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 2011  giugno 20 Lunedì calendario

CORSIVI - C’è

un solo errore che la sinistra non deve fare in questo momento, e da ora in poi: considerare Berlusconi finito (dal punto di vista politico, sia chiaro; di tutto il resto, a noi non solo non interessa, ma non deve interessare). I segnali che lo sia ci sono, e sono tanti; ma l’errore decisivo potrebbe essere quello di confondere il desiderio con la certezza, e discutere fin da ora come riposizionare tutta la politica italiana dopo, oppure come considerare in prospettiva storica questo (quasi) ventennio. No, per ora Silvio Berlusconi è il presidente del consiglio, e fino a quando lo sarà non potrà considerarsi definitivamente sconfitto. Di conseguenza, bisogna ancora batterlo.
Infatti, la fine politica di Berlusconi non avverrà nemmeno quando il suo governo sarà finito, ma quando si verificherà una di queste due ipotesi: la prima, che non si ricandida più; la seconda, che si ricandida e perde. Fino a quel momento, considerare l’era Berlusconi finita, può essere un errore più che grave, imperdonabile. È già successo altre due volte che sia stato considerato finito, e le altre due volte è stato commesso lo stesso errore che si potrebbe commettere ora. E il vento è cambiato ancora, e ci ritroviamo nella situazione di oggi.
Certo, ora le difficoltà sembrano davvero enormi; eppure esiste ancora l’ipotesi, sia pure faticosa o improba, che il suo governo rimanga in carica per altri due anni. E due anni sono lunghissimi.
La sinistra deve occuparsi di se stessa per farsi trovare pronta il giorno della caduta del governo. Deve mettere in campo un programma serio e convincente; deve comporre le alleanze intorno a questo programma; deve cercarsi un leader – se si vogliono le primarie, si indichi una data e si facciano. Deve fare queste tre cose nell’ordine che si ritiene migliore. Perché oggi, se cadesse il governo, come si chiede tutti i giorni da molti mesi, non avremmo pronta nessuna delle tre.