Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Secondo giorno di sciopero dei Tir e grossi disagi dappertutto. I Tir trasportano le cose da dove si producono a dove si consumano e se smettono di portarle le conseguenze possono essere gravissime...
• Potrebbe mancare la benzina?
Le associazioni di categoria sostengono che l’80 per cento dei distributori è già vuoto. I prefetti si sono raccomandati di tenere in riserva almeno un migliaio di litri per rifornire le ambulanze e qualche mezzo pubblico. Il blocco degli autobus e dei taxi nelle città è probabile. Gli scaffali dei supermercati cominciano ad essere vuoti e, ferma nei magazzini, la frutta e la verdura non può che marcire. Inoltre, la scarsità dei generi alimentari può farli aumentare di prezzo, che agisca o no la speculazione. C’è un problema anche con gli animali da allevament se non arrivano i mangimi, muoiono. Sono in grande difficoltà anche le fabbriche, dove si lavora a montare componenti che devono essere consegnate. Ieri la Fiat ha lasciato liberi 22 mila lavoratori perché sia a Termini Imerese che a Melfi che a Mirafiori non c’erano i pezzi con cui lavorare e quindi non c’era niente da fare. Si tratta di operai che dovranno andare per qualche giorno in cassa integrazione. Ci sono anche storie buffe, naturalmente, spettacoli che non possono debuttare perché non gli arrivano le scene, eccetera. Solo il grande Toni Servillo ha detto che stasera al Mercadante si farà regolarmente la Trilogia della Villeggiatura di Goldoni, pure a scena vuota. In effetti, tante volte, nel teatro di oggi le scene sono un sovrappiù.
• Ma i camionisti che vogliono?
In sostanza chiedono di essere aiutati per l’aumento del prezzo del gasolio. Solo che il governo non ha una lira e la Finanziaria è già fuori di quattro miliardi sul previsto. Il capo degli autotrasportatori si chiama Paolo Uggè, è un vecchio sindacalista del settore che poi è entrato in politica con Forza Italia, ha fatto il sottosegretario ai Trasporti nella precedente legislatura e adesso, benché sia alla Camera, s’è rimesso alla testa dei camionisti. Di blocchi dei Trasporti in vita sua ne ha fatti tanti. Ieri Sky lo ha intervistato e lui ha detto che l’80 per cento dei cittadini italiani è schierato con i suoi. Beh, non è ver ieri, sul sito del Corriere, alla domanda se si debba o no intervenire duramente contro gli autotrasportatori che stanno paralizzando il Paese, l’83% ha risposto di sì, che bisogna intervenire duramente.
• E si può?
Si può intanto impedire che vi siano atti vandalici, blocchi stradali e pestaggi dei camionisti che non vogliono scioperare. Cose che sono accadute soprattutto lunedì, ma un po’ anche ieri, quando la polizia ha dovuto persino scortare un automezzo che trasportava ossigeno. Ieri c’è stato questo incontro al ministero e dopo un’ora una parte dei rappresentanti sindacali s’è alzata e se n’è andata. Sette sigle però sono rimaste a discutere e non sembrano troppo propense a continuare la lotta. Senonché, se s’azzardano a mettersi al volante, scoppia la guerra mondiale. Qui scontiamo la scarsa protezione che le istituzioni e i sindacati garantiscono da sempre ai lavoratori che non sono d’accordo con chi sciopera. Il Paese deve assolutamente proteggere chi vuole scioperare, ma deve assolutamente proteggere anche chi non vuole scioperare. Tra l’altro questo è l’unico modo per capire la forza vera di un sindacato.
• Non c’è modo di farli smettere di scioperare? Mi pare che vogliano andare avanti fino a venerdì.
Sì, lo sciopero è stato proclamato fino a venerdì. Ma Prodi ieri sera ha prima rilasciato una dichiarazione molto dura («Le modalità di questo sciopero trovano la mia completa riprovazione») e poi ha annunciato la precettazione.
• Che significa?
Significa che il presidente del Consiglio oppure il ministro oppure il prefetto emettono un’ordinanza in cui ordinano la sospensione dello sciopero oppure la sua limitazione oppure il suo rinvio. Possono farlo tutte le volte che vi sia «il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente dei diritti della persona costituzionalmente tutelati...» provocato «dalla interruzione o dall’alterazione del funzionamento dei servizi pubblici». Naturalmente, gli scioperanti possono disobbedire all’ordinanza e continuare a tenere le braccia incrociate. In questo caso rischiano però da 258 a 516 euro per ogni giorno di disobbedienza. Qualche anno fa il personale Alitalia aggirò il precetto presentando simultaneamente, complici i medici, migliaia di certificati di malattia. Stavolta un trucco simile mi pare più difficile: un numero davvero grande di camionisti è costituito da padroncini, non da dipendenti. A chi può presentare il certificato medico un padroncino? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 11/12/2007]
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