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 2011  giugno 20 Lunedì calendario

IL “39” PORTA SFORTUNA. KABUL IN TILT PER UN NUMERO


Non bastavano la guerriglia dei talebani e le bombe dei kamikaze. Ora anche la superstizione contribuisce ad aumentare il caos in Afghanistan. Gli automobilisti del Paese asiatico, infatti, non vogliono per nessun motivo una targa che abbia il numero “39”, che viene associato alla prostituzione. Per ragioni che non sono molto chiare, chi si ritrova con quelle due cifre viene bollato da tutti come un “pappone”.
Il tutto non avrebbe un’origine religiosa, come spiegano gli stessi imam. Anzi, il Corano ha versi col numero 39 e negli altri Paesi islamici questo problema non esiste. C’è però qualche ipotesi su come sia nato questo fenomeno. Si dice che tutto sia cominciato con un noto protettore che vive e opera nel vicino Iran. Sulla sua targa campeggia il numero 39 e a questo è stata associata una cattiva fama. Anche se dalle parti di Teheran nessuno si comporta come in Afghanistan. La motorizzazione di Kabul è in pratica paralizzata per le proteste e le domande per una nuova targa che arrivano dagli automobilisti. Prima di questa “crisi” riusciva a immatricolare in media 7080 veicoli al giorno. Ora invece è difficile arrivare a tre, e in futuro la situazione potrebbe peggiorare visto il diffondersi di questa mania. «Non posso accettare che la mia auto abbia il 39», ha detto un automobilista in rivolta. «Ne ho abbastanza delle offese della gente». Sì, perché gli sfortunati che si ritrovano per puro caso il numero vengono derisi da tutti, raccolgono grida di disapprovazione nelle strade, e insulti di vario genere.
Non parliamo poi del caso in cui sia un tassista ad avere quel segno infame sulla sua targa. «Quando mi vedono trasportare clienti donne sulla mia macchina è finita, diventa imbarazzante fare il mio lavoro», ha spiegato Ahmad. E si cercano così tutta una serie di soluzioni, più o meno lecite. Ahmad ha provato anche a vendere la sua automobile ma nessuno logicamente l’ha voluta comprare dopo aver visto quel maledetto 39. I più furbi si rivolgono a carrozzerie specializzate nel modificare i numeri delle targhe, con tanto di pennellino: cambiano la forma del 9 o del 3 in 8. C’è chi, invece, va direttamente alla fonte del problema, ed è disposto a sganciare una mazzetta di 300 dollari ai funzionari della motorizzazione per avere una “buona” targa.
Fatto sta che i numeri vengono di solito distribuiti automaticamente e proprio ora c’è una serie che inizia col 39. Le autorità naturalmente non possono sconvolgere il loro sistema solo per far felici gli automobilisti. «Secondo la legge, noi dobbiamo dare le targhe col 39. Non è un nostro problema se la gente è ignorante e superstiziosa», ha detto Nuruddin Hamdard, capo del Dipartimento per la Mobilità di Kabul. Il caos si è diffuso in tutto l’Afghanistan ma è partito dalla città occidentale di Herat, dove fra l’altro c’è il comando del contingente militare italiano. Lì è impossibile trovare una targa col 39, è stato tolto da tutte. E questo fenomeno sta avendo anche una certa influenza sul fiorente mercato dell’automobile. I rivenditori sono costretti a fare cospicui sconti sulle macchine con l’infame segno. Un’auto da 12.000 dollari può essere comprata per 7.000. Ma la mania del numero maledetto si è diffusa in tutti gli ambiti. Dai cellulari fino agli indirizzi delle abitazioni. Chi non lo cancella subito non solo viene sommerso di improperi ma di telefonate a casa in cui gli viene chiesto: «Hai per caso delle prostitute?». Perfino sull’età si deve usare un trucco. I 39enni devono dire: «Mi manca un anno ai 40».

Alessandro Carlini