Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2007  dicembre 12 Mercoledì calendario

DAL NOSTRO INVIATO

MAZARA DEL VALLO – finito alle quattro del mattino il faccia a faccia fra il discusso pentito Giuseppe D’Assaro e la ex moglie Rosalba Pulizzi, da lui accusata di aver sequestrato la piccola Denise. Tutti a casa in un’alba che ha lasciato il procuratore della Repubblica di Marsala Silvio Sciuto senza un elemento concreto per procedere. Perché ogni parola di questa gola profonda sbatte contro i robusti alibi della Pulizzi e degli altri indagati. Compresa la figlia Giovanna che la donna ha avuto con D’Assaro, peraltro bollato come «non attendibile » dai magistrati antimafia di Palermo.
Nel mirino di indagini obbligate da rivelazioni ancora senza riscontro ci sono quindi questa giovane donna e il marito Antonio Cinà indicati come i carcerieri di Denise. D’Assaro sostiene di averla vista viva nel marzo di quest’anno in casa loro, a Palermo, in via Altarello, in una palazzina a due piani con la facciata arancione, per la festa di compleanno di uno dei suoi due nipoti, i bimbi della figlia Giovanna. Non solo, ma D’Assaro punta il dito contro la figlia e il marito come complici della sua ex moglie. Al punto da custodire in quella casa con i fiori ai balconi per un anno, forse due, la piccola infine morta perché bombardata di tranquillanti.
Epilogo drammatico negato da tutti i protagonisti di questo intrigo. E anche dai vicini di casa Cinà. «Tutti conoscono Denise, le foto si vedono sempre in Tv, l’avremmo riconosciuta», assicura un inquilino di via Altarello.
Pur con il dubbio che D’Assaro abbia lavorato per alcuni aspetti di fantasia, è necessario approfondire ogni ramo dell’indagine. Per questo ieri anche i bimbi della coppia e altri ragazzini presenti alla festa di marzo sono stati ascoltati con l’aiuto degli psicologi. A Mazara del Vallo cresce intanto l’ansia della madre, Piera Maggio, certa che Denise sia viva, ma cosciente che lo sfondo del sequestro sia l’intrigo familiare: una vendetta per avere messo al mondo la piccola dopo una relazione con Piero Pulizzi, l’autista che non riuscì a placare l’odio montato tra i suoi stessi parenti. A cominciare dalla figlia Jessica, nata dal primo matrimonio, e da sua sorella Rosalba. Accusate adesso da quel singolare pentito che finora non prova quanto dice. Anche se agli atti campeggia una lettera da lui ricevuta nel 2005 mentre era in carcere e scritta dalla Pulizzi con un equivoco riferimento a Denise. Solo un vago indizio.
Scomparsa Denise Pipitone
Felice Cavallaro

LA STAMPA 12/12/2007
MARIA CORBI
MARIA CORBI
INVIATA A MAZARA DEL VALLO
Si dispera Rosalba D’Assaro, la zia naturale di Denise indagata per il concorso nel sequestro della bambina. «Non la conoscevo ma era sempre mia nipote», ripete come una litania questa donna, 47 anni sulla carta di identità, molti di più sulla faccia segnata dalla fatica e da questi ultimi giorni di paura e angoscia. Il suo avvocato spiega che la signora ha chiarito la sua posizione in procura a Marsala ma che certo è molto provata da quello che sta accadendo. Ieri non è andata a lavoro, domestica in una delle famiglie più in vista di Mazara, ed è rimasta chiusa in casa dove vive con il fratello Piero, padre naturale di Denise, l’uomo attorno a cui ruota questa tragedia di vendette, gelosie e odii familiari. Con una vittima incolpevole, Denise.
In paese descrivono Rosalba come una brava donna incapace di fare del male. La sua datrice di lavoro le ha confermato l’alibi: il giorno della scomparsa di Denise è rimasta a casa sua a preparare una cena a base di pesce. Ma nonostante questo l’ombra del sospetto è calata come una nube fosca, carica di cattivi presagi, su questa donna, su sua figlia e sul genero, indagati anche loro, sempre per concorso in rapimento. Accusati dalle parole dell’ex marito di Rosalba, il padre di sua figlia, Giuseppe D’Assaro, due omicidi alle spalle e una carriera tentata di pentito nel suo futuro. «Non sono stata, non ho fatto niente», ripete lei accusata di concorso nel crimine più infame. «Non conosceva la bambina ma una volta saputo che era la figlia di suo fratello, le si era affezionata naturalmente», spiega la sua avvocatessa Mariella Martinciglio che cerca in tutti i modi di tenerla lontana da questo circo mediatico.
Una svolta nelle indagini tracciata sempre nel solco dei rapporti familiari, sulla scia dei sospetti caduti da subito sulla sorellastra di Denise, figlia di Piero Pulizzi, nipote quindi di Rosalba che oggi rifiuta ogni accusa, ma lo fa, a differenza di Jessica, rinunciando ad avvalersi della facoltà di non rispondere. Scelta apprezzata da Piera Maggio che dice: «E’ bene che abbia parlato, perchè solo così si possono comporre i tasselli del puzzle che porteranno a Denise». Continua a sperare Piera anche se le rivelazioni di D’Assaro degli ultimi giorni (avrebbe buttato il corpo della piccola in mare in una sacca da calcio) hanno lavorato sulle ferite aperte. Per la prima volta in tre anni appare sul punto di crollare. Il fondotinta non riesce a coprire le profonde occhiaie e la forza di carattere, sempre esibita in questa lunga attesa, non riesce ad arginare le lacrime. «Io sento che Denise è viva», dice Piera anche se la sua disperazione non rivela certezze ma un tremendo dubbio.
La sua unica convinzione è sempre la stessa e porta a Jessica, la figlia del suo amante, sorellastra invidiosa dell’affetto del padre per Denise. Tutti questi nuovi indagati sarebbero, allora, personaggi di questa trama, forse intervenuti dopo, o forse solo a conoscenza di qualcosa. Sospetti ancora tutti da verificare dalla procura di Marsala. «Non credo a D’Assaro anche se certamente qualcuno sa come sono andate le cose e lo prego di parlare», dice Piera Maggio.
Resta in silenzio invece il padre naturale di Denise, in una situazione molto scomoda, con una figlia scomparsa e l’altra figlia e la sorella indagate per la sparizione (come anche la nipote Giovanna e il marito di questa). «Non è vero che viviamo insieme», dice Piera Maggio. «Sa perchè non smentisco mai le cattiverie che si dicono su di me? Perchè sarebbe come autorizzare voi tutti a entrare nel mio privato e non voglio. Ormai tutti sanno come stanno le cose, ma se tutti i bambini nati come Denise fuori dal matrimonio dovessero pagare questo prezzo ci sarebbe la strage degli innocenti. E chi non ha peccato scagli la prima pietra».
Gli occhi di Piera brillano di lacrime: «Io parlo solo di Denise perchè solo così posso sperare di ritrovarla. Ho anche un altro figlio da proteggere, ormai un ragazzo, e non voglio ci stia male con tutte queste illazioni». Kevin era un bambino quando la sorellina scomparve, oggi è un adolescente cresciuto nell’assenza di Denise, consapevole di non potere colmare quel vuoto. E’ lui l’altra vittima di questa storia.

Stampa Articolo