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 2011  giugno 20 Lunedì calendario

Sulla Grecia: «[...] nell’evenienza di un default, di una situazione di insolvenza delle finanze elleniche, la prima cosa da fare sarà isolare la Grecia e le sue banche con un vero cordone sanitario-finanziario, perché il contagio non si propaghi al di là dei suoi confini, e a tutta la zona Euro gremita di banche che a loro volta si sono esposte in passato verso Atene

Sulla Grecia: «[...] nell’evenienza di un default, di una situazione di insolvenza delle finanze elleniche, la prima cosa da fare sarà isolare la Grecia e le sue banche con un vero cordone sanitario-finanziario, perché il contagio non si propaghi al di là dei suoi confini, e a tutta la zona Euro gremita di banche che a loro volta si sono esposte in passato verso Atene. La Banca centrale europea, la Bce, è pronta a fare la sua parte: anche con una forte creazione di liquidità, come molti degli addetti ai lavori hanno capito già da qualche tempo [...] Il «piano A» , chiamiamolo così, è quello più immediato che sta per essere adottato al Lussemburgo: quinta tranche degli aiuti Ue-Fmi da versare a luglio, 8,7 miliardi dalla Ue e 3,3 miliardi dal Fmi, 12 in tutto. Poi il «piano B» , seconda «gamba» dello stesso progetto, che dovrebbe partire a settembre e garantire il finanziamento del debito greco fino a metà 2013. In totale, 110-120 miliardi: 20-30 in arrivo dalle privatizzazioni greche, 20 dal «rollover» volontario delle banche che accetterebbero di non mettere all’incasso i titoli greci in scadenza, rinegoziandoli nel tempo; e 60-70 miliardi da Ue e Fmi. Infine il piano «C» , quello riservato alla possibilità più remota. Scattato eventualmente il default, e disposta la «cintura anti contagio» intorno alla Grecia e alle sue banche, l’accordo prevede che i Tesori o governi nazionali – compreso quello americano, e il tedesco, e il francese, e tutti gli altri -intervengano a ricapitalizzare le proprie banche più a rischio, soprattutto quelle che più sono esposte sul fronte dei Cds, i titoli derivati di copertura contro il rischio di insolvenza, richiesti e ottenuti a suo tempo da una vasta clientela (chi li ha in mano correrebbe ovviamente a riscuoterli in banca). L’ultima linea ideale di contenimento del «morbo» sarebbe presidiata dalla Bce: che in caso di affanno delle banche nazionali nell’opera di ricapitalizzazione, interverrebbe con creazione e iniezione di forte liquidità. Poi, di nuovo, tutti intorno al «paziente dell’economia mondiale» . Luigi Offeddu