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 2011  giugno 20 Lunedì calendario

L’ estate è arrivata anche in Giappone, e quest’anno porta con sé la necessità del setsuden, ovvero dei risparmi energetici

L’ estate è arrivata anche in Giappone, e quest’anno porta con sé la necessità del setsuden, ovvero dei risparmi energetici. Con la centrale di Fukushima ancora fuori gioco dopo il terremoto e lo tsunami che l’hanno colpita l’11 marzo scorso, l’intera regione del Kanto (l’area del nordest, che include Tokyo) è a corto di elettricità, e ognuno cerca idee e stratagemmi per utilizzare meno energia del solito, dato che se si oltrepassassero certi limiti, si renderanno necessari i black out a orari fissi che tutti cercano di evitare. Così, si cerca dove tagliare e risparmiare, con speciali interruttori che spengono gli elettrodomestici e gli apparecchi elettronici quando non sono in uso, luci abbassate nei negozi e per le strade, e una nuova frugalità diffusa. L’aria condizionata, naturalmente, è fra i primi lussi ad essere messi in discussione, malgrado le alte temperature dell’estate giapponese, e le idee che vengono messe in giro per mantenersi freschi senza ricorrere ai condizionatori riescono a far sorridere, anche in questi periodi di catastrofe. L’obiettivo è quello di tenere i termostati a 28 gradi – cioè, riuscire a non accenderli proprio per quanti più giorni possibile. Per gli impiegati, già da alcune settimane è stato compilato un nuovo codice vestiario, chiamato «Super Cool Biz», che dovrebbe consentire di stare a maggior agio malgrado l’afa estiva: si farà a meno del vestito giacca, pantaloni e cravatta per gli uomini, che sono autorizzati a recarsi in ufficio con una polo, dei sandali, o perfino una camicia hawaiiana, chiamata «camicia Aloha» in Giappone, se lo desiderassero. A Tokyo, e in molte altre città che risentono della penuria di energia elettrica, i salarymen, ovvero gli impiegati, si devono ora recare in ufficio un’ora prima, quando il clima è più fresco, per quanto una volta arrivati debbano raggiungere a piedi il loro piano, dato che la maggior parte degli ascensori sono fermi. Le finestre degli uffici vengono ora lasciate aperte, e per quanto tutto sia teso a limitare gli sprechi energetici, resta importante mantenere un certo decoro. Così, né le infradito (per quanto associate, nella mente di molti, proprio al Giappone) né i pantaloni corti sono ammessi, ma si può fare a meno della giacca, e soprattutto della cravatta anche quando si indossano scarpe chiuse e pantaloni. La campagna del «Super Cool Biz» è co-sponsorizzata dal gruppo di moda casual Uniqlo, che del resto ha calcolato che il nuovo codice di abbigliamento potrebbe avere dei risvolti positivi sui consumi – depressi dal giorno della catastrofe – dato che per mettere al passo il proprio guardaroba i salarymen dovrebbero spendere una media di 200 euro a testa. Alcune linee ferroviarie urbane (molte di queste sono private, in Giappone, per cui è difficile imporre un regolamento valido per tutte) hanno deciso che risparmieranno energia come potranno spegnendo il condizionatore dei vagoni dall’1 alle 3, ore calde ma a basso traffico, e aprendo le finestre delle vetture. Altrove, come nella città di Gifu, il governo locale ha perfino deciso di imporre delle sieste pomeridiane per tutti, decidendo che le ore più calde possono essere rese più sopportabili se ogni impiegato le trascorre a casa sua, combattendo la spossatezza causata dal calore con una bella pennichella, da luglio a settembre. L’idea è stata battezzata «Siesta Holiday», e spera di portare a un risparmio energetico complessivo dell’11% per l’anno in corso. L’unico neo della «Siesta Holiday», però, è che le ore passate a farsi un sonnellino nel mezzo della giornata saranno sottratte ai giorni di vacanze complessivi di ogni impiegato.