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 2010  novembre 15 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ieri Berlusconi ha telefonato alla convention milanese del Pdl, e naturalmente l’hanno messo in amplifono. Ha detto: «Sono sicuro che il governo otterrà la fiducia sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Se così non fosse, credo che dovremo andare di nuovo a votare, ma solo per la Camera». Sono seguiti attacchi ai giornali, alla Rai e ai professionisti della politica che aspirano a diventare capi del governo e, siccome sanno che il popolo non li legittimerebbe mai, tentano oscure manovre di palazzo.

Si può fare? Dico, di sciogliere solo la Camera e non il Senato?
Articolo 88 della Costituzione: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse». Quindi è teoricamente possibile. La Costituzione non precisa se il parere dei presidenti delle Camere sia vincolante o no. E però sarebbe strano che Napolitano sciogliesse la Camera dopo che Fini s’è detto contrario. Questo è un primo ostacolo. Un secondo ostacolo è dato dalla prassi, cioè da quella costituzione materiale che si è andata formando nel corso dei decenni. Non è mai capitato, finora, che il Presidente sciogliesse anticipatamente una sola Camera.

Questo impedisce che si possa fare?
Chi lo sa. Come può immaginare è una materia complicatissima. Certo la Costituzione materiale, cioè quella che si è andata formando in seguito agli atti effettivamente compiuti da ciascun soggetto istituzionale nell’ultimo mezzo secolo, non è priva di valore. Anzi: in Inghilterra non c’è mai stata una costituzione scritta e ci si regola in base al common law, cioè alle sentenze e ai comportamenti materiali che hanno fatto giurisprudenza. Da noi, è diverso, anche se, per esempio, l’abitudine del presidente, quando c’è una crisi, di sentire gli ex capi dello Stato, non è fissata dalla Costituzione: è una prassi che si è andata consolidando negli anni e dà certezza ulteriore alle decisioni assunte. Ora, sciogliere le Camere perché una delle due non dà la fiducia al governo sta nella prassi? No, non ci sta. Anche perché i costituenti scrissero la nostra carta avendo in mente un sistema elettorale proporzionale, e la proporzionale non ha mai determinato una differenza troppo sensibile di consenso tra un ramo e l’altro del Parlamento. Questa differenza è venuta fuori col Porcellum, che ha criteri diversi nell’assegnazione dei premi di maggioranza e quindi può rendere precario in una camera un governo che è solidissimo dall’altra parte. È capitato a Prodi (debole al Senato), sta capitando a Berlusconi (debole alla Camera).

Berlusconi e il Pdl insistono molto sul concetto che la fiducia va discussa prima al Senato e poi alla Camera. Perché?
Se Berlusconi si presentasse prima alla Camera, e non ottenesse la fiducia, non avrebbe bisogno di andare al Senato: dovrebbe salire subito al Quirinale. Basta infatti il no di una delle due assemblee per farlo cadere. Se invece va prima al Senato, ottiene la fiducia, e poi va alla Camera e viene bocciato, raggiunge, pur entrando in crisi, due risultati. Primo: è autorizzato a chiedere il solo scioglimento della Camera, procedura che oltre tutto gli permetterebbe di liquidare Fini dalla presidenza. Secondo: avrà la prova provata che non esiste nessuna maggioranza capace di sostenere un governo. Risulterebbe infatti che al Senato la maggioranza è la sua, mentre alla Camera è di qualcun altro. Dunque, il Capo dello Stato non avrebbe da perder tempo a cercare alternative: che si vada alle elezioni. Quello che il presidente del Consiglio vuole impedire adesso è che qualcuno formi un governo dopo di lui. Quella sarebbe probabilmente la sua fine politica. Per ora Berlusconi non vuol sentir parlare neanche di un Berlusconi bis.

La Lega?
Ieri Bossi ha detto: «Secondo me Berlusconi vuole andare al voto, perciò gioca al ribasso. Io giocherei invece al rialzo». Siccome il capo del Carroccio s’è affrettato ad aggiungere: «A me Fini ha detto che non gli dà fastidio vedere Berlusconi fare il presidente del Consiglio, io sto alle sue parole» dobbiamo dedurne che Bossi punta a un Berlusconi bis. Dentro la Lega però ci sono tanti che vogliono farla finita col Cavaliere.

È vero poi che Fini non si opporrebbe a un Berlusconi bis?
Fini ha detto chiaro e tondo che punta alla fine politica del Cavaliere. I suoi hanno preparato una loro mozione di sfiducia, che dovrebbe essere presentata stamattina. I quattro uomini al governo della componente Fli – Ronchi, Urso, Bonfiglio e Mania - si dimetteranno oggi. Quando Berlusconi renderà noti i nomi dei sostituti, Napolitano non gli chiederà di andare in Parlamento a farsi votare la fiducia solo perché prima c’è da approvare la finanziaria. Dopo la finanziaria (più o meno il 15 dicembre) ci sarà la resa dei conti finale. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/11/2010] (leggi)

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