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 2018  marzo 10 Sabato calendario

Napoli, i colleghi contro l’oncologo che si cura a Milano

NAPOLI Ha scoperto di essere stato colpito da un cancro alla prostata e, dopo averci pensato su, Antonio Marfella, 60 anni, oncologo all’Istituto tumori Pascale di Napoli, ha deciso di prenotare l’intervento con il robot all’Istituto europeo di oncologia di Milano, preferendo emigrare piuttosto che farsi curare nell’ospedale in cui lavora da quarant’anni. 
Una scelta dolorosa, «dettata non dalla sfiducia verso i miei colleghi che sono bravissimi – ha chiarito – ma perché in Campania i troppi problemi organizzativi ostacolano l’assistenza». Lo ha spiegato ieri in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno. Marfella, studioso noto anche per le sue battaglie sulla Terra dei fuochi, l’anno scorso è stato insignito dal presidente Mattarella del titolo di Cavaliere della Repubblica. Ora però potrebbe rischiare sanzioni disciplinari dai suoi capi. «La sanità regionale funziona male» si è sfogato. Le linee guida internazionali prevedono che l’intervento alla prostata con il robot vada eseguito da strutture che ne effettuino almeno 250 l’anno. «Invece nell’intero Mezzogiorno – ha svelato – non esiste alcun ospedale, Pascale compreso, che superi cento interventi l’anno di prostectomia con il robot. Così per il paziente aumentano le probabilità di diventare impotente». Da qui i dubbi e poi la decisione di prenotare l’intervento a Milano.
L’intervista ha creato parecchia irritazione tra i camici bianchi del Pascale. Non commenta la direttrice sanitaria Rosa Martino. Ma alcuni colleghi dell’oncologo, in una chat interna, avrebbero adoperato parole forti contro la sua decisione di parlare con il Corriere del Mezzogiorno. Lui ieri non è andato al lavoro perché aveva impegni fuori Napoli. Chi lo ha sentito al telefono lo descrive molto abbattuto. «Forse ho sbagliato a parlare della mia vicenda» si sarebbe confidato, non escludendo addirittura di dimettersi. Dal Pascale intanto sottolineano che il robot Da Vinci per curare i tumori alla prostata è attivo dal 2013 con una media di 120 interventi l’anno e che le liste d’attesa a urologia sono state ridotte da 150 giorni a 28. Non tutti però giudicano fuori luogo la decisione di Marfella. Un sindacalista che vuole restare anonimo spiega: «Ha messo il dito nella piaga. I problemi organizzativi restano pesanti». 
E mentre in Campania scoppia la polemica politica con un’interrogazione dei 5 Stelle al governatore Vincenzo De Luca e al commissario ad acta per il rientro dal disavanzo sanitario, a difendere la buona reputazione del Pascale interviene Maria Triassi, docente universitaria di Igiene e presidente dell’Organismo indipendente di valutazione del Pascale. «È vero che in regione ci sono spesso problemi organizzativi che riguardano soprattutto il percorso iniziale delle cure. La qualità assistenziale del Pascale è comunque fuori discussione, è un centro di alta specializzazione e non merita di essere dipinto negativamente, a volte qui ci mandano anche pazienti dal Nord».