Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il Pdl/Forza Italia si sta spaccando, e la spaccatura la vedremo stamattina, quando il primo ministro Letta, avendo respinto proprio ieri sera le dimissioni dei cinque ministri pidiellini, pronuncerà un discorso di programma al Senato al termine del quale chiederà un voto di fiducia (si comincia alle 9.30, collegate tutte le tv). Alfano, segretario del Pdl, al culmine di una giornata piena di vertici, incontri e faccia-a-faccia, ha invitato il suo partito a votare compattamente la fiducia e sostenuto che «non esistono gruppi e gruppetti». Berlusconi, quasi nelle stesse ore, ha scritto una lettera al settimanale Tempi in cui sta scritto: «Enrico Letta e Giorgio Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità e minavano le basi della democrazia parlamentare. Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l’agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria? Tutti (compreso Matteo Renzi) hanno tenuto un atteggiamento irresponsabile soffiando sul fuoco senza dare alcuna prospettiva politica. Resistere per me è stato un imperativo morale che nasce dalla consapevolezza che senza il mio argine – che come è evidente mi ha portato ben più sofferenze che ricompense – si imporrebbe un regime di oppressione insieme giustizialista e fiscale. Per tutto questo, pur comprendendo tutti i rischi che mi assumo, ho scelto di porre un termine al governo Letta».
• Quindi, a una quindicina di ore dal voto, il segretario del partito dice una cosa e il presidente/padrone ne dice un’altra. Mi pare che una cosa simile non si sia mai vista.
Non s’è mai vista. E pensare che finora Alfano ci era sempre apparso come l’esecutore fedelissimo – e spesso persino tremante, ammettiamolo – della volontà berlusconiana. Il Cav deve aver intuito il disastro che gli stava piovendo addosso. L’altra sera ha proibito qualunque dibattito a seguito del suo discorso («altrimenti non la finiamo più») e ieri sera è rimasto chiuso fino a tardi con i cosiddetti falchi a Palazzo Grazioli. A questo vertice non si sono presentati né Alfano né Cicchitto, due pezzi davvero grossi. Riuniti altrove, hanno fatto sapere che attendevano da Palazzo Grazioli l’accettazione delle condizioni poste a Berlusconi nel corso della giornata.
• Sarebbero?
Votare la fiducia al governo Letta. Tutti. Compattamente. Giovanardi ha indorato la pillola dicendo che, da parte del premier, si tratterebbe di un «passo avanti». Quelli del Pd, invece, hanno detto che se si verificasse un voltafaccia di queste proporzioni, dopo quello che Berlusconi ha detto da mercoledì della scorsa settimana in poi, bisognerebbe chiamare l’ambulanza.
• È vero che Alfano aveva chiesto la testa della Santanché?
Mah. In un frangente come questo, mi parrebbe una richiesta davvero minima. In ogni caso la Santanché (oggi coordinatrice organizzativa) la sua testa l’ha offerta «su un piatto d’argento», «perchè l’unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell’Italia è che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi». I falchi ieri si sono lavorati Berlusconi perché tenga duro e si prepari a candidare Marina. Un’uscita della stessa Marina contro i traditori che stanno abbandonando il padre farebbe pensare che la figlia, stavolta, ci sta pensando.
• Ma una ricucitura complessiva per quali concessioni al Cavaliere dovrebbe passare?
Non mi pare che ci sia margine per concessioni di nessun tipo. Dopodomani la Giunta per le elezioni vota la decadenza del Cav (che per decadere effettivamente dovrà aspettare il voto dell’assemblea). Piuttosto, stamattina, Enrico Letta pronuncerà un discorso che darà al governo una prospettiva di almeno 15 mesi, cioè fino alla fine del 2014 e del nostro semestre di presidenza europea. I dissidenti hanno bisogno di tempo prima delle elezioni, e il premier glielo darà. La ricucitura è ancora più difficile per il grave insulto che Berlusconi ha fatto Napolitano, in una telefonata registrata dalla troupe di Formigli e trasmessa l’altra sera da Piazza Pulita
: Berlusconi, parlando con un senatore non identificato, sostiene che Napolitano avrebbe telefonato ai giudici della Cassazione per indurli a fargli restituire a De Benedetti 500 milioni invece dei 300 che i giudici avevano già deciso. Stiamo parlando del caso “lodo Mondadori”.
• Quindi dobbiamo scommettere sulla vittoria di Enrico Letta?
Maurizio Lupi, ministro dissidente e uomo di Comunione e Liberazione (l’altro giorno l’Osservatore romano ha severamente criticato il comportamento di Berlusconi), ha detto: «Sono ottimista. Sono molto ottimista». Sono ottimisti soprattutto i mercati: Piazza Affari è stata ieri la migliore Borsa europea, con un rialzo di tre punti e mezzo. E Mediaset, di punti, ne ha guadagnati addirittura sei.
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