Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 12/12/2007, 12 dicembre 2007
ROMA – L’idea era quella di una nomina fatta con la massima trasparenza: curriculum, buoni rapporti all’estero, capacità organizzative, e per una volta la politica fuori dalla porta
ROMA – L’idea era quella di una nomina fatta con la massima trasparenza: curriculum, buoni rapporti all’estero, capacità organizzative, e per una volta la politica fuori dalla porta. Ma la procedura per la scelta del nuovo presidente del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, sembra non aver eliminato i vecchi sospetti: uno degli esclusi, il vulcanologo Enzo Boschi, ha perso la pazienza e chiede «di sapere i motivi della sua bocciatura», uno dei sindacati del mondo della ricerca, l’Usi Rdb guidato da Rocco Tritto, parla di «trasparenza all’italiana». E tra i ben informati già circola il nome del vincitore. Finora il presidente del Cnr veniva scelto direttamente dal ministro dell’Università. Adesso non si può più. A primavera è arrivata la legge che riorganizza gli enti di ricerca e il ministro può sì ancora decidere, ma scegliendo fra tre nomi indicati da un comitato di esperti. Così ha fatto Fabio Mussi, che in realtà aveva scelto la stessa strada giù prima della legge. Ha nominato un comitato di dieci esperti, tra cui il direttore della Normale di Pisa, Salvatore Settis. E scelto come presidente Giorgio Parisi, fisico di fama internazionale, più volte vicino al Nobel, e vicino anche a Mussi, visto che ha firmato la sua mozione all’ultimo congresso dei Ds. Sono arrivate 43 candidature, anche quelle illustri di Paolo Prodi (fratello di Romano), del premio Nobel Carlo Rubbia e di Umberto Veronesi, che però non hanno risposto alla seconda chiamata. In quella lista il comitato ha scelto sei persone che saranno ascoltate domani per poi, con apposita relazione, indicare a Mussi i tre papabili. In teoria doveva restare tutto riservato fino alla fine, ma le fughe di notizie sono cominciate subito. Assieme ai mugugni di alcuni degli esclusi. Enzo Boschi ha scritto al presidente del comitato, Parisi, per sapere i motivi della sua bocciatura. Ma il presidente gli ha risposto che non si può: motivi di riservatezza, dirà tutto nella relazione al ministro. Un carteggio via e mail, in parte in inglese, con abbondanza di sarcasmo. «Ho stima per Mussi e per Parisi – si sfoga Boschi’ ma così mi hanno umiliato. Tanto valeva scegliere direttamente il nuovo presidente senza far sapere che gli altri sono stati bocciati». «La riservatezza – replica Parisi – non l’abbiamo violata certo noi. Mi sembra ci sia un po’ troppo nervosismo». Le indiscrezioni dicono che i tre finalisti saranno Luciano Pietronero, interno del Cnr, Emilio Bizzi, noto docente del Mit e, come sottolinea malignamente il sindacato delle Rdb, con un collaboratore di nome Camillo Padoa Schioppa, figlio del ministro. Ma in pole position ci sarebbe Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino. Ai bocciati non resta che aspettare il prossimo turno.