei familiari sui 1,7 milioni in povertà assoluta. Di fatto è molto simile alla proposta del M5S, è condizionato all’accettazione di percorsi di ricollocamento e formazione, ma ha una durata di 18 mesi al massimo, mentre il reddito di cittadinanza sembra non avere limiti di tempo, andrebbe solo diminuendo la cifra dell’assegno mensile con il passare degli anni. Lasciando da parte le file virtuali o meno, sappiamo per certo che finora sono arrivate oltre 100 mila domande reali per il reddito di inclusione.
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