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 2018  marzo 10 Sabato calendario

Dalla Casa Bianca a Netflix. Il pulpito globale degli Obama

L’aveva promesso al suo popolo, ai milioni di americani che dopo aver votato per lui con il cuore pieno di speranza si erano commossi nel giorno del suo giuramento, e con dolore l’avevano guardato lasciare la Casa Bianca a Donald Trump. Barack Obama l’aveva promesso: non vi lascerò soli. Ma in questi 14 mesi da privato cittadino è comparso pochissimo in pubblico, un paio di conferenze e una partecipazione al talk show che ha segnato il ritorno – molto part-time – in tv di David Letterman. E si è sempre rifiutato di rispondere agli attacchi via Twitter – a volte grevi, sempre sgradevoli – di Donald Trump. 
Ora però Obama sta per tornare. Nelle vesti, sorprendenti, di personaggio televisivo. Il New York Times ha anticipato la notizia dell’imminente firma sul contratto che gli ha proposto Netflix, il canale tv via Internet con 118 milioni di abbonati in tutto il mondo. Obama produrrà e condurrà «contenuti esclusivi»: quello che filtra dal suo entourage è che non si tratterà di un programma politico in senso stretto, ma sarà uno show – non si conosce ancora il format e il numero di puntate – di informazione, dedicato a personaggi e storie «capaci di ispirare le persone».
Sarà una rivoluzione nel modo di comunicare degli ex presidenti. D’altronde Trump ha innegabilmente rivoluzionato la comunicazione dei presidenti in carica, con la sua insistenza a utilizzare Twitter invece di mezzi tradizionali come discorsi alla nazione, conferenze stampa, interviste.
Trump parla direttamente all’America, e al mondo; Obama farà lo stesso. E ci sarà anche la moglie Michelle, componendo un team che sembra capace di raccogliere giganteschi indici di ascolto.
Per Obama si tratta in un certo senso di un ritorno alle origini: prima della politica, faceva il community organizer, un termine difficilmente traducibile in italiano che indica una sorta di consulente – assistente sociale, in un certo senso – che si occupa di favorire il raggiungimento di determinati obbiettivi a comunità – generalmente disagiate – con le quali lavora. 
Netflix gli darà la possibilità di parlare direttamente agli spettatori, ovunque – anche sui device portatili – e di organizzare in questo senso una comunità enorme, su scala nazionale e oltre, intorno a determinati temi sociali da lui scelti. 
Chi pensava al presidente intento semplicemente a scrivere le sue memorie – classica e ottimamente remunerata attività di chi lascia la Casa Bianca – deve ricredersi: Obama non medita di inventare, garantisce il New York Times, un’alternativa progressista a canali tv di destra come Fox News o portali come Breitbart. Ma è evidente che questa «Obama Tv» può essere davvero rivoluzionaria. 
L’ex first lady Michelle, per esempio, ha spiegato di non pensare a una candidatura politica sulla falsariga di quel che fece Hillary Clinton dopo il ritiro a vita privata di Bill. La Costituzione impedisce a Obama di ricandidarsi alla presidenza; Michelle dice di non pensare a ruoli elettivi. Nessuno potrebbe accusarli di avere secondi fini elettorali, ma di sicuro il loro profilo post Casa Bianca finora tenuto abilmente bassissimo diventerebbe tanto alto da preoccupare non soltanto Trump (sensibilissimo com’è all’audience: è una ex star dei reality) e i repubblicani ma anche i democratici, in questo momento a corto di idee, e di carisma.