Cristina Rogledi, Oggi 2/10/2013, 2 ottobre 2013
COSÌ HO RICONQUISTATO IL CUORE DI FEDERICA
Verona, ottobre
Posso chiamarla geometra? «Sì, certo. Tra un po’ però sarò dottore in Scienze motorie». Filippo Magnini, dopo tutta un’estate passata sui giornali per via del «m’ama non ma’ama» con la sua fidanzata Federica Pellegrini, non ne può più dell’argomento e parla volentieri d’altro. Accetta di fare questa intervista ma da marchigiano verace, mette sul tavolo le sue condizioni: «Faccio il nuotatore, non l’attore, vorrei si parlasse di questo. Ho un palmarès di 45 medaglie internazionali. E una vita anche fuori dall’acqua».
Ecco spiegato perché siamo a Verona, nella piscina comunale dove Magnini (con la Pellegrini) si allena ogni giorno. Siamo qui per conoscerlo un po’ più da vicino (primo appunto: è decisamente più bello che in foto). Siamo qui per sapere qualcosa in più della sua vita “terrestre” (secondo appunto: è vanesio e ha quattro tatuaggi). E poi sì, siamo qui anche per dirimere una volta per tutte la faccenda amorosa: perché tutto il casino dell’addio in mondovisione, in maggio, se poi dal giorno dopo lui e la Pellegrini non hanno fatto altro che stare sempre insieme?
C’è stato il comunicato ufficiale della rottura, ma non è mai stata data una spiegazione altrettanto ufficiale del riavvicinamento.
La accontento subito Magnini: che fa lei quando non nuota?
«Ascolto tanta musica e amo tutti gli sport, in particolare il beach volley. E poi ho altre passioni: adoro la velocità e quindi le auto. Ho seguito diversi corsi di guida sportiva. Mi piacciono parecchio anche le macchine d’epoca, prima o poi ne comprerò una. E ho una moto Ducati. Inoltre sono riuscito a mettere insieme una bella collezione di orologi vintage. Mi piace cercarli, guardarli, scoprire la loro scoria».
Che vizi si concede?
«Mi piace giocare al pocker texano, anche on line. È un pocker responsabile. Devi fissare prima il tetto della scommessa e non puoi andare oltre».
Lei è considerato il miglior stiliberista italiano di sempre. Quando ha tempo, cosa fa di diverso dal nuoto?
«Nei periodi che precedono le gare non ho tempo, cerco le cose che mi piacciono su Internet. È anche un modo per riempire la solitudine. Non si racconta mai che noi atleti spesso siamo soli».
A lei non capita più dal 2011, però.
«È vero, io mi alleno con Federica. Però sono andato via dalla casa dei miei e dalla mia città, Pesaro, a 19 anni. Da allora ho girato il mondo e ho abitato in diverse città. È stato bellissimo ma anche difficile».
Che cosa ci sfugge di lei? Cosa non sappiamo visto che lei ha il desiderio di raccontarsi meglio di come è stato fatto sinora?
«I mass media parlano di noi solo quando vinciamo. Ci inquadrano in costume mentre ci tuffiamo, mentre nuotiamo e, se va bene, mentre siamo sul podio. Ma quelle immagini di Magnini raccontano solo una piccola parte di ciò che sono. Faccio un esempio: noi sportivi per una questione di disciplina interiore siamo abituati a reprimere le emozioni. Sembriamo marziali anche quando vorremmo piangere di gioia o di dolore. Io sembro un duro in foto, invece sono un uomo sensibile, sentimentale, estroverso e molto compagnone. Sto preparando un libro fotografico, queste cose saranno raccontate».
Di Magnini si dice da sempre che è un farfallone.
«Io sono a mio agio con le donne, non ho problemi a buttarmi, anzi, non ne avevo perché ora non mi butto più!».
Sta cercando di dirci che è un uomo fedele?
«Ho avuto molte ragazze ma nelle storie importanti, e ne ho avute solo due, sono leale».
Dopo il comunicato della rottura, lei e la Pellegrini eravate sempre insieme. Ci avete preso in giro?
