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 2011  giugno 20 Lunedì calendario

I DIRITTI DEI FILM D’AUTORE FINITI NEL PARADISO FISCALE

Mistero Lyon. Una sconosciuta e impenetrabile società dell’Isola di Man, la Lyon Film Limited, è titolare di un’importante quota dei diritti di sfruttamento di alcuni capolavori del cinema italiano anni 60. Nella library di Lyon Film ci sono memorabili pezzi di storia della cinematografia italiana come «Il Sorpasso» e «I Mostri» di Dino Risi ma anche altre 35 pellicole, più o meno famose, ancora di Risi o di Luchino Visconti, Mauro Bolognini, Roger Vadim, Franco Zeffirelli, Fritz Lang eccetera, e titoli come «Gli anni ruggenti» , «Il Mattatore» , «I Tartassati» . Un patrimonio del cinema, soprattutto tricolore, che periodicamente transita sulle reti tv o viene rilanciato su dvd e altri supporti. Quando succede genera diritti a favore dei proprietari, cioè i produttori originari. Un rivolo di soldi che in parte finisce in una palazzina a cento metri dal porto di Douglas, capitale dell’Isola di Man, piccolo e autonomo lembo di terra che spunta nel mare tra la Gran Bretagna e l’Irlanda. Qui al numero 16 di St. Georges Street (poco distante dalla casa natale dei fratelli Gibb, in arte Bee Gees), ha sede, appunto, la Lyon Film. Chi la gestisce? Un ragioniere del luogo? Un commercialista di Dublino? No. L’amministrazione è affidata a uno svizzero di Lugano, tale Cesare Guglielmone. Sarà lui il «padrone» ? Una rapida ricerca e si capisce che Guglielmone non è il proprietario della Lyon ma un prestanome, il classico fiduciario che «copre» i reali azionisti. Riassumiamo: c’è qualcuno (italiano?) che incassa i diritti su una lunga serie di capolavori del cinema, ma lo fa tramite una finanziaria dell’Isola di Man gestita da un fiduciario svizzero. Abbastanza contorto ma abbastanza chiaro. È la classica manovra di chi vuole evitare due cose: essere scoperto, pagare troppe tasse. Che cos’è, del resto, l’Isola di Man? Un raffinato quanto riservato paradiso fiscale, cioè il tipico Stato sirena che vive sulle disgrazie (evasione-elusione) altrui. È un paradiso fiscale «combattuto» dai governi di mezzo mondo ma allo stesso tempo, pur nella sua autonomia, è una dipendenza della Corona britannica e infatti il capo dello Stato è la regina Elisabetta II. Una contraddizione. Chi si cela dunque dietro la Lyon Film? Buio. Del resto uno non va per caso all’Isola di Man. Si sa però come e quando nasce Lyon. È l’erede, il successore del produttore originario, la Incei Film. Dunque una volta esisteva la Incei Film che ha prodotto o co-prodotto quelle 37 pellicole. Per esempio «Il Sorpasso» e «I Mostri» sono stati co-prodotti con Mario Cecchi Gori e altri. La Incei Film venne messa in liquidazione nel 1990 quando si spogliò del suo patrimonio di film, acquisito «in qualità di successore e avente causa» dalla finanziaria dell’Isola di Man. E pochi giorni fa la Lyon ha comunicato (come prevede la legge) «che intende continuare nell’esercizio dei diritti di utilizzazione economica» delle 37 opere cinematografiche «per tutta la durata di protezione delle stesse…» . Il fiduciario Guglielmone, che una quindicina d’anni fa lavorò nella Banca di Credito e Commercio di Lugano posseduta dalla finanziaria milanese Gemina, vigila sulla riservatezza. Non è l’unico caso di un ricco portafoglio di diritti cinematografici finiti in paradisi fiscali. Anni fa si seppe di un pacchetto di una sessantina di film storici («La Grande Guerra» , «Guardie e Ladri» , «L’oro di Napoli» ) trasferiti da un centro off shore all’altro per finire in una società del Lussemburgo. Ma sotto sotto c’era il marchio De Laurentiis. La Lyon Film Limited, invece, è un mistero ben protetto dalle leggi dell’Isola di Man. Mario Gerevini mgerevini@corriere. it