VARIE 2/10/2013, 2 ottobre 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - BERLUSCONI ASFALTATO
CORRIERE.IT
«Mettendo insieme le aspettative e il fatto che l’Italia ha bisogno di un governo che produca riforme istituzionali e strutturali abbiamo deciso, non senza interno travaglio, per il voto di fiducia». Fino a mezzogiorno Silvio Berlusconi aveva fatto capire che il governo Letta la fiducia del suo partito non l’avrebbe mai avuta. Poi il dietrofront, in extremis: prendendo la parola in Senato poco prima del voto (era stato annunciato che l’intervento a nome del Pdl lo avrebbe pronunciato il capogruppo Schifani) il Cavaliere cede alle «colombe» e annuncia che tutto il Pdl - perché in quel momento il partito è ancora formalmente uno soltanto - è pronto a votare per la continuazione dell’esperienza di governo. In un attimo perdono consistenza tutti i passi compiuti nell’ultima settimana: l’annuncio delle dimissioni di massa dei parlamentari, il ritiro della delegazione ministeriale, la mobilitazione nelle piazze e sui social network. Uscendo da Palazzo Madama ripeterà più volte a chi gli sta attorno che «non c’è stata nessuna marcia indietro». Ma è una posizione difficile da sostenere dopo che per tutta la mattina i suoi fedelissimi avevano inondato le agenzie di dichiarazioni improntate sulla linea della fermezza: il cambio di strategia è stato costretto a subirlo, alla fine ha potuto solo cercare di assecondarlo.
MAGGIORANZA SALDA - La sua mossa a sorpresa è servita per sterilizzare, mediaticamente, la nascita del nuovo gruppo centrista composto dai fuoriusciti guidati da Alfano e Cicchitto. Anche Enrico Letta al termine del breve discorso gli riconosce indirettamente di essere «un grande». Non è un caso se alla fine il capo del governo è sorridente: ha scampato il pericolo e il voto dà a lui - e indirettamente al Quirinale - la certezza che ora Palazzo Chigi potrà contare su un sostegno solido, che evita il ritorno alle urne senza bisogno di inventare improbabili maggioranze alternative. I voti a favore della fiducia sono 235, quelli contrari 70. Solo sei senatori del Pdl (Sandro Bondi, Manuela Repetti, Remigio Ceroni, Augusto Minzolini, Alessandra Mussolini, Nitto Palma) rifiutano di partecipare al voto. Per ironia della sorte, il presidente Grasso estrae la lettera B ed è dunque proprio Berlusconi uno dei primi a sfilare sotto i banchi della presidenza durante la chiama individuale. Poi, pochi minuti più tardi, uscendo dal palazzo gli toccherà subire anche gli insulti e i fischi di un centinaio di persone radunate sulla piazza.
IL NUOVO GRUPPO - Il copione della fiducia si ripeterà alla Camera, dove il Pd ha comunque una solida maggioranza e i voti dei berlusconiani non sono determinanti. Tuttavia proprio nell’emiciclo di Montecitorio debutta il nuovo gruppo dei dissidenti: sono 26 i deputati che passano nella nuova formazione, guidata da Fabrizio Cicchitto. Tra loro c’è anche l’ex ministro Beatrice Lorenzin; gli altri ministri uscenti risultano ancora in stand by ma a parte la Di Girolamo, che ha detto di voler restare con Berlusconi. Non si sa ancora bene come chiamarli i parlamentari fuoriusciti: qualcuno azzarda «alfaniani», Roberto Formigoni fa invece sapere che potrebbero chiamarsi «I Popolari», in omaggio al vecchio Partito Popolare di don Luigi Sturzo. Sarebbero al momento una cinquantina, tra Senato e Camera, i parlamentari pronti a far parte della nuova formazione.
IL BIS ALLA CAMERA - Enrico Letta, che al Senato aveva pronunciato un intervento tutto basato sulla responsabilità e sul bisogno di garantire stabilità al Paese, a Montecitario può sbilanciarsi e ostentare ottimismo: «Da oggi si lavorerà con una maggioranza politica coesa, ora serve chiarezza». Un passaggio ripreso dal capogruppo Pdl Renato Brunetta, uno dei fedelissimi di Berlusconi, che in mattinata aveva twittato convinto a proposito di un voto contrario del suo gruppo. Nel suo intervento a Montecitorio non può che allinearsi a Berlusconi: ««Al di là dei suoi silenzi e dei distinguo e nonostante provocazioni continueremo a stare qui e a darle fiducia. Ci può essere un nuovo inizio? Crediamo sia un suo e un nostro dovere e a testa alta votiamo sì al nostro governo, per realizzare il suo programma, il nostro programma».
SANTANCHE’ E LE MANI NEI CAPELLI - Per il gruppo dei «dissidenti» l’intervento è affidato a Fabrizio Cicchitto che parla di Alfano come di un «campione» a cui affidare le speranze del nuovo centrodestra. Parole decisamente sgradite a Daniela Santanché. indicata proprio da Cicchitto nei giorni scorsi come una delle cause della deriva estremista del Pdl: la deputata ha sottolineato le parole di Cicchitto scuotendo la testa e quando il suo ex collega fa riferimento ad Alfano si porta le mani ai capelli scandendo un «ma come si fa?».
LA MATTINATA - Per Berlusconi è in ogni caso una giornata da dimenticare, il cui epilogo era impensabile fino all’ora di pranzo. Il gruppo del Pdl al Senato aveva optato per la sfiducia al governo Letta. La decisione era arrivata in un convulso vertice tra lo stesso Berlusconi e i parlamentari pidiellini, dopo il discorso di Enrico Letta a Palazzo Madama. «Voi fallirete, avete avuto come unico risultato quello di spaccare il Pdl, noi non assisteremo a questa umiliazione del nostro partito, di Berlusconi e dell’Italia» aveva sottolineato in Aula Sandro Bondi rivolto a Letta. Ma almeno ventitré dissidenti del Pdl avevano già annunciato il «sì» al governo. Tanto che Maria Stella Gelmini aveva ammesso: «I destini sono separati. Fine».