«No, non prendiamo mai in giro nessuno. È stato un periodo strano, abbiamo scritto il comunicato per fare chiarezza. Speravamo che così avremmo messo a tacere tutti i possibili gossip. Ci avete visti sempre vicini perché siamo persone serie: avevamo iniziato un percorso di allenamento insieme e non potevamo buttarlo per aria. Sarebbe stato poco professionale».
Per concludere: che cosa è successo?
«Abbiamo deciso che non ne parleremo, dico solo che ora va tutto bene. Stiamo insieme e abbiamo ritrovato la serenità di cui abbiamo entrambi bisogno».
Chi vi conosce sostiene che il problema tra voi sia la tipica rivalità tra prime donne. Federica vuole la scena tutta per sé e lei non è tipo da stare nell’ombra e accettare di fare il signor Pellegrini.
«Io non sono mai stato una primadonna e non soffro di invidia nei confronti di nessuno. Nel nostro rapporto io e lei siamo solo Filippo e Federica, non i campioni da copertina. Quella non è la nostra vita reale».
Lei però si avvia al fine carriera, Federica è una stella in continua ascesa.
«Abbiamo un’età diversa, è giusto che sia così. Federica può fare ancora molto. Io deciderò anno per anno, ma di certo le Olimpiadi di Rio 2016 sarebbero il mio sogno, un degno addio alle scene. Vedremo».
Lei ha detto che dopo i Mondiali di Barcellona, l’agosto scorso, avrebbe preso delle decisioni sul suo futuro.
«Quel mondiale non è andato come speravo e ho tratto le mie conclusioni: Lucas è un grande allenatore, con lui ho trascorso l’anno più faticoso della mia vita, mi ha insegnato ancora di più ad affrontare la fatica e i sacrifici, però io sono un velocista e ho bisogno di un carico di lavoro diverso. Ho deciso che il mio allenatore sarà Matteo Giunta. Ha l’esperienza giusta e tra noi c’è un tale rapporto di rispetto che mi consentirà di confrontarmi con lui serenamente».
Cosa farà quando dirà addio al nuoto?
«Non lo so ancora bene. Credo che avrò un’attività sportiva, vorrei seguire i giovani».
Potrebbe allenare la Pellegrini con la sua esperienza.
Risata. «Non credo. Litigheremmo sempre perché siamo entrambi testardi».
Chi di voi due ha messo da parte l’orgoglio per ricostruire il vostro rapporto?
«Diciamo che io mi sono dato parecchio da fare. Ho fatto molte mosse. E Federica me lo ha consentito. Se non ci fosse la volontà di entrambi, non saremmo qui».
Lei è bello e corteggiato dalla tv. Dopo l’Isola la vedremo ancora in un reality?
«Può essere. Avrei dovuto partecipare a Mission, il programma Rai a sfondo sociale ma sono slittate le date e io non potevo più. Se mi faranno delle proposte le valuterò».
Un nuotatore che ha vinto 22 medaglie d’oro ha ancora bisogno di lavorare quando si ritira o è ricco?
«Non guadagniamo come i calciatori o i tennisti, però non cambierei le mie vittorie con i loro cachet. Comunque non posso lamentarmi di quello che ho. Sto bene, ho potuto comprare una bellissima casa a Pesaro e una bella macchina».
Quanto guadagna un nuotatore?
«Se arrivi secondo ai Mondiali, tra sponsor e tutto arrivi ai 100 mila euro lordi all’anno. Se arrivi primo, molto di più».
Suo padre, alla sua età, aveva già due figli. Ci pensa mai?
«Eccome! Anche i miei amici sono padri. Mi piacerebbe molto ma non so se sarei pronto. Certo, vorrei essere un babbo giovane. Se avessi un bimbo tutto mio me lo godrei di brutto, come ha fatto mio padre con me».
Quindi pensa anche al matrimonio?
«Certo, è normale. Credo nel matrimonio e mi piace l’idea della vita familiare. Arriverà al momento giusto».
Cristina Rogledi