Galileo.net, 12 dicembre 2007
Giovane, di sesso maschile e pratica lo snowboard: è l’identikit della vittima potenziale di traumi cranici o a carico del midollo spinale dovuti agli sport invernali
Giovane, di sesso maschile e pratica lo snowboard: è l’identikit della vittima potenziale di traumi cranici o a carico del midollo spinale dovuti agli sport invernali. A tracciarlo è una revisione sistematica di 24 studi compiuti in dieci paesi diversi, operata dalla società canadese ThinkFirst, che si occupa di prevenzione sulle piste, pubblicata su British Medical Journal. ”Abbiamo analizzato i principali lavori pubblicati a livello internazionale tra il 1990 e il 2004, riguardanti il trauma cranico e le lesioni del midollo spinale causati da sci alpino e snowboard” spiega Charles Tator, tra gli autori dello studio e neurochirurgo dell’Università di Toronto in Canada. Sebbene gli studi fossero condotti con criteri differenti, emergono risultati comuni. L’incidenza di lesioni a carico del sistema nervoso è in aumento a causa di vari fattori: la velocità permessa dalle moderne attrezzature, la ”moda” delle acrobazie e dei salti sulla neve, soprattutto con lo snowboard, e la diffusione dei parchi invernali con avvallamenti e dossi artificiali. La maggioranza degli incidenti avviene tra chi pratica lo snowboard: l’incidenza sia di trauma cranico sia di danni al midollo è circa sei volte più alta rispetto allo sci. In uno dei lavori si evidenzia che le lesioni a carico della spina dorsale nello snowboard sono soprattutto dovute ai salti e che l’età media dei feriti è di 22 anni (mentre nello sci è di 35). I traumi cranici sono la causa di morte più comune tra chi pratica gli sport invernali. Sono responsabili del 67 per cento degli incidenti fatali che coinvolgono bambini. Da tutti gli studi emerge che l’uso del casco riduce il rischio di danno alla testa in una misura che va dal 22 al 60 per cento senza provocare danni al collo, come era stato insinuato. In Italia l’uso del casco è obbligatorio per i minori di 14 anni dal 2004 ed esiste un sistema di sorveglianza degli infortuni in montagna del Reparto Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità (Si.mon). I dati aggiornati sono stati appena presentati durante una conferenza stampa e commentati alla luce dei recenti incidenti, l’ultimo dei quali è costato la vita a due snowboardisti il 4 dicembre scorso. Magra consolazione: secondo il nuovo rapporto, sulle piste italiane il numero degli incidenti rispetto al 2006 non sarebbe aumentato.