IL PARTITO - Nelle prime ore della mattinata, Berlusconi aveva lasciato ipotizzare una possibile apertura alla fiducia dicendo ai giornalisti: «Vediamo che succede... Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo». Apertura che, però, aveva poi compreso, non gli sarebbe bastata a scongiurare la spaccatura del Pdl, tanto da spingerlo a votare comunque la sfiducia. Proprio mentre era in corso il vertice, infatti, i dissidenti avevano lasciato intendere che avrebbero dato vita, comunque, a un gruppo autonomo. Di qui la scelta di andare alla conta. Quando il foglio con le firme raccolte da Quagliariello ha iniziato a circolare, il Cavaliere ha però capito di non trovarsi davanti a qualche defezione isolata. Di qui la decisione di sparigliare, di cambiare ancora lo scenario e di votare sì alla fiducia.
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Silvio Berlusconi non sfiducia il governo Letta ma sfiducia di fatto i suoi. La decisione, in extremis, di votare la fiducia all’esectivo è stata presa dal leader dopo che tutto lo stato maggiore del Pdl aveva già affidato alle agenzie o ai commenti in aula dichiarazioni con toni di guerra e di resistenza. Un cambio di rotta deciso nello spazio di meno di due ore. Erano infatti le 11.57 quando l’agenzia Ansa batteva questo lancio: «Silvio Berlusconi insieme con il gruppo del Pdl ha confermato la decisione di votare no alla fiducia decidendo di restare in Aula: “Se uscissimo fuori sarebbe un gesto ambiguo e gli elettori non lo capirebbero”». Alle 13,38 lo stesso Berlusconi, prendendo la parola, annuncia il dietrofront: «Abbiamo deciso, non senza un interno travaglio, per il voto di fiducia».
Ma ecco, attraverso le parole pronunciate dai pidiellini che negli ultimi temipi hanno rappresentato l’inner circle del Cavaliere, cosa era successo in mezzo:
«C’erano almeno una sessantina di parlamentari in riunione. La stragrande maggioranza era per la sfiducia al governo Letta e alcuni invece erano per uscire dall’Aula, il presidente Berlusconi ha ascoltato tutti gli interventi e abbiamo assunto collegialmente la decisione di non dare il sostegno all’esecutivo. Ci tengo a sottolineare che nessun parlamentare presente è intervenuto per promuovere la fiducia» (Mariastella Gelmini)
«Dopo tutte le ragioni già emerse nei giorni passati, mi pare sacrosanta la decisione del gruppo Pdl al Senato di votare no e quindi la sfiducia al governo Letta» (Daniele Capezzone)
«Voi fallirete, darete vita a un governicchio che ha ottenuto solo lo scopo di spaccare il Pdl. Io non assisterò allo spettacolo dell’umiliazione del Pdl, di Berlusconi, del Paese». (Sandro Bondi)
«Non voterò la fiducia al governo Letta. Voterò la sfiducia, così come indicato da Silvio Berlusconi ». (Giovanni Mauro)
E Renato Brunetta azzardava via Twitter: «#Governo. #Sfiducia decisa a unanimità. Scelta #coerenza»
Il vecchio e fedele alleato del Cavaliere, Umberto Bossi, aveva provato a spiegare a modo suo quello che stava succedendo nei palazzi romani: «Sapevo che Berlusconi era quasi impossibile da battere, a parte qualche caos nel suo partito, i democristiani quando te li tiri dentro prima o dopo escono, i democristiani sono pericolosi». E ancora: «Berlusconi ha fatto una figuraccia. Qualcuno l’ha tradito, piu’ d’uno».
Poi, dopo il dietrofront e lo stravolgimento di scenario e prospettive, arriva il tempo delle sintesi:
«Berlusconi si confonde tra i due Letta e dice si’ a Enrico. Io sono per l’uscita dell’Italia dalla neuro». (Francesco Storace).
«Forse molti non hanno stima di questo governo ma esiste l’horror vacui, la paura del vuoto, del non-governo e la preoccupazione è forte non solo a livello internazionale ma a tutti i livelli». (Maurizio Gasparri)
«La leadership di Berlusconi ne esce rafforzata. Lui lavora non dico in autonomia, ma in solitudine e alla fine è capace di fare la sintesi giusta» (Renato Schifani)
«Nella vita esistono decisioni che si fanno con la pancia e decisioni che si fanno con la testa. Berlusconi oggi ha scelto con la testa per il bene del Paese e con il cuore per l’unità del nostro partito» (Nunzia Di Girolamo).
«Alfano ha dimostrato di avere il quid e Berlusconi di essere la figura carismatica». (Maurizio Sacconi)
«Abbiamo due partiti, due leader nel giro di un’ora. La nostra fede nel bipolarismo più che un presupposto politico è oramai una diagnosi». (Gianfranco Rotondi)
«Silvio Berlusconi resta il punto di riferimento, ma ci sono due classi dirigenti incompatibili». (Gaetano Quagliariello)
«Berlusconi vince sempre». (Roberto Formigoni)
«La mia non è stata una marcia indietro» (Silvio Berlusconi)
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Gira e rigira si torna sempre alle origini, al 1919, a don Luigi Sturzo e al suo Partito Popolare. Non hanno paura di morire democristiani i fuoriusciti dal Pdl che hanno apposto la propria firma su un documento a sostegno del governo Letta e che si apprestano a creare un nuovo movimento politico. Che come ha spiegato Roberto Formigoni si chiamerà, appunto, «I Popolari». Un nome che ricorre più volte nella storia politica italiana, seppure con connotazioni e collocazioni politiche diverse malgrado un costante richiamo al «centro»..
LE ORIGINI - I primi popolari furono, come detto, quelli di don Luigi Sturzo: un movimento politico che segnava il ritorno all’impegno attivo dei cattolici nella vita pubblica dopo gli anni dell’esilio imposto dal non expedit, la disposizione papale emanata da Pio IX nel 1868 e revocata, proprio nel 1919, da Benedetto XV. Il Partito popolare - che, tra gli altri, ebbe tra i suoi esponenti di punta De Gasperi, Grandi e Gronchi - ebbe vita breve: fu sciolto dal fascismo nel 1926 e nel dopoguerra venne rimpiazzato dalla Democrazia Cristiana.
LA «FAMIGLIA» EUROPEA - Il richiamo all’aggettivo popolare è tuttavia sempre rimasto nel dna dello scudocrociato, grazie all’affiliazione al Partito popolare europeo, la «famiglia» di centristi e moderati dei vari Paesi dell’Unione. Nel 1993, però, è tornato di prepotenza ad imporsi anche all’attenzione nazionale quando, con la Dc annientata dalle vicende di Tangentopoli, l’allora segretario Mino Martinazzoli propose di tornare al vecchio nome sturziano, che vide la nascita ufficiale nel gennaio 1994.
