Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Abbiamo il nuovo presidente degli Stati Uniti e le Borse ne hanno subito approfittato per andar giù...
• Forse Obama ha preso qualche decisione strana o ha fatto annunci pericolosi?
No, niente di tutto questo. Prima di tutto, il Presidente si insedierà solo tra 76 giorni e non può quindi prendere alcuna decisione. Ieri, infatti, il New York Times ha scritto che Bush non intende minimamente rinunciare alle sue prerogative in questo periodo di mezzo e che potrebbe voler mettere il suo timbro sulla fase di transizione.
• L’attacco all’Iran?
No, non dovrebbe trattarsi di questo. Ieri è arrivato un messaggio piuttosto caloroso di Ahmadinejad al neo-eletto e Tzipi Livni, che potrebbe essere il prossimo premier israeliano, ha ammonito gli Stati Uniti a non tentare aperture con l’Iran, dato che Teheran potrebbe facilmente credere a una debolezza americana. Quello è un punto possibile di crisi, ma il New York Times, che, ricordiamolo, è una delle testate americane più autorevoli, allude a qualcos’altro: «I consulenti di Bush stanno lavorando per cambiare regole e regolamenti sull’ambiente, sulle libertà civili e sull’aborto e non per il meglio. Potrebbero servire mesi o anni al prossimo presidente per riparare al danno compiuto». Quindi l’elezione di Obama, le sue prime scelte relative al cosiddetto governo di transizione, le voci secondo cui Hillary potrebbe diventare ministro della Giustizia, no, tutto questo non ha pesato sulla nuova caduta delle Borse. Ieri, anzi, è stata una giornata di festa in tutto il mondo, in Africa e in particolare in Kenia centinaia di bambini sono stati battezzati col nome di Obama, anche negli Stati Uniti si segnala un piccolo per il quale i genitori hanno scelto questo nome, tutti pensano che sia arrivato sulla faccia della Terra una specie di messia al punto che l’Economist - il più importante settimanale economico del mondo - ha pubblicato un editoriale intitolato Great Expectations in cui si invita il Presidente a «ricalibrare attese irragionevoli» e a chiarire ad amici e rivali i limiti della sua presidenza. L’Economist ricorda anche, come esempio negativo e da evitare, Jimmy Carter «un presidente moralista che fece sembrare deboli gli Stati Uniti».
• Ma se le cose stanno così, perché le Borse sono cadute?
Per prima cosa, lei deve ricordare che nei giorni scorsi le Borse di tutto il mondo hanno fatto dei bei salti in alto. Proprio perché gli operatori sapevano che sarebbe stato eletto Obama e che questo avrebbe ricreato un clima di fiducia, sia pure in modo un po’ irrazionale. Quindi, l’effetto Obama è già stato scontato, come accade sempre quando è in arrivo un avvenimento importante. Cioè, la Borsa si muove sempre prima che l’evento si verifichi ed è quasi normale che quando poi l’evento si produce si sgonfi. Infatti non ha avuto nessun effetto neanche il taglio del tasso di sconto deciso da Trichet: era previsto.
• Il tasso è stato tagliato? Il denaro costa meno? Allora i mutui...
L’Euribor sta andando giù, ma molto lentamente. Ieri stava a 4,59. Siccome Trichet ha portato il costo del denaro al 3,25, si tratta ancora di un differenziale di 1,34 punti. molto. In ogni caso, le Borse sapevano già che il 6 novembre i tassi sarebbero stati tagliati di un altro mezzo punto e sanno già che tra un mese ci sarà un nuovo taglio di un quarto o forse di un mezzo punto. In America, dove il tasso d’interesse è adesso all’1%, Bernanke vuol portarlo allo 0,5%, cioè ampiamente sotto l’inflazione.
• Lo dice come se questi tagli dei tassi non fossero notizie positive.
Lei capisce che un tasso sotto l’inflazione segnala una malattia. La Banca d’Inghilterra ha tagliato il suo tasso di sconto addirittura di un punto e mezzo, portandolo di colpo al 3%, cioè sotto a quello di Francoforte. Un livello che a Londra non si raggiungeva dal 1954. In Borsa, lo spropositato taglio inglese viene vissuto come il segnale che lassù i problemi sono ancora molto grossi e che qualcosa di grave deve succedere. Del resto, i tonfi di ieri sono stati notevoli: Francoforte -7,1%, Parigi -6,32, Londra - 5,67. Milano, che ha perso il 4,68, è stata una delle migliori. Mediaset, Seat e Unicredit hanno accusato crolli superiore all’8%. C’è anche la fuga della gente dai fondi d’investimento, che a ottobre hanno perso ancora 23 miliardi. Questo è il periodo dei riscatti dagli hedge fund e, a quanto si sa, è una valanga anche lì. La crisi non è affatto finita e non illudiamoci che Barack sia il messia. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 7/11/2008]
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