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 2011  giugno 20 Lunedì calendario

GIAPPONE, ANCHE IL TÈ È RADIOATTIVO

Ora non si berrà più in Giappone, a tutte le ore, con il caldo o con il freddo, il tè verde, l´onorevole tè. Gloria nazionale, prodotto nazionale, anche il tè è stato contaminato dalle radiazioni di Fukushima. E se ne berrà poco anche in Europa e in America perché le esportazioni sono state bloccate. Il danno economico è rilevante, le verdi foglioline del raccolto di giugno andranno al macero: tè radioattivo, dove mai verrà smaltito? Il latte prodotto dalle mucche contaminate viene semplicemente versato sul terreno, si è visto farlo in televisione, e assorbito dalla terra, così si contamina anche quella. Ma il tè non si può versare per terra, prima che sia bevanda si tratta di foglie.
La notizia che il tè prodotto in una delle zone di piantagioni più ricche dell´arcipelago, a Minamiashigara, è radioattivo ha colpito l´opinione pubblica prima di tutto perché si tratta di un´area a sud, che dista più di trecento chilometri da Fukushima e così non si crede più ai parametri di distanza di sicurezza dalla centrale danneggiata fissati dal governo. Ma per la sensibilità popolare gioca anche il fatto che il tè è un prodotto simbolico del Paese del Sol Levante, un tè che si vuole migliore di qualsiasi altro tè prodotto al mondo, compreso quello cinese: sul tè si è costruita tutta una cultura, la cultura della Cerimonia del tè che in Giappone viene officiata spesso, nelle case private, nei circoli pubblici, nelle famose case da tè che sono luoghi appositi, semplici capanne o sale sontuose dove si svolge con una rigida codificazione un rito che riassume la concezione estetica giapponese, vasellame raffinato anche se di fattura apparentemente semplice, dolci preparati apposta, e il maestro che mescola il tè verde, ridotto in polvere per la cerimonia, e lo versa ai partecipanti che lo sorbiscono con la compostezza di chi è consapevole di compiere un gesto sacro.
E adesso? Si ha un bel dire che la contaminazione riguarda soltanto il raccolto di quest´anno (e ancora non si sa di quanti anni a venire) ma la psicosi si sta diffondendo in un paese dove non ci sono più certezze di sorta. E la gente teme che le autorità abbiano taciuto su guasti minori alle centrali nucleari negli anni passati, cosa che purtroppo è avvenuta. Così si profila il pericolo che non si svolgano più cerimonie del tè, se ne parla in questi giorni, ci si domanda se una catastrofe simile di perdita di identità e cultura, debba mai aggiungersi alle altre, certo più terribili e devastanti. Ma con la fine del tè è come se tutto l´edificio Giappone stesse crollando. C´è chi organizza cerimonie del tè dell´addio, si leggono annunci in tal senso sulla stampa: ma c´è anche chi controbatte sostenendo che i livelli di cesio rilevati per chilo di tè in foglie è nell´ordine dei 679 becquerel (mentre 500 sarebbe il massimo consentito) e non possono portare danno alla salute dei consumatori. «Il tè è usato in piccole quantità e si deve farne un infuso con l´acqua. Per danneggiare la salute bisognerebbe consumare un chilo al giorno di foglie per un anno intero» sostengono i dirigenti dell´Associazione giapponese produttori di tè. Reclamano quindi che vengano rivisti i livelli standard di sicurezza almeno per il tè mentre per la frutta e la verdura distribuite a livello locale nessuno dice niente.
Comunque il danno è già stato fatto, il tè verde giapponese rischia la messa al bando totale come se fosse un cetriolo qualunque. La stessa sorte tocca a tutti i prodotti ricavati dal tè verde dalle "miracolose proprietà", come si diceva fino a ieri. È stata per anni convinzione comune che bere tre o quattro tazze di tè verde al giorno costituiva una efficace prevenzione contro il cancro della pelle, lo avevano assodato approfonditi studi della American Medical Association: ora gli studi sono tutti da rifare, il mondo sta cambiando.