LA SCISSIONE DEL CCD - Non tutti aderirono al progetto centrista di Martinazzoli, che si presentò con esiti non esaltanti alle elezioni politiche di aprile assieme al Patto di Mario Segni fronteggiando la «gioiosa macchina da guerra» dei Progressisti di Occhetto e la neonata alleanza Forza Italia-Lega-Msi: il gruppo capeggiato da Casini diede vita al Centro cristiano democratico (Ccd), organico a FI. Il Ppi appoggiò il governo Dini, nato dopo il naufragio del primo governo Berlusconi e iniziò un primo avvicinamento alla sinistra.
POPOLARI DI SINISTRA - Questa deriva non piacque all’ala moderata che faceva capo a Buttiglione che l’anno successivo diede vita al Cdu che ottenne di mantenere il simbolo dello scudo crociato, mentre la sinistra di base guidata da Gerardo Bianco alleata con i Ds e le altre formazioni progressiste si tenne il nome, Partito Popolare. Nel logo e nella definizione quotidiana gli esponenti del Ppi divennero semplicemente i «Popolari», praticamente lo stesso nome scelto oggi dai dissidenti del centrodestra. I Popolari furono una delle componenti fondamentali della coalizione dell’Ulivo. Nel 2000 i Popolari, guidati allora da Pierluigi Castagnetti, confluirono nella Margherita. Due anni dopo il Ppi venne definitivamente sciolto e di popolari si smise di parlare. Fino ad oggi.
02 ottobre 2013
FORMIGONI DALLA GRUBER INSISTE SU UN GRUPPO DI 25 SENATORI. ALLA CAMERA 25 DEPUTATI
Che per il Pdl sia stata una giornata convulsa è ormai chiaro a tutti. E lo dimostra anche questa dichiarazione di Renato Brunetta, il quale, uscendo dalla riunione dei parlamentari del partito a Palazzo Madama, annuncia convinto che il Pdl toglierà la fiducia al Governo Letta. Poco dopo, in aula, la retromarcia di Berlusconi. (RCD - Corriere Tv)
DOPO LUNGA E APPROFONDITA DISCUSS S’E MESSA ION VOTAZIONE E L’OPZIONE DI VOTARE LA SFIDUCIA AL GOVERNO È STATA ASSUNTA ALL’UNANIMITA DEI PRESENTI
Parla Berlusconi, il labiale di Letta: «Un grande» Le immagini riprese dalla Rai - CorriereTv
REPUBBLICA.IT
ROMA - Il governo Letta incassa la fiducia al Senato con 235 voti a favore e 70 contrari. Si attende l’esito della votazione alla Camera, ma il colpo di scena di giornata è la clamorosa retromarcia di Silvio Berlusconi. "Il Pdl - dice il Cavaliere in aula al Senato - vota con la maggioranza". Un dietrofront "non senza interno travaglio" ammette l’ex premier, visto che il gruppo di Palazzo Madama in precedenza aveva deliberato il contrario. E che certifica nei fatti la resa del leader ai cosiddetti dissidenti. Nonostante l’ex premier si affretti a dire: "Nessuna marcia indietro", la guida politica del partito non sembra più, infatti, nelle sue mani. Torna in dubbio anche la manifestazione anti-decadenza del 4 ottobre. "Ci sono due classi dirigenti incompatibili", è la presa d’atto di Gaetano Quagliariello. Mentre è impietosa anche l’analisi del Pd sulla mossa di Berlusconi: "Vuole nascondere una sconfitta politica - sottolinea Luigi Zanda - che invece è chiara e netta davanti agli italiani".
Letta: il governo non cade. I numeri per far continuare il governo Letta a Palazzo Madama, infatti, c’erano già prima della capriola dell’ex premier: grazie ai 23 firmatari, provenienti dal Pdl e Gal, di una mozione a sostegno dell’esecutivo. Addirittura 35 i dissidenti secondo Roberto Formigoni, uno degli aderenti alla fronda. "Una nuova maggioranza" - aveva prontamente certificato Dario Franceschini. Lo sottolinea poi lo stesso Letta nel passaggio alla Camera: "La fiducia si sarebbe stata comunque" - afferma il premier. Che poi puntualizza ancora: "L’Italia ha bisogno che non ci siano più ricatti, tipo ’o si fa questo o cade il governo’, anche perché si è dimostrato che il governo non cade". E quindi: "Non esiste un collegamento tra le vicende giudiziarie e la vita del governo". Anche perché spiega il presidente del Consiglio per il futuro può fare affidamento su una "maggioranza politica coesa", anche se sarà diversa "da quella numerica che si è manifestata oggi al Senato".
Pdl nel caos. la marcia indietro di Berlusconi non è bastata ad arginare la frattura nel Pdl. Subito dopo il voto in Senato, poco prima che il premier entrasse per il suo discorso in aula alla Camera sulla mozione di fiducia gemella, il gruppo dei dissidenti Pdl capeggiati da Alfano avrebbe registrato la nascita di un nuovo gruppo parlamentare. La richiesta sarebbe stata depositata da Fabrizio Cicchitto, primo firmatario, e sottoscritta da 12 deputati: "Adesso dobbiamo lavorare sotto la guida di Alfano". Il condizionale sarebbe ancora d’obbligo: è previsto un nuovo faccia a faccia tra Berlusconi e Alfano questa sera a Palazzo Grazioli. Ma intanto, alla Camera, durante le dichiarazioni di voto parlano due esponenti Pdl: il capogruppo Brunetta e lo stesso Cicchitto, che ha preso la parola "a nome degli oltre 20 senatori e deputati che hanno affermato con forza che una battaglia forte contro l’uso politico giustizia non debba mai essere in contraddizione con gli interessi dei cittadini e con la governabilità". Cicchitto ha quindi evidenziato il valore della scelta di Alfano di guidare la dissidenza Pdl, "per la costruzione di un centrodestra del futuro, che si misuri coi partiti di centrodestra d’Europa, avendo come modello terminale il grande confronto tra la democrazia cristiana tedesca e il partito socialista tedesco. Quello è il nostro modello e mi auguro che lo assumano anche nel centrosinistra".
