Stefano Sacchi, la Repubblica 7/11/2008, pagina 61, 7 novembre 2008
la Repubblica, venerdì 7 novembre Forse è per questo passato complicato che non esulta felice dopo i gol come tutti gli altri calciatori del mondo
la Repubblica, venerdì 7 novembre Forse è per questo passato complicato che non esulta felice dopo i gol come tutti gli altri calciatori del mondo. Anche dopo la prima rete in Champions League, segnata martedì sera a Nicosia con l´Anorthosis in una partita rocambolesca, Mario Balotelli ha abbozzato un sorriso e allargato le braccia per un attimo, prima di riprendere a caracollare con la sua andatura caratteristica. Perché, dietro i lampi di una carriera da fenomeno precoce, il 18enne attaccante dell´Inter vive una vicenda difficile. E ieri ha affidato la sua rabbia a un comunicato pubblicato sul suo sito personale e dedicato ai genitori naturali, Thomas e Rose Barwuah, con i quali ha condiviso solo i primi mesi di vita: «Vorrei chiarire pubblicamente un paio di cose. Nessuno li ha mai costretti ad abbandonarmi in ospedale e a sparire negli anni successivi all´affido. Perché escono allo scoperto solo adesso che sono diventato un giocatore di serie A? Con loro non c´è nessun legame, per me sono degli estranei». Amarissima la chiusura: «Penso che, se non fossi diventato Mario Balotelli, di me ai signori Barwuah non gliene importerebbe nulla». Thomas e Rose lo hanno messo al mondo a Palermo nel 1990, ma, all´età di due anni, Mario è stato dato in affido alla famiglia Balotelli: papà Franco, mamma Silvia, i fratelli Corrado, Giovanni e Cristina. Ed è con loro che è cresciuto prima a Brescia e poi a Concesio, un paese nei dintorni della città lombarda, non lontano da Bagnolo Mella, dove si sono stabiliti i genitori naturali. Lo sfogo di Mario nasce da alcune interviste rilasciate dai Barwuah nelle ultime settimane, ricostruzioni del passato che evidentemente hanno molto ferito l´azzurrino. Dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana nello scorso agosto, Balotelli ha ancora un sogno: «Spero di essere adottato da quelli che considero i miei veri genitori». E poi c´è un desiderio comune a tutti gli altri compagni nerazzurri: vedere già domenica con l´Udinese un miglioramento rispetto alle ultime uscite della squadra Campione d´Italia. Proprio per questo motivo, ieri Massimo Moratti si è sentito con Josè Mourinho. Nessun allarme, ma solo la volontà di parlare di questo momento non esaltante. Tutta la società si stringe intorno alla squadra: il dt Marco Branca e il consulente di mercato Lele Oriali hanno seguito l´allenamento di ieri mattina alla Pinetina. Senza dimenticare di tenere sotto osservazione i possibili campioni di domani: la settimana scorsa un osservatore dell´Inter ha seguito il fantasista brasiliano del Bayer Leverkusen, Renato Augusto, 20 anni. Stefano Sacchi