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 2018  marzo 10 Sabato calendario

Scade il termine per i vaccini. Trentamila bambini non in regola

Il termine del 10 marzo per vaccinare i propri figli è scaduto e da lunedì i cancelli di asili e scuole materne rischiano di rimanere serrati per i piccoli non in regola. Anche nelle Regioni cosiddette virtuose, quelle che hanno adottato la procedura semplificata, che prevede siano direttamente le Asl a comunicare alle scuole gli elenchi di chi non è in regola, esonerando i genitori che avevano presentato l’autocertificazione dal dover presentare i libretti vaccinali timbrati.
Da vaccinare sembra siano rimasti circa 30mila bambini in tutta Italia, stima la Società Italiana di Igiene, calcolando che a ottobre era già stato recuperato un terzo dei 120mila in arretrato con le vaccinazioni nelle coorti 2011-2015. Rispetto ai quasi tre milioni di piccoli in età materno-infantile una piccola minoranza.
La circolare di Istruzione e Sanità del 27 febbraio prevede che i presidi entro il 20 marzo invitino i genitori dei non vaccinati a presentare entro altri 10 giorni la documentazione. Una mini-proroga di 20 giorni, l’hanno interpretata Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lazio, Marche, Bolzano, Trento e Sicilia, che ad oggi si dichiarano attrezzate per semplificare la vita alle famiglie. E invece no, ribadiscono al Ministero della Salute, spiegando che nonostante vada avanti lo scambio di comunicazioni tra scuole e genitori, da lunedì chi non è in regola non entra in asili e materne. Mentre per chi non ha vaccinato i ragazzi della scuola dell’obbligo scattano le multe da 100 a 500 euro ma non il divieto di entrare a scuola.
E al termine perentorio del 10 marzo dichiarano di doversi attenere anche i direttori scolastici, presi tra l’incudine e il martello, perché se la legge parla chiaro le Regioni stanno comunque procedendo in ordine sparso. C’è chi considera i termini scaduti oggi, chi legge nella circolare una mini proroga a fine mese e chi, come la Lombardia, barcolla nel caos. L’assessore al welfare, Walter Gallera, indica nel 20 marzo il termine entro il quale le scuole dovranno inviare alle Asl gli elenchi degli inadempienti, lasciando siano i centri vaccinali a verificare ogni singola situazione. Un’operazione che richiederà ulteriore tempo, mentre l’Ufficio scolastico regionale in una circolare fissa l’esclusione da nidi e materne dal 20 marzo e il Comune di Milano ribadisce che da lunedì non si entra.
Ma per l’Anp, l’associazione nazionale Presidi, non ci sono dubbi: «La legge dello Stato è vincolante per tutti, quindi lunedì dovremmo assumere la decisione lacerante di non far entrare i bambini non in regola, altrimenti rischieremmo una denuncia per omissione di atti d’ufficio», mette in chiaro il presidente Antonello Giannelli. «La circolare non implica alcuna mini-proroga, ma cercheremo di sfruttare quei venti giorni per recuperare più famiglie possibili», gli fa eco Marina Imperato, anche lei dirigente Anp e direttrice scolastica del liceo scientifico “Alberti” di Napoli. Che parla di difficoltà non solo a convincere i no vax, «ma anche a stabilire un contatto con le famiglie che vivono in situazioni di degrado sociale».