"I destini sono separati" - erano state anche le parole laconiche di Mariastella Gelmini, già prima della mossa a sorpresa di Berlusconi. Il ripensamento del leader ha, di fatto, sorpreso i più duri - che poi si sono in parte sfilati - come Nitto Palma e Sandro Bondi. Quest’ultimo, polemico dopo l’intervento del capogruppo Pd, Zanda, commenta: "Fa bene a trattarci con disprezzo". Mentre le cosiddette colombe cantano vittoria. "Chi ha gridato traditori, lo dirà anche a Berlusconi?", si chiede Maurizio Lupi, che poi frena sulla scissione: "Abbiamo ritrovato l’unità".
In ogni caso si rafforza Enrico Letta, in una giornata - dirà il premier - dai risvolti storici e drammatici. "Una fiducia non contro qualcuno. Ma per l’Italia e gli italiani". E’ l’appello con il quale il presidente del Consiglio chiude il suo discorso nell’aula di Palazzo Madama: 50 minuti per chiedere il via libera al governo. Con una citazione finale di Benedetto Croce: "Ciascuno di noi ora si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso".
Parole che chiudono un intervento nel quale il premier insiste costantemente sulle esigenze del Paese. "Gli italiani ci urlano la voglia di cambiamento", sottolinea Letta. Che parte da un passo di Luigi Einaudi. "L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale - afferma il premier -, sventare questo rischio dipende da noi, dalle scelte che assumeremo, dipende da un sì o un no". Mentre sulla legge di stabilità promette: "Il cuore sarà la riduzione delle tasse sul lavoro".
La giravolta del Cavaliere. Berlusconi - che solo ieri aveva ribadito l’intenzione di non votare la fiducia - arriva in aula 20 minuti dopo l’inizio del discorso: "Ascoltiamo Letta e poi decidiamo", le sue prime parole. Un’apparente apertura ribadita alla riunione con i senatori: "Sarà il gruppo in maniera compatta a decidere cosa fare". I senatori però si esprimono all’unanimità per il no. Certificando di fatto la spaccatura. Fino all’ultima giravolta, quella di Cavaliere in aula.
NOTIZIE VARIE REP
Ufficio stampa Quagliariello: nessuna riunione a Magna Carta
"Non fosse altro che per ragioni di spazio, questa sera non si terrà alcuna riunione presso la sede della fondazione Magna Carta". E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa del ministro Gaetano Quagliariello, presidente della fondazione Magna Carta.
da Katia Riccardi 20.47
Stampa estera: Vittoria di Letta. Fine di berlusconi?
La stampa estera sottolinea come "il dietrofront" di Berlusconi abbia evitato una nuova crisi all’Italia, chiedendosi se la rinnovata fiducia ottenuta da Letta non significhi anche la fine del Cavaliere.
da Katia Riccardi 20.46
Cicchitto ’lancia’ Alfano, Santanchè mani nei capelli
Mostra chiaramente di non credere alle sue orecchie, Daniela Santanchè, mentre assiste all’intervento in Aula alla Camera di Fabrizio Cicchitto. Per tutta la durata del discorso dell’ex capogruppo Pdl, che oggi ha consegnato la lista dei deputati che aderiranno al nuovo gruppo di ’alfaniani’, Santanchè ha sottolineato le parole di Cicchitto scuotendo la testa a scandire la sua disapprovazione. E in particolare, quando Cicchitto ha fatto riferimento a una destra del futuro di cui Angelino Alfano sarebbe il ’campione’, la deputata Pdl ha portato le mani ai capelli scandendo un "ma come si fa?".
da Katia Riccardi 20.16
Cicchitto: "Confermiamo battaglia a difesa Berlusconi"
I dissidenti del Pdl "continueranno una battaglia coerente a difesa di Silvio Berlusconi". Lo ha detto Fabrizio Cicchitto in aula alla Camera nelle dichiarazioni di voto sulla fiducia. Cicchitto ha contestato le affermazioni di Epifani: "vede - ha detto - non è la politica che interviene sulla giustizia, ma una parte della magistratura che interviene sulla politica. E questo è un filo rosso che continua dal 1994". "Continueremo una battaglia coerente - ha spiegato - a difesa di Silvio Berlusconi. Ma questa battaglia non deve entrare in contraddizione con gli interessi dei cittadini. Questa nostra battaglia ha avuto esito positivo".
da Katia Riccardi 20.14
Cicchitto: "Alfano non ha tradito, è il centrodestra del futuro"
"Le parole sono dure come pietre specie quando si evoca la parola tradimento, usata da un giornale nei confronti di Alfano, che ha rappresentato per tutti una linea politica risultata vincente". Lo ha detto il deputato del Pdl Fabrizio Cicchitto intervenendo alla Camera. "Alfano rappresenta il centrodestra del futuro", ha aggiunto Cicchitto.
da Katia Riccardi 20.07
Epifani: "Non consentiremo più giochi sfascisti"
"Noi non possiamo mettere in condizione chi ha giocato allo sfascio di ripetere il gioco che oggi ha fallito miseramente e non possiamo tollerare che chi ha visibili cali di memoria possa mettere in discussione la funzione di governo", ha detto Epifani.
da Katia Riccardi 20.02
Epifani: "Berlusconi ha perso, il Paese ha vinto"
"Oggi l’onorevole Berlusconi perde perché ha aperto una crisi nel momento sbagliato e su un terreno sbagliato, ha perso innanzitutto nel paese nell’opinione pubblica dell’Italia, oggi vince il paese", ha detto il segretario del Pd Guglielmo Epifani.
da Katia Riccardi 19.57
Epifani: "Voto compatto Pd, sì convinto"
Guglielmo Epifani conferma il "voto compatto del Pd, il sì convinto" alla fiducia chiesta da Letta.
da Katia Riccardi 19.53
Franceschini: "Oggi si chiude un ventennio"
"La giornata di oggi chiude un ventennio. E soprattutto lo chiude su un terreno politico e non su quello delle vicende giudiziarie". Così il ministro Dario Franceschini.
