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 2011  giugno 20 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Francesco Saverio Romano
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Se si deve dar retta fino in fondo a quello che s’è visto e sentito a Pontida, la Lega si prepara a uscire dal governo, ma non per andare alle elezioni anticipate, che «in questo momento farebbero vincere la sinistra» (Bossi). Sul prato campeggiava un enorme striscione «Maroni presidente del consiglio!», è quindi lecito supporre che, dopo aver fatto cadere Berlusconi, i leghisti chiederanno palazzo Chigi per l’attuale ministro degli Interni. Che farebbe l’ipotetico governo Maroni? Questo non è stato detto ieri a Pontida, ma parecchie volte nei giorni precedenti: farebbe – d’accordo con chi ci sta - una nuova legge elettorale per permettere alla Lega di presentarsi vantaggiosamente da sola al voto anticipato del 2012.

Da dove viene fuori questa interpretazione?
Bossi ha pronunciato un discorso per battute. Ecco le più importanti:
• «Caro Berlusconi, la tua premiership è in discussione alle prossime elezioni, se non vengono approvate le nostre richieste, che vedrete elencate nella lista che vi daremo»;
• «Berlusconi dice di alzare le tasse, Tremonti dice che non si può perché i mercati ci farebbero fare la fine della Grecia. La guerra in Libia ci è costata un miliardo di euro tra bombe e immigrati che sono arrivati qui, tutti i clandestini arrivano dalla Libia. Per abbassare la pressione fiscale i soldi si possono trovare diminuendo le missioni di guerra che costano moltissimo»;
• «Giulio, lascia stare i Comuni, soprattutto quelli virtuosi, che i soldi li hanno. Ci vuole un nuovo patto di stabilità. Caro Giulio, se vuoi avere ancora i voti della Lega in Parlamento non toccare più gli artigiani e le piccole imprese, altrimenti metti in ginocchio il Nord»;
• «Se staremo con Berlusconi? Dipenderà dalle scelte che saranno fatte. Il sostegno della Lega a Berlusconi potrebbe finire con le prossime elezioni politiche»;
• «Tremonti ha fatto delle cose vergognose che neanche la sinistra aveva fatto. Già da martedì voteremo un decreto che mette i paletti all’azione di Equitalia»; • «Sui ministeri Berlusconi aveva già firmato il documento, poi si è cagato sotto»;
• «Che senso ha avere un ministero dell’Industria a Roma? A Roma c’è solo la cultura della burocrazia. Tutti i giorni saremo lì»;
• «Berlusconi non dia nulla per scontato. Può darsi che la Lega dica stop».
• «Se adesso facciamo cadere Berlusconi favoriamo la sinistra. Non ci prenderemo la responsabilità di far andare in malora il Paese. Non possiamo andare da soli anche quando vogliamo. Non ci prenderemo la responsabilità di mandare in malora il Paese, ma può darsi che la gente ci dica stop, basta con Berlusconi, ed allora dovremo decidere tutti assieme».

Sembrerebbe piuttosto che Bossi oscilli. Che voglia nello stesso tempo far cadere il governo e non farlo cadere.
Beh, vediamo le richieste contenute nel volantino. Sono 13, anche se il volantino dice che sono 12 (i discorsi di ieri erano pieni di svarioni, il ministero dell’Industria non esiste più da un pezzo, la storia della Villa Reale a Monza messa a disposizione dal sindaco è un falso perché la Villa non appartiene al sindaco di Monza ma a un consorzio di cui fa parte anche il comune di Milano; l’accenno alla Destra storica è da mani nei capelli, di Rudinì – il presidente del Consiglio del 1898 – era oltre tutto un destro che se la faceva con i radicali, e federalista a tutto tondo). Limitiamoci alle richieste che dovrebbero essere approvate dal consiglio dei ministri entro due settimane, cioè prima di domenica 3 luglio dimezzamento del numero dei parlamentari, senato federale e, soprattutto, riduzione dei contingenti impegnati all’estero.

Riduzione? Quindi non «fine della guerra in Libia»?
No, è una richiesta più moderata rispetto alle grida degli ultimi giorni e anche rispetto al discorso pronunciato poi da Maroni. Ma che possibilità ha di passare in consiglio dei ministri? È in gioco la politica delle alleanze di un governo piuttosto debole nella considerazione degli altri stati. E il dimezzamento dei parlamentari? Ma se non c’è mai riuscito nessuno! I 13 punti sembrano fatti apposta per andare allo scontro.

La storia dei ministeri?
Appunto. A Roma Polverini e Alemanno stanno preparando le barricate. Il presidente della Campania, Caldoro, annuncia una mozione parlamentare per il Sud, in cui si sosterrà – invece – la necessità di un piano per il Mezzogiorno. Parecchie altre richieste sono destinate ad accendere scontri. Bossi vuole la difesa degli evasori, cioè tagliare le unghie a Equitalia e difendere gli imbrogli degli allevatori che hanno fatto i furbi con le quote latte. Piuttosto irricevibile.

I leghisti sul prato come hanno reagito?
Erano stati scelti con cura, hanno avuto il permesso di fischiare solo quando Bossi ha messo in dubbio l’opportunità di far cadere Berlusconi. Per il resto esaltazione del Capo e fiducia cieca in Lui. Un tizio che s’è presentato con uno striscione in cui si chiedeva l’abolizione delle province è stato allontanato con decisione. Gli incazzati che telefonano a Radio Padania sono stati tenuti a distanza. La cifra di 80 mila presenze, fornita da Calderoli per superare i 50 mila del 2009, non sta né in cielo né in terra

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 20 giugno 2011]
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