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 2008  novembre 07 Venerdì calendario

la Repubblica, venerdì 7 novembre  il volo che più di ogni altro si avvicina a quello di Dedalo e Icaro, che incarnano il desiderio dell´uomo di librarsi nell´aria come un uccello

la Repubblica, venerdì 7 novembre  il volo che più di ogni altro si avvicina a quello di Dedalo e Icaro, che incarnano il desiderio dell´uomo di librarsi nell´aria come un uccello. Il primo essere umano a volare in cielo senza un motore è Otto Lilienthal: nel 1881 si stacca da terra con un mezzo che assomiglia agli attuali deltaplano. Il tedesco si reggeva all´attrezzo facendo passare le braccia nelle strutture centrali delle ali artificiali. In tal modo riusciva a controllare la direzione del volo con gli spostamenti del corpo, in avanti, indietro e lateralmente. Anche Lilienthal iniziava l´ascesa verso il cielo prendendo velocità lungo la china di una collina, possibilmente contro vento, sfruttando poi, le correnti ascensionali. Ma, il suo, non era certo l´affidabile e sicuro deltaplano dei nostri giorni, per la cui nascita bisogna attendere la fine degli anni Quaranta. Nel 1948, infatti, l´ingegnere italoamericano Francis Melwin Rogallo brevetta quella che egli chiama l´"ala flessibile", detta anche "ala Rogallo". Le ricerche dell´ingegnere, che a quel tempo era un tecnico della Naca, l´agenzia da cui nacque la Nasa, erano finalizzate a creare un mezzo semplice e poco dispendioso, tale da poter essere comperato da chiunque. L´idea fu così geniale che la Nasa ne approfondì i risultati perché voleva far evolvere quell´ala flessibile in un sistema di frenaggio per far atterrare i veicoli di ritorno dai voli spaziali, come le capsule Gemini. L´ala venne ripetutamente sperimentata, anche se non trovò mai una vera e propria applicazione e così in campo spaziale fu abbandonata. Ma quegli esperimenti permisero di capire che era la forma a "delta" a conferire all´aquilone di Rogallo le sorprendenti caratteristiche aerodinamiche. Bisogna però attendere gli anni ´60 per veder troneggiare il parapendio sulle spiagge dell´Australia. A Grafton, amatori di sci nautico che si fanno trascinare in mare da aquiloni, ma con pessimi risultati, vedono un autogiro (un particolare tipo di elicottero) volteggiare in cielo. Si mettono in contatto con il pilota, John Dickenson e gli chiedono se è in grado di costruire "aquiloni" che riescano a sollevare persone da terra. Dickenson è pronto - anche perché conosce l´ala Rogallo - e nell´arco di pochi mesi partorisce il deltaplano così come lo conosciamo oggi: con il pilota cioè, appeso al centro del trapezio a guidare l´ala volante. Rogallo, che ancora oggi a 96 anni è interessato al volo libero, chiede a Dickenson di inviargli i suoi progetti per testarli in galleria del vento, a Langley. Negli Stati Uniti il deltaplano prolifera in poco tempo. Nel 1969, anno della conquista della Luna, Bill Bennet fa un giro trionfale attraverso tutti gli USA e sorvola la statua della Libertà nel "giorno dell´indipendenza". In Italia il deltaplano diventa tutt´uno con il nome di Angelo d´Arrigo, che oltre a accumulare innumerevoli vittorie e record, è il primo uomo a sorvolare l´Everest in volo libero. Con un deltaplano poi, guiderà per 5300 chilometri uno stormo di gru siberiano nate in cattività, portandole nel loro habitat naturale. Forse nessuno meglio di Arrigo può dare un senso a questo sport. «L´ampiezza degli spazi aerei, la libertà di non seguire un percorso stabilito da una strada e i tuffi in picchiata nel vuoto con le ali dispiegate a reggere il peso, le accelerazioni gravitazionali nelle virate, la terza dimensione... tutto tende all´aria». Luigi Bignami