da Katia Riccardi 19.51
Angelino Alfano e Renato Brunetta durante la discussione sul voto
da Katia Riccardi 19.50
Polverini: "Sconveniente dividere partito"
"Trovo sconveniente dividere il partito dopo che oggi il presidente Berlusconi ha operato una scelta nella direzione dell’unità e della responsabilità. Per questo mi sorprende la notizia sulla formazione di un nuovo gruppo parlamentare capitanato dall’onorevole Cicchitto. Spero che il buon senso abbia il sopravvento e che si torni presto a remare tutti verso una sola meta". Lo dichiara in una nota Renata Polverini, deputato del Pdl.
da Katia Riccardi 19.48
Verso nuovo incontro stasera tra Berlusconi e Alfano
Nuovo faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano in programma, questa sera, a palazzo Grazioli. Secondo quanto si apprende, ci sono stati nuovi contatti nel corso del pomeriggio tra l’ex premier e il segretario del Pdl, anche alla luce della decisione di prendere tempo sulla nascita dei nuovi gruppi, che potrebbero sfociare in un nuovo incontro tra i due questa sera. Salvo cambi di programma, il segretario del Pdl dovrebbe varcare il portone di palazzo Grazioli dopo il voto di fiducia al governo alla Camera. Per quanto riguarda il Pdl la richiesta che molti deputati stanno facendo ad Alfano e quella di andare dall’ex capo del governo per chiedere il ’timone’ del partito. Insomma un riconoscimento ufficiale del suo ruolo e la ’defalchizzazione’ del partito.
da Katia Riccardi 19.47
Pdl, si frena su gruppi autonomi. Alfano rivedrà Berlusconi
Gruppi autonomi in stand-by in attesa del nuovo incontro questa sera tra Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. La riunione - spiegano dal Pdl - servirà per un chiarimento definitivo sul partito e su quale debba essere la linea politica.
da Katia Riccardi 19.46
Rodotà: "Maggioranza lontana da valori di centrosinistra"
Non è cambiato niente: questo è in sintesi il commento di Stefano Rodotà alla rocambolesca giornata del governo Letta. "Il governo è sopravvissuto, e si dice anche che siamo passati a un governo politico. Ma la mia considerazione - ha detto Rodotà- è che la giornata di oggi sia stata insoddisfacente. Vedo che non c’è stato nessun ripensamento su come si vuole modificare la Costituzione".
da Katia Riccardi 19.45
Brunetta: "Sì a fiducia a testa alta, per un nuovo inizio"
"Votiamo sì alla fiducia al governo "a testa alta", nella speranza che ci possa essere "un nuovo inizio", ha concluso Brunetta. "Abbiamo ancora speranza, al di là dei silenzi e dei distinguo e nonostante le provocazioni in aula, continueremo a darle la fiducia perché abbiamo un dovere nei confronti dei nostri elettori - ha detto brunetta -, può esserci un nuovo inizio? Noi crediamo sia dovere di tutti noi, perciò a testa alta votiamo sì tutti insieme la fiducia al nostro governo, per realizzare il suo programma e il nostro propgramma, rispetteremo il contratto con gli italiani".
da Katia Riccardi 19.44
Brunetta: "Noi siamo per pacificazione, e il Pd?"
"Noi continuiamo a volere la pacificazione lei presidente del Consiglio lo può dire a nome del suo partito?", ha continuato Brunetta. "Lei presidente non può dire che la questione giudiziaria è separata dal governo, la giunta non è il quarto grado di giudizio", ha aggiunto.
da Katia Riccardi 19.38
Brunetta: "Voto Giunta e su fiducia non sono cose separate"
"Non può dire, signor presidente del Consiglio, che il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e il voto di oggi sulla fiducia al Governo siano cose separate. Non sono cose separate perché in quella giunta c’è la politica". Così il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, rivolgendosi a Enrico Letta.
da Katia Riccardi 19.37
Quagliariello: "Nuovi gruppi? Aperta riflessione
Nasceranno due nuovi gruppi dalla spaccatura del Pdl? "Oggi il problema è la fiducia. E’ chiaro che questi giorni sono accadute delle cose che devono essere assolutamente considerate e i deputati hanno cominciato a farlo in assoluta autonomia". Così al Tg3 il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello (Pdl).
da Katia Riccardi 19.37
Brunetta: "Berlusconi volle larghe intese, non Napolitano"
"Ho dei rilievi da farle che riguardano omissioni o se vogliamo memorie opportunisticamente selettive e qualche giudizio ingeneroso", ha detto il capogruppo Pdl, rivolto al premier. Per Brunetta "è stato Berlusconi a chiedere con forza le larghe intese, le abbiamo volute noi. Il presidente della Repubblica ha cominciato a dirlo dopo che voi vi siete divisi, impallinando due persone alla presidenza della repubblica, il galantuomo Franco Marini e Prodi".
da Katia Riccardi 19.36
Brunetta: "Nostri Aut aut utili, Letta ha rivendicato risultati oggi"
"Gli aut aut sono stati utili perché sono stati sulle cose di cui lei oggi si è vantato di aver fatto". Lo ha detto il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, intervenendo in aula.
da Katia Riccardi 19.34
Bindi: "Maggioranza resta anomala. No tentativi stabilizzarla"
"Anche se Berlusconi è gregario e questa volta ha seguito e non ha condotto le truppe, resta fermo il fatto che questo è un governo sostenuto dal pd e da una parte del centrodestra e che quindi siamo ancora dentro la logica delle larghe intese". Così Rosy Bindi, deputato del Pd, è intervenuto nel corso dello speciale del Tgla7. "Questo governo è ancora sostenuto da una maggioranza anomala - ha aggiunto bindi - ed è legata all’emergenza e posta al servizio del paese perché risolva dei problemi e non li accarezzi". "Voglio essere esplicita: se la nuova maggioranza politica che sostiene questo governo tendesse a diventare una maggioranza politica stabile, si sappia che una stragrande maggioranza del pd non sarebbe d’accordo", ha concluso Bindi.
da Katia Riccardi 19.32
Annunciata dichiarazione voto Cicchitto ma non interviene
Il suo nome era stato inserito nelle dichiarazioni di voto, tra Daniel Alfreider, delle Minoranze linguistiche, e Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia. A sua disposizione 7 minuti. Alla fine, però, Fabrizio Cicchitto, presidente in pectore del nuovo gruppo di ex Pdl che dovrebbe nascere alla Camera, ancora però senza denominazione, non è intervenuto in Aula.
