Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore 2/10/2013, 2 ottobre 2013
ALITALIA, GOVERNO IN PRESSING SU FORNITORI E BANCHE
Un intervento dello Stato con la Cassa depositi e prestiti (Cdp) nel capitale dell’Alitalia per salvare la compagnia aerea. È la proposta lanciata ieri, secondo fonti autorevoli, in un vertice a Palazzo Chigi chiesto dai maggiori azionisti della compagnia. La proposta è stata respinta dalla Cdp, il suo a.d. Giovanni Gorno Tempini in serata era a Palazzo Chigi per il dossier Ansaldo Energia. «In considerazione della situazione politica, il tavolo tornerà a riunirsi all’inizio della settimana prossima», ha precisato una nota di Palazzo Chigi in serata.
Oggetto dell’incontro, presieduto dal premier Enrico Letta, con i vertici della compagnia, Roberto Colaninno e l’a.d. Gabriele Del Torchio, le principale banche creditrici (Intesa Sanpaolo e Unicredit), i maggiori creditori (Aeroporti di Roma e Eni), uno dei principali azionisti, Atlantia dei Benetton, la Sace, la società pubblica che assicura i crediti all’export: come trovare con urgenza i soldi per il fabbisogno finanziario dell’Alitalia, che chiede ai soci 155 milioni di euro tra aumento di capitale e completamento del prestito convertibile più 300 milioni di nuovi prestiti alle banche.
Alitalia ha bisogno urgente di soldi e di differire scadenze di pagamento pressanti per evitare l’insolvenza. Per questo si è parlato anche di interventi più urgenti, con una dilazione delle scadenze di pagamenti e prestiti per circa 100 milioni, per pagare gli stipendi ed evitare l’assedio dei principali creditori, AdR (la compagnia ha un debito di 124 milioni) e l’Eni, fornitore del carburante per gli aerei (circa 30 milioni).
Questo intervento di sollievo finanziario è necessario immediatamente, prima del 14 ottobre, quando si riunirà l’assemblea degli azionisti, convocata la scorsa settimana dal cda per approvare la mini-ricapitalizzazione da 100 milioni e riaprire i termini del prestito obbligazionario di febbraio per i 55 milioni non versati dai soci. Air France-Klm ha votato contro in cda perché ritiene che ci sia bisogno di molto più capitale, in modo da chiedere meno soldi alle banche.
Lo schieramento delle banche, a Palazzo Chigi c’erano Federico Ghizzoni a.d. di Unicredit e Gaetano Miccichè d.g. di Intesa, che è azionista con il 10% della Cai, ripete che c’è disponibilità ma i soci devono mettere nuovo capitale. Il problema è che solo una parte minoritaria dei soci appare disponibile a ricapitalizzare, tra questi Air France-Klm che ha il 25%, Atlantia che ha l’8,85%, l’Immsi di Colaninno con il 7,08% e (forse) pochissimi altri. La stessa Intesa, almeno fino alle dimissioni di Enrico Cucchiani, è apparsa contraria a investire altri capitali nell’operazione promossa nel 2008 da Corrado Passera con il Progetto Fenice, in adesione al piano di Silvio Berlusconi per mantenere l’italianità della compagnia.
I soci non sono in grado di coprire neppure il miniaumento proposto, per questo alle banche si chiede anche di garantire le quote inoptate. E quelli che sono disponibili attendono comunque le mosse di Air France, perché se i francesi non mettono soldi è probabile che nessuno apra il portafoglio. «Le nostre condizioni per aiutare Alitalia sono molto severe, se saranno accolte io sono pronto ad andare avanti», ha detto l’a.d. di Air France-Klm, Alexandre de Juniac, a Les Echos.
Al vertice c’erano anche il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato che ha un asse preferenziale con Del Torchio (suo concittadino a Padova) e il responsabile dei Trasporti Maurizio Lupi, uno cinque del Pdl che ha annunciato a Letta le dimissioni: «sono qui, ma sono dimissionario», ha detto, in un’atmosfera definita «surreale» da alcuni dei presenti.
Sarebbe stata fatta balenare l’ipotesi che la Sace, controllata da Cdp, garantisca crediti all’estero (soprattutto in Venezuela) in modo da prestare circa 80 milioni all’Alitalia. In serata è trapelato che dal fronte dei creditori è stata chiesta una garanzia più forte, un intervento della Cdp, cioè dello Stato, nell’aumento di capitale Alitalia per coprire l’inoptato. Proposta respinta dal vertice Cdp. Per ora, ma la partita non è finita. Domani si riunisce un cda Alitalia per un aggiornamento sulle trattative con le banche, mentre i problemi di cassa si aggravano.