Arianna Ravelli, Corriere della Sera 12/12/2007, 12 dicembre 2007
MILANO – I
minuti che passano, l’aereo che parte, il tassista che tergiversa o, almeno, se la prende comoda. Anche se quello che ti aspetta è un jet privato e il particolare ti rende un po’ diverso da un normale pendolare, la fretta resta la stessa. E poi anche i ricchi piangono e pure i jet privati hanno degli orari da rispettare. Così Michael Schumacher, che per la pubblicità aveva già fatto l’autista di pullmini e pure il giardiniere, l’altro giorno in Germania è diventato tassista. «Ti spiace se guido io?», e il signor Tuncer Yilmaz, il conducente, viene gentilmente fatto accomodare al posto del passeggero. Com’è andato? « stata la più grande turbo-figata della mia vita – ha raccontato in modo colorito il tassista al
Frankenpost ”. Schumi ha percorso 30 chilometri come se non ci fossero curve, ha fatto dei sorpassi incredibili». La portavoce dell’ex campione della Ferrari precisa che il pensionato d’oro – testimonial di una serie di campagne per la sicurezza al volante – è sì andato veloce, ma non ha infranto nessuna regola del codice della strada. Di sicuro, in macchina, non si è spaventato nessuno: non la moglie Corinna, non i figli Gina Maria e Mick, e, pare, nemmeno il cucciolo di pastore australiano che la famiglia era andata a prelevare (partendo dalla Svizzera) a Gehuelz, una piccola città a Est di Coburgo. Era quella la ragione della gita, il regalo di Natale ai figli di Schumi. In ogni caso, l’obiettivo è stato ovviamente raggiunto: il sette volte campione del mondo, ancora abile nel confronto con i cronometri come si è visto nei test da supercollaudatore con la Rossa, non solo ha preso l’aereo in tempo, ma c’è stata anche la (discutibile) colazione al Burger king. Oltre che la consegna a Yilmaz di 40 euro di mancia.
Da quando è in pensione, Schumi non molla il volante neanche a pagarlo: nel divertente spot comparso sulla tv tedesca, a forza di domande e consigli, si fa cedere il posto alla guida da un esasperato Kimi Raikkonen. Sono fatti così i campioni: colpiti da uno strano virus che li costringe a portarsi il lavoro a casa. Paolo Milanoli, spadista, ha raccontato di essersi divertito a disputare duelli veri. Frank Vandenbroucke, nell’agosto 2006, è salito in bici e si è messo a gareggiare in incognito travestito da amatore. Zinedine Zidane giocava di sera partitelle in strada con gli immigrati maghrebini. Dino Meneghin e Dodo Rusconi sono andati in giro a far canestri (e danni): «Io guidavo – racconta Meneghin ”, Dodo Rusconi era al mio fianco: dovevo pagare il pedaggio mettendo le monete nel cestello. Dodo, invece di passarmele, al grido di ”’gancio’’ ha provato a far canestro lanciando le monete dal finestrino, scavalcando la macchina. Risultato: neanche una è finita nel cestello, noi non ne avevamo altre, la coda di auto ha cominciato a suonarci, un disastro ».