da Katia Riccardi 19.27
’Via il Porcellum’ e Meloni strappa applausi ai grillini
Giorgia Meloni strappa gli applausi al Movimento Cinque Stelle. Quando la capogruppo di Fratelli d’Italia, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto sulla fiducia alla mozione Speranza di sostegno al governo, afferma che è il momento di buttare via il Porcellum, è partito, prima timido poi sempre più convinto, un applauso dai banchi dei 5 stelle. Applauso poi ribadito al termine dell’intervento dell’ex ministro.
da Katia Riccardi 19.26
D’alema: "Letta esce rafforzato, nessuno può farlo cadere"
Dopo il voto di fiducia di oggi il governo letta "esce rafforzato" perché "nessuno ha la forza di farlo cadere", ha spiegato D’Alema. "Per l’italia e l’europa è una buona notizia il fatto che abbiamo un governo - ha spiegato -. Il governo esce rafforzato, pare chiaro che in questo momento nessuno ha la forza di far cadere questo governo. Abbiamo quindi di fronte a noi una prospettiva di stabilità e di rinnovato impegno per le riforme. Questo è un dato positivo".
da Katia Riccardi 19.10
Vendola: "Problemi Paese seppelliti da cabaret politico"
"Siamo di fronte a una delle più importanti crisi che il sistema politico abbia mai registrato che si consuma in forma paradossale con una maggioranza che viene schiantata dalla contesa della destra contro i principi dello stato di diritto, ed alla fine di questa crisi la maggioranza appare allargata, accresciuta, con una splendida capacità di seppellimento delle questioni reali". Lo ha affermato il leader di Sel Nichi Vendola, conversando con i cronisti a Montecitorio.
da Katia Riccardi 19.06
Letta riferirà giovedì 10 in Senato su semestre Ue
Il presidente del Consiglio Enrico Letta riferirà nell’aula del Senato sul semestre italiano di presidenza dell’Unione europea giovedì 10 ottobre alle 9. È quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.
da Katia Riccardi 19.04
Meloni (Fdi): "Non sosterremo fiducia
"Noi non sosterremo la fiducia a questo governo, chiamateci pure irresponsabili ma non siamo complici di questo inganno, non ci interessa lo spread". Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli di Italia, intervenendo alla Camera, prima del voto sulla fiducia al governo Letta.
da Katia Riccardi 19.04
Santanché: "Alfano traditore? Chiedetelo a Berlusconi"
"Alfano traditore? Perché non lo chiedete a Berlusconi?". Così Daniela Santanché a Montecitorio. E alla domanda se hanno "vinto colombe e perso falchi", ha risposto: "Credevo che dovessero vincere gli italiani il tempo è galantuomo e gli italiani ci diranno se questo è il Governo che fa il caso loro. Io sono prima italiana e dopo berlusconiana".
da Katia Riccardi 19.03
Enrico Letta dopo il discorso
da Katia Riccardi 19.01
D’alema: "Berlusconi non c’è più"
"C’e una novità indiscutibile, che Berlusconi non è più componente indispensabile di questa maggioranza. Praticamente è come se non ci fosse". Lo dice Massimo D’Alema, che questo pomeriggio a Bologna ha commentato il voto da fiducia a Letta. Per D’Alema, quello andato in scena questa mattina al Senato è l’inizio della fine per Berlusconi. "Ci saranno altri colpi di coda - dice - ma mi sembra che il ruolo centrale e determinante di Berlusconi nella vita politica italiana sia stato molto ridimensionato da questa vicenda". "Dicono che un uomo politico che non cambi idea vuol dire che non è intelligente - ha aggiunto D’Alema -. Berlusconi ha cambiato idea quattro volte nel corso della mattinata vuol dire che è un genio".
da Katia Riccardi 18.57
Grillo su labiale Letta: "Pidiellino ad honorem"
Beppe Grillo ironizza sulle immagini televisive che ritraggono il presidente del consiglio, secondo la lettura del labiale non smentita dal premier, dice "grande" commentando il sì alla fiducia da parte di Silvio Berlusconi. "Il video sopra - si legge in un post sul blog - si commenta da sè: Letta pidiellino ad honorem". Nel post viene anche rievocata una dichiarazione pre-elezioni di Letta: "Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo", scrive ricordando la data di quella dichiarazione di Letta: 13 luglio 2012.
da Katia Riccardi 18.55
Ipotesi nome gruppo "Popolo libertà-Alfano segretario"
Il nuovo gruppo parlamentare dei ’ribelli’ del Pdl, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, avrebbe chiesto di potersi chiamare Popolo della Libertà per Alfano segretario. Sulla richiesta, però sarebbero stati espressi dubbi visto che esiste già il gruppo Popolo della Libertà per Berlusconi presidente.
da Katia Riccardi 18.45
Per Letta applausi solo dal Pd e Scelta Civica
Come al termine del suo discorso sul voto di fiducia al governo, anche al termine della replica a conclusione del dibattito per il presidente del Consiglio Enrico Letta gli applausi arrivano soltanto dal settore di centrosinistra nell’aula di Montecitorio. A battergli le mani sono solamente i deputati del Partito democratico e di Scelta civica. Restano fermi e in silenzio, invece, i deputati del Pdl e delle altre formazioni parlamentari di centrodestra, oltre ovviamente al Movimento 5 stelle e alla Lega nord.
da Katia Riccardi 18.44
Enrico Letta durante il discorso
da Katia Riccardi 18.41
Letta pone questione di fiducia a Camera
Enrico Letta ha posto anche alla Camera la questione di fiducia sulla risoluzione di maggioranza.
da Katia Riccardi 18.39
Letta: "Pazienza Paese è finita ma oggi passo avanti"
Il Paese non ha più pazienza, ma oggi è stato fatto un passo avanti. Così il premier Enrico Letta alla Camera. "Sono convinto - ha detto - che oggi facciamo un passo avanti molto forte, le nostre istituzioni avranno da guadagnarci dalla possibilità che le riforme si realizzino. Sono anche convinto che non abbiamo più tempo, la pazienza del Paese è finito. C’è un sollievo rabbioso nei messaggi che ho ricevuto rispetto alla giornata di oggi. Percepisco tutta la rabbia e l’attesa smarrita. Il governo è iperdeterminato a fare la sua parte, il governo è coeso".
