Mario Baudino, La Stampa 7/11/2008, 7 novembre 2008
Bisognerà leggere con più attenzione L’Informatore Agrario, da cui Antonio Pascale (scrittore di spigolosa eleganza: Passa la bellezza, pubblicato tre anni fa da Einaudi, è un ottimo romanzo) trae informazioni interessanti
Bisognerà leggere con più attenzione L’Informatore Agrario, da cui Antonio Pascale (scrittore di spigolosa eleganza: Passa la bellezza, pubblicato tre anni fa da Einaudi, è un ottimo romanzo) trae informazioni interessanti. Per esempio, lo sapevate che ha affrontato a viso aperto addirittura due mostri sacri come Pietro Citati o Carlin Petrini? Pascale ricorda questi episodi in Scienza e sentimento, appena uscito per Einaudi. Uno riguarda il rimpianto del celebre saggista per i pomodori d’un tempo, che ricorda di una bontà infinita, spariti per sempre. L’Informatore gli chiede su quali basi scientifiche si basasse questa affermazione, non ottenendo risposta. Petrini rimpiange il latte d’alpeggio, che era così buono, una volta. Gli viene spiegato che in certi periodi, quando le vacche mangiavano determinate erbe, era pessimo, anzi puzzava. Infine Dario Fo, Grillo, Capanna: tutti a compiangere i poveri contadini obbligati a comprare i semi dalle multinazionali che producono i vituperati Ogm, senza speranza di poter ripiantare quelli ottenuti dal proprio raccolto. C’è un problema, scrive Pascale, che di mestiere fa l’agronomo. Dagli Anni Sessanta nessun contadino mette a dimora i propri semi. Solo che gli intellettuali non lo sanno. Né, sembra, vogliono saperlo.