varie, 12 dicembre 2007
Guglielmo Pompili, di anni 53. Originario di Massa Carrara, tossicodipendente con piccoli precenti penali, viveva nella periferia di Milano in una casa popolare dove volentieri riceveva balordi, drogati, sbandati d’ogni sorta
Guglielmo Pompili, di anni 53. Originario di Massa Carrara, tossicodipendente con piccoli precenti penali, viveva nella periferia di Milano in una casa popolare dove volentieri riceveva balordi, drogati, sbandati d’ogni sorta. Martedì scorso fece accomodare qualcuno con cui forse s’accoppiò in camera da letto e che poi, chissà perché, gli ficcò nell’inguine un punteruolo o un cacciavite con tanta forza da segargli l’arteria femorale. Pompili, il sangue che spillava a fiotti dalla coscia, si trascinò fino all’ingresso, con le ultime forze aprì la porta, e subito dopo spirò. La badante di una vicina, finito il turno di lavoro, uscì sul pianerottolo, notò l’uscio socchiuso, fece capolino nell’appartamento e vide l’uomo a pancia in giù, tutto nudo, in una pozza di sangue. Prima delle 18.30 di martedì 11 dicembre al quarto piano di un palazzone in via Segneri 3, quartiere Giambellino, periferia sud-ovest di Milano.