ROBERTO FIORI, La Stampa 15/11/2010, pagina 23, 15 novembre 2010
Il profumo del tartufo d’Alba seduce la nuova Cina - Ha reso 307 mila euro l’«Asta mondiale del Tartufo Bianco d’Alba», andata in scena ieri al castello di Grinzane Cavour, nelle Langhe, e al ristorante «8 e ½» di Hong Kong, collegato via satellite
Il profumo del tartufo d’Alba seduce la nuova Cina - Ha reso 307 mila euro l’«Asta mondiale del Tartufo Bianco d’Alba», andata in scena ieri al castello di Grinzane Cavour, nelle Langhe, e al ristorante «8 e ½» di Hong Kong, collegato via satellite. All’incanto 13 tartufi, tra i migliori esemplari della stagione piemontese che quest’anno è ottima per quantità e qualità e ha permesso ai prezzi di non lievitare oltre a 250 euro l’etto. Tutt’altre cifre quelle dell’Asta, che da 12 anni vengono devolute in beneficenza. Battitori d’eccezione sono stati alcuni veterani della kermesse come Mara Venier, che non ha esitato a sedersi in braccio ai potenziali acquirenti per incentivare i rilanci, Enzino Iacchetti e Massimo Giletti. Madrine Francesca Senette e Juliana Moreira. I due esemplari più preziosi, dal peso di 900 grammi, sono andati uno a Hong Kong per 105 mila euro, l’altro, composto da due tartufi gemelli, a Grinzane per 100 mila euro, acquistato dall’imprenditore cuneese Antonio Bertolotto, titolare della Marcopolo, azienda specializzata nella trasformazione dei rifiuti in energia. Uno lo donerà al Papa, «paladino dell’ambiente», uno al papà della Nutella, Michele Ferrero, «che tiene alto il nome del Piemonte nel mondo», e un terzo, preso poco prima per 8 mila euro, al Veneto alluvionato e al governatore Luca Zaia. «Non voglio che si pensi che ho soldi da buttare via - ha detto -. Anzi, sono in difficoltà. Sono fiducioso, però, e credo nella green economy. Il tartufo cresce in questa terra perché è sana». Ospite d’onore nel castello il presidente del Senato, Renato Schifani, con il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, il cuoco Gianfranco Vissani e il cantante e produttore di vini Omar Pedrini.Thé al gelsomino, granchi con lo zenzero e tartufo bianco d’Alba. Li trovate al «Peking Garden» di Hong Kong, ristorante tradizionale cinese tra una boutique di Armani e una di Prada in Alexrandra House, il centro commerciale che attrae migliaia di cinesi alla ricerca del «bon vivre» in uno dei quartieri più sfavillanti della metropoli. Poco distante, anche «L’Atelier» di Joel Robuchon ha messo da parte un po’ del solito sciovinismo francese e inserire in menù un’ombrina con zucchini, basilico e tartufo bianco, inevitabilmente italiano. Il motivo è semplice: a Hong Kong il tuber magnatum pico fa proseliti tanto quanto in Piemonte. Se c’era bisogno di una conferma, è arrivata ieri, quando nello stesso complesso dei due ristoranti, ma nell’italianissimo «8 e 1/2» di Umberto Bombana, è andata in scena l’ultima edizione dell’«Asta Mondiale del Tartufo bianco d’Alba», in collegamento satellitare con le Langhe di Grinzane Cavour. Ancora una volta sono stati i facoltosi uomini d’affari dell’ex colonia ad aggiudicarsi (per beneficenza) il lotto più pregiato, spendendo 105 mila euro per un esemplare di 900 grammi che per ora hanno visto solo in tv, essendo stato battuto dalla sede di Grinzane. Arriverà domani, con tanto di conferenza stampa, scortato da un corriere di fiducia albese che poco ci mancherà a dover viaggiare come certi gioiellieri da film, con valigetta e manette al polso. Ma la realtà è che nella metropoli cinese il profumo del tartufo si rincorre da un grattacielo all’altro e conquista chef di ogni nazionalità, soddisfando il palato di gourmet danarosi. «Ogni settimana - dice Umberto Bombana, cuoco bergamasco e "maître à penser" da quasi vent’anni dell’enogastronomia italiana nell’ex colonia - nei ristoranti di Hong Kong vengono "grattati" chili e chili di tartufo bianco. Una decina di anni fa, c’era un solo importatore dall’Italia. Adesso ce ne sono una decina, che ogni settimana fanno arrivare tra i 10 e i 20 chili a testa». I prezzi non sono popolari, ma neppure impossibili: «Proponiamo una serie di piatti a 580 dollari locali, circa 60 euro». Romano Baruzzi, responsabile dell’Ice, allarga il discorso: «L’enogastronomia italiana vive un momento d’oro a Hong Kong, che è un crocevia strategico per i nostri affari in Oriente». Anche i vini si fanno sempre più strada. Merito di una ristorazione di livello e di eventi promozionali come l’«Asta del tartufo», accompagnata da bottiglie di Barolo e Barbaresco. Ieri, a staccare l’assegno da 105 mila euro è stata una donna: Jeannie Cho Lee, considerata la più influente «master of wine» della metropoli, in grado di dettare mode e tendenze. Prima di lei, i pezzi migliori se li sono aggiudicati un finanziere e il proprietario di una catena di otto case da gioco a Macao. A regolare i rilanci, un battitore di Sotheby’s.