da Katia Riccardi 18.39
Letta: "Arriviamo col fiatone a legge Stabilità"
""Il tempo che abbiamo perso in queste settimane purtroppo pesa, arriviamo con il fiatone alla scadenza del 15 ottobre" per la legge di stabilità e perciò "il Parlamento dovrà aggiungere ciò che non riusciremo a mettere nella prima versione", ha detto il presidente del Consiglio.
da Katia Riccardi 18.38
Letta: "Nostri provvedimenti hanno tasso di autoapplicatività del 75%"
"Abbiamo messo in campo provvedimenti che hanno un tasso di autoapplicatività superiore alla media degli altri governi, vicino al 75 per cento", ha detto il premier. "Questo significa - ha spiegato letta - che quello che si fa non ha bisogno di mesi, anni" per essere applicato "e non rischia" di essere vanificato" dal fatto che "il governo caschi" e così "può diventare fatto concreto".
da Katia Riccardi 18.37
Letta: "Basta falsità, molte le misure concrete"
"All’onorevole Guidesi: non è vero quello che ha detto, noi abbiamo dato soluzione al problema dei testimoni di giustizia, e lo rivendico". Ancora: "E’ stato detto che abbiamo aumentato le tasse e non abbiamo ridotto la spesa". E invece "3 miliardi di tasse in meno, 1,7 miliardi di spesa in meno. Per i poveri non abbiamo fatto nulla? la carta sull’inclusione sociale è una scelta per la povertà assoluta con risorse importanti e abbiamo intenzione di continuare. Sono fatti e cose concrete. E poi le assunzioni dei giovani: mentre noi parlavamo altri 1.500 ragazzi hanno trovato un posto di lavoro a tempo indeterminato". Ancora: "Ci sono state inversioni di tendenza. Per la prima volta si sono rimessi soldi sul diritto allo studio e per le borse di studio, risorse per abbassare i costi dei libri di testo, il fondo per la disabilità". Insomma, "questi non sono discorsi, sono fatti concreti. E li preferisco rispetto ai titoli e alle bandiere".
da Katia Riccardi 18.36
Letta: "La verità nei conti, 3 mld abbattimento pressione fiscale"
"Voglio ripristinare la verità. Un miliardo e 700 milioni di tagli alle tasse, l’abbattimento di 3 miliardi di pressione fiscale in 5 mesi, sono cifre, che stanno nei conti". Così Enrico Letta ha respinto le accuse fatte al suo esecutivo da alcuni senatori, far cui esponenti del M5S, di avere aumentato le tasse ai cittadini.
da Katia Riccardi 18.33
Letta: "Spero in cambio di passo a partire da legge Stabilità
"Spero anch’io che ci sia un cambio di passo vero, reale, un impegno su nuove prospettive di azione a partire dalla legge di Stabilità", ha detto il premier.
da Katia Riccardi 18.32
Letta: "Insopportabile che si dipinga tutto di nero"
"Non abbiamo risolto tutto, ma trovo insopportabile che si dipinga tutto quello fatto solo con il colore nero, ci sono state delle inversioni di tendenza", ha dettoil presidente del Consiglio.
da Katia Riccardi 18.31
Letta: "Legge elettorale si cambia con maggiornaza, non alzando bandiere"
"La legge elettorale deve trovare un accordo che mette insieme la maggioranza parlamentare della camera e del senato, se non c’è una maggioranza qui dentro le proposte presentate rimangono solo belle proposte: questo è il motivo per il quale io e il Pd non abbiamo dato il voto favorevole a quella mozione Giachetti, il tema è che se ognuno alza la sua bandiera la legge elettorale rimane ferma e non cambierà mai". Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta nella replica prima del voto di fiducia alla Camera. "Sulla riforma della legge elettorale non si può giocare ad alzare ognuno la propria bandiera così non si va da nessuna parte - ha aggiunto Letta - per fare delle cose si deve trovare una maggioranza".
da Katia Riccardi 18.26
Santanchè: "Voto fiducia a Berlusconi, non a Letta"
"Voterò la fiducia a Silvio Berlusconi e non a Letta". Lo ha annunciato Daniela Santanchè, nella prima sua dichiarazione dalla retromarcia dle Cavaliere.
da Katia Riccardi 18.25
Letta: "Essenziale riforma regolamenti parlamentari
La questione della riforma dei regolamenti parlamentari è di competenza delle Camere, ma la "reputo essenziale, fondamentale, fa parte dell’impianto complessivo delle riforme istituzionali". Lo dice il presidente del Consiglio Enrico Letta, nella sua replica alla Camera, dopo che il tema era stato sollevato durante il dibattito da Elio Vito del Pdl.
da Katia Riccardi 18.23
Camera, in corso replica di Enrico Letta
E’ in corso nell’Aula della Camera la replica del presidente del Consiglio Enrico Letta sulla fiducia chiesta dal governo. A seguire ci saranno le dichiarazioni di voto e la votazione sulla fiducia. Nel dibattito interverrà anche Fabrizio Cicchitto "a nome di alcuni deputati che ne hanno fatto richiesta nelle more della costituzione di un gruppo parlamentare.
da Katia Riccardi 18.22
Brunetta, nuovo gruppo? Aspettiamo spiegazioni
"Abbiamo appena appreso, con sorpresa, dalla presidente Boldrini la richiesta di intervento in Aula del collega Cicchitto a nome di un costituendo gruppo separato. Un boato di entusiasmo del Pd ha salutato la notizia. Attendiamo adeguate spiegazioni politiche". Lo dice il capogruppo pdl alla Camera Renato Brunetta.
da Katia Riccardi 18.21
Bossi: "Berlusconi ha fatto una figuraccia"
"Berlusconi ha fatto una figuraccia. Qualcuno l’ha tradito, più d’uno". Lo dice Umberto Bossi all’Adnkronos. Il Cavaliere "fa bene a non dimettersi da senatore", aggiunge il Senatur.
da Katia Riccardi 18.14
Nuovo gruppo Senato non modificherebbe timing Giunta
Se davvero al Senato dovesse nascere un nuovo gruppo formato dai senatori Pdl che hanno deciso di votare la fiducia al governo Letta, ciò non comporterebbe alcuno stop e alcun cambiamento per la Giunta delle elezioni di palazzo Madama che venerdì 4 ottobre riprenderà il suo iter per decidere sulla decadenza da senatore del Cavaliere. E’ quanto si evince dall’articolo 19 del Regolamento del Senato, e viene confermato da chi conosce la materia.
