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 2010  novembre 15 Lunedì calendario

Ieri Berlusconi ha telefonato alla convention milanese del Pdl, e naturalmente l’hanno messo in amplifono

Ieri Berlusconi ha telefonato alla convention milanese del Pdl, e naturalmente l’hanno messo in amplifono. Ha detto: «Sono sicuro che il governo otterrà la fiducia sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Se così non fosse, credo che dovremo andare di nuovo a votare, ma solo per la Camera». Sono seguiti attacchi ai giornali, alla Rai e ai professionisti della politica che aspirano a diventare capi del governo e, siccome sanno che il popolo non li legittimerebbe mai, tentano oscure manovre di palazzo.

Si può fare? Dico, di sciogliere solo la Camera e non il Senato?
Articolo 88 della Costituzione: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse». Quindi è teoricamente possibile. La Costituzione non precisa se il parere dei presidenti delle Camere sia vincolante o no. E però sarebbe strano che Napolitano sciogliesse la Camera dopo che Fini s’è detto contrario. Questo è un primo ostacolo. Un secondo ostacolo è dato dalla prassi, cioè da quella costituzione materiale che si è andata formando nel corso dei decenni. Non è mai capitato, finora, che il Presidente sciogliesse anticipatamente una sola Camera.

Questo impedisce che si possa fare?
Chi lo sa. Come può immaginare è una materia complicatissima. Certo la Costituzione materiale, cioè quella che si è andata formando in seguito agli atti effettivamente compiuti da ciascun soggetto istituzionale nell’ultimo mezzo secolo, non è priva di valore. Anzi: in Inghilterra non c’è mai stata una costituzione scritta e ci si regola in base al common law, cioè alle sentenze e ai comportamenti materiali che hanno fatto giurisprudenza. Da noi, è diverso, anche se, per esempio, l’abitudine del presidente, quando c’è una crisi, di sentire gli ex capi dello Stato, non è fissata dalla Costituzione: è una prassi che si è andata consolidando negli anni e dà certezza ulteriore alle decisioni assunte. Ora, sciogliere le Camere perché una delle due non dà la fiducia al governo sta nella prassi? No, non ci sta. Anche perché i costituenti scrissero la nostra carta avendo in mente un sistema elettorale proporzionale, e la proporzionale non ha mai determinato una differenza troppo sensibile di consenso tra un ramo e l’altro del Parlamento. Questa differenza è venuta fuori col Porcellum, che ha criteri diversi nell’assegnazione dei premi di maggioranza e quindi può rendere precario in una camera un governo che è solidissimo dall’altra parte. È capitato a Prodi (debole al Senato), sta capitando a Berlusconi (debole alla Camera).

Berlusconi e il Pdl insistono molto sul concetto che la fiducia va discussa prima al Senato e poi alla Camera. Perché?
Se Berlusconi si presentasse prima alla Camera, e non ottenesse la fiducia, non avrebbe bisogno di andare al Senato: dovrebbe salire subito al Quirinale. Basta infatti il no di una delle due assemblee per farlo cadere. Se invece va prima al Senato, ottiene la fiducia, e poi va alla Camera e viene bocciato, raggiunge, pur entrando in crisi, due risultati. Primo: è autorizzato a chiedere il solo scioglimento della Camera, procedura che oltre tutto gli permetterebbe di liquidare Fini dalla presidenza. Secondo: avrà la prova provata che non esiste nessuna maggioranza capace di sostenere un governo. Risulterebbe infatti che al Senato la maggioranza è la sua, mentre alla Camera è di qualcun altro. Dunque, il Capo dello Stato non avrebbe da perder tempo a cercare alternative: che si vada alle elezioni. Quello che il presidente del Consiglio vuole impedire adesso è che qualcuno formi un governo dopo di lui. Quella sarebbe probabilmente la sua fine politica. Per ora Berlusconi non vuol sentir parlare neanche di un Berlusconi bis.

La Lega?
Ieri Bossi ha detto: «Secondo me Berlusconi vuole andare al voto, perciò gioca al ribasso. Io giocherei invece al rialzo». Siccome il capo del Carroccio s’è affrettato ad aggiungere: «A me Fini ha detto che non gli dà fastidio vedere Berlusconi fare il presidente del Consiglio, io sto alle sue parole» dobbiamo dedurne che Bossi punta a un Berlusconi bis. Dentro la Lega però ci sono tanti che vogliono farla finita col Cavaliere.

È vero poi che Fini non si opporrebbe a un Berlusconi bis?
Fini ha detto chiaro e tondo che punta alla fine politica del Cavaliere. I suoi hanno preparato una loro mozione di sfiducia, che dovrebbe essere presentata stamattina. I quattro uomini al governo della componente Fli – Ronchi, Urso, Bonfiglio e Mania - si dimetteranno oggi. Quando Berlusconi renderà noti i nomi dei sostituti, Napolitano non gli chiederà di andare in Parlamento a farsi votare la fiducia solo perché prima c’è da approvare la finanziaria. Dopo la finanziaria (più o meno il 15 dicembre) ci sarà la resa dei conti finale. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/11/2010]