Luca Peretti, varie, 15 novembre 2010
ADDIO TELEFONO FISSO?, PER VOCE ARANCIO
Sono lontani i tempi delle polemiche su chi abbia inventato il telefono tra Alexander Graham Bell e Antonio Meucci. Il telefono fisso sta diventando un’apparecchiatura desueta, buona per uffici e aziende, meno per il privato.
Sempre più persone in Italia abbandonano il telefono fisso in favore del cellulare. L’ultima relazione dell’Agcom evidenzia una riduzione del traffico verso la rete fissa dell’1% nel 2009, un dato forse esiguo ma significativo, considerato che sono cresciute nel complesso sia le chiamate vocali (+4,7%), sia la direttrice mobile.
L’80% del traffico telefonico in Italia viaggia oggi sulla rete mobile.
Secondo un rapporto dell’osservatorio internazionale di ricerca Forrester Research, il 21% degli italiani adulti risulta privo di rete fissa. In Europa non c’è nessuno che rinuncia così drasticamente alla cornetta: al secondo posto c’è la Spagna, col 12%, la Francia si ferma al 6. La media nei primi sette paesi Ue è dell’11%. Secondo Cristoforo Morandini, dell’osservatorio Between, la causa è fin troppo banale: «Lo sviluppo del mobile, da noi ai massimi livelli in Europa».
Al Sud solo il 60% possiede un telefono fisso, al Nord, in regioni come la Liguria, si raggiunge il 70-75% di abbonamenti.
Sim card attualmente in servizio in Italia: 150 ogni 100 abitanti.
Forrester Research individua anche quali sono gli utenti maggiormente interessati ad abbandonare l’utenza telefonica fissa. È una questione di costi, soprattutto: opta per l’uso esclusivo del cellulare principalmente chi si sposta molto (e con la vecchia cornetta pagherebbe comunque i costi fissi dell’apparecchio, pur senza utilizzarlo), o chi abita in appartamenti condivisi, come gli studenti. E poi chi naviga male con l’Adsl, o non può attivarla affatto (in Italia il digital divide non è ancor superato), a causa dell’eccessiva distanza dalla centrale telefonica, e quindi ha la banda larga mobile come opzione migliore o come la sola disponibile.
Svantaggi: la qualità del servizio mobile non è sempre all’altezza di quella della rete fissa, sia per affidabilità, sia per prestazioni su internet. Bisogna valutare caso per caso, la telefonia mobile al momento non garantisce una completa copertura su tutto il territorio nazionale e in ogni singola abitazione. La velocità di internet mobile, poi, è inferiore a quella dell’Adsl (e i costi della navigazione sono in genere superiori). È questo che impedisce per ora un eventuale abbandono completo del fisso, almeno da parte dell’utenza casalinga. Per il resto però non ci sono particolari inconvenienti nell’usare soltanto il cellulare, anzi ciò ci permette di avere un numero solo da usare dentro e fuori casa.
Si può sottoscrivere una connessione Adsl ed escludere il telefono fisso. Con internet si possono utilizzare i servizi Voip, cioè quella tecnologia che permette di effettuare una conversazione telefonica attraverso una connessione internet o un’altra rete che utilizzi il protocollo Ip (protocollo di rete a pacchetto). Il più famoso è Skype, e si tratta praticamente di un telefono al computer. Così i costi si abbattono in maniera sostanziale.
Effetto domino: si rinuncia al fisso perché lo fanno amici, parenti o persone con cui comunque si è in frequente contatto, e si può ricorrere alle tariffe agevolate verso lo stesso operatore o verso numeri specifici offerte dai gestori della telefonia mobile.
Gli operatori della telefonia mobile cercano di proporre contratti sempre più favorevoli in modo da poter convincere gli utenti a passare al cellulare abbandonando la rete fissa. In particolare si punta sugli abbonamenti, che spesso includono anche chiamate a telefoni fissi: tutte le più importanti compagnie (Wind, Vodafone, 3 Italia) offrono la possibilità di pagare una certa somma mensile e di usufruire di molti messaggi e minuti di chiamate incluse. Ci sono anche offerte specificatamente dedicate al rapporto con i fissi, come Vodafone casa senza limiti (15 euro al mese includono 3mila minuti di telefonate verso numeri fissi, da fare però solo dall’indirizzo di casa dell’utente) oppure TimxTutti Italy (4 euro a settimana, 2.500 minuti settimanali verso tutti i numeri Tim e fissi nazionali).
Euro 16,08 (Iva inclusa): prezzo del canone mensile di Telecom Italia. Prevista la riduzione del 50% per la cosiddetta clientela agevolata, quei nuclei familiari che rispondono cioè a particolari condizioni di reddito.
Operatori con cui non si paga il canone Telecom: Fastweb, Tiscali, Teletu, Infostrada, TeleUnit, CheapNet (che devono pagare a loro volta un canone per l’accesso alla rete dell’ex monopolista). Due le strade: o l’operatore si occupa di fornire al cliente l’allacciamento alla linea (il cosiddetto ultimo miglio), o il contratto con Telecom è mantenuto attivo ma è l’operatore stesso che se ne fa carico e lo rimborsa all’utente.
Su Facebook fioriscono i gruppi contro i telefoni fissi. ODIO IL TELEFONO FISSO, TELEFONO FISSO = ROGNE, ma anche “Io DETESTO Il telefono fisso [Che squilla sempre troppo spesso]”, dove si evidenzia un altro problema dell’utenza casalinga: il fatto che il numero essendo pubblico può essere usato anche da persone interessate a proporre promozione o vendere qualcosa.
«Io quando squilla il telefono di casa non rispondo MAI. lo so...nn si fa.ma io mi rompooooo o sono quelli che vogliono venderti qualcosa,o quelli delle promozioni,oppure qualcuno che nn senti da 25 anni che si ricorda che esisti e ti telefona per raccontarti cose di cui nn ti frega una cippa» (il creatore di un gruppo contro il telefono fisso su Facebook).
Eppure per qualcuno il numero fisso non solo vale ancora la pena di averlo, ma è un vero e proprio status symbol. Il 212 è il prefisso originario di Manhattan, assegnato nel lontano 1947 alle élite newyorkesi. Il numero era semplice da digitare: sui vecchi telefoni a rotella infatti tolto lo zero i primi numeri erano i più comodi. Oggi è molto ambito anche come numero di cellulare: un 212 si può anche comprare su eBay, dai 600 euro in su, ed ecco che chiunque si può “manhattanizzare”, far finta di essere un abitante storico della zona, non un 646, 947 o 347 qualsiasi («Io non mi sognerei proprio di rispondere a un 917, figuriamoci un 347!» dice Ashley Granata, direttore marketing del portale di moda Fashista).
«Nella tecnologia, l’elemento vintage connota autenticità. E il 212 dimostra che sei un autentico newyorker» (Peter Feld, stratega di web content).
Anche in Italia i numeri hanno una certa importanza, ma si tratta dei prefissi dei cellulari. Secondo Roberto Larocca, direttore divisione consumer di Vodafone Italia, i «347 e 348 sono stati il simbolo dell’apertura del mercato della telefonia mobile», mentre dalla Tim dicono che il 337 è ancora un numero richiesto, ma i sistemi sono impostati per assegnare in automatico i prefissi in uso: quei banali 335, 331, 338, 339, 333...
Dal 2002, con la Mobile Number Portability, anche in Italia si può trasportare da un operatore all’altro il numero: così si può sempre sapere la prima scelta fatta dall’utente, attraverso l’identificazione con il prefisso. Alcuni operatori prevedono la scelta del numero, non il prefisso ma le cifre