da Katia Riccardi 18.13
Consulto ’scissionisti’ Pdl alle 21.30
L’appuntamento è alle 21.30, nella sede della Fondazione Magna Carta. I ’dissidenti’ pidiellini di Camera e Senato si vedranno per definire una strategia comune e dare il nome ai nuovi gruppi parlamentari degli ’alfaniani’. Tra gli irriducibili c’è Roberto Formigoni che non ha dubbi: "I gruppi si faranno, qui alla Camera lo hanno già fatto e stasera ne parleremo anche per quel che riguarda il Senato in una riunione". Sono in 25, assicurano, e il numero è destinato a salire nelle prossime ore. All’incontro dovrebbero partecipare Alfano e Quagliariello, in dubbio la presenza degli altri ministri pidiellini c’è incertezza. Raccontano che per quasi certa viene data l’adesione di Beatrice Lorenzin.
da Katia Riccardi 18.12
Il centrosinistra unito applaude Cicchitto
Fabrizio Cicchitto nell’aula di Montecitorio riceve un caloroso applauso da tutto il settore del centrosinistra, a iniziare dai deputati del Pd, nel completo silenzio del settore opposto dove sono seduti i suoi da poco ex compagni di partito del Pdl. L’applauso scatta al momento in cui la presidente della Camera Laura Boldrini annuncia che darà la parola per la dichiarazione di voto sulla fiducia al governo, oltre che agli esponenti dei gruppi parlamentari già costituiti, anche a Fabrizio Cicchitto che parlerà a nome del suo nuovo gruppo politico nell’aula di Montecitorio.
da Katia Riccardi 18.11
Bookmaker: Fiducia a Letta, ma reggerà solo 6 mesi
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha incassato la fiducia al Senato con 235 voti favorevoli e si appresta a conquistare anche il ’sì’ della Camera: un successo per il premier che però, secondo i bookmaker, non reggerà a lungo. "La sigla b2875 - riferisce Agipronews - punta su altri sei mesi di governo a partire da oggi: un’ipotesi bancata a 1,30. Mentre un altro anno a Palazzo Chigi si gioca a 1,75. Si sale a 2,60 per arrivare a un anno e mezzo, con 2 anni a 5,00. Portare a casa l’intera legislatura, invece, vale 15 volte la scommessa".
da Katia Riccardi 18.10
Borsa, Milano ok con fiducia a Letta: bene banche, giù Mediaset
La Borsa di Milano ha chiuso in positivo una seduta all’insegna della volatilità. Tra i titoli della galassia Berlusconi, cade Mediaset (-1,26% a 3,126 euro), mentre salgono Mediolanum (+1,37% a 5,545 euro) e Mondadori (+1,31% a 0,9645 euro).
da Katia Riccardi 18.07
Pdl, Santanchè: "Nuovo gruppo? Non ci credo"
"Dopo l’atto di generosità del presidente Berlusconi, non voglio credere che qualcuno stia facendo un gruppo", dice Daniela Santanchè ai cronisti a Montecitorio. "Berlusconi è stato così generoso per il Paese, ha votato la fiducia e adesso non c’è l’unità? Non ci credo", aggiunge. Quella di oggi, afferma ancora "è stata una giornata drammatica, traumatica e non so sarà bella per gli italiani e per il futuro del Paese. Vedremo, il tempo è sempre galantuomo". E a chi le chiede come veda il futuro del partito dice, laconica: "Lo vedo...".
da Katia Riccardi 18.05
Camera, seduta sospesa, riprenderà alle 18.15
La seduta dell’Aula della Camera è sospesa. Riprenderà alle 18.15 con la replica del presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto finali, trasmesse in diretta tv. Nel dibattito interverrà anche Fabrizio Cicchitto "a nome di alcuni deputati che ne hanno fatto richiesta nelle more della costituzione di un gruppo parlamentare", ha puntualizzato la presidente Laura Boldrini.
da Katia Riccardi 18.04
Ingroia: "Vero sconfitto è il Paese"
"Il vero sconfitto dal voto di oggi è il Paese, ormai alla canna del gas, che continua ad assistere alle pagliacciate del Cavaliere. Oggi non è, come scrivono in molti, il 25 luglio del cavaliere, ma dell’Italia onesta, che si dissangua pagando le tasse, che non ha lavoro, che non arriva a fine mese. E questo governo, che sarà sempre più litigioso, non ha alcuna forza propulsiva (e nessuna idea) per voltare pagina, per fare le riforme di cui davvero questo Paese avrebbe bisogno". Lo scrive sul sito di Azione Civile il presidente del movimento Antonio Ingroia.
da Katia Riccardi 18.02
Pd: Berlusconi chieda scusa a italiani
"Nulla potrà essere come prima. Capisco l’imbarazzo di chi in quest’aula ha provato ad arrampicarsi sugli specchi. Ma nulla sarà più come prima". Il capogruppo del pd alla camera Roberto Speranza, invita "Berlusconi a chiedere scusa agli italiani". In questi giorni, spiega, si sono sentite "parole pesanti, inaccettabili. Come macigni: ’golpe’, ’colpo di Stato’, ’dimissioni dei parlamentari’. Ci sono stati attacchi quotidiani al nostro presidente della Repubblica. Al quale va il nostro più forte sostegno perché lui è il faro vero della nostra democrazia".
da Katia Riccardi 18.00
Alfano ai suoi: "Frattura inevitabile, ma non irreparabile"
Per Angelino Alfano si tratta - ha spiegato ai suoi il segretario del Pdl - di una frattura inevitabile ma non ancora irreparabile con Silvio Berlusconi. Ormai la linea è tracciata, ha sottolineato il vicepremier secondo quanto viene riferito, ma il legame affettivo con l’ex premier - viene fatto notare - non può venire meno in questo modo. Perciò il vicepremier potrebbe, secondo le stesse fonti, incontrare il Cavaliere questa sera. Non è detto che non si possa ricomporre l’unità del partito e che la rottura sia definitiva. Ma - è il pensiero di Alfano sempre secondo quanto viene riferito - sono necessarie delle garanzie assolute affinchè sia chiaro chi detta la linea e quale sia l’organigramma del partito.
CICCHITTO: NON CI SONO MARGINI PER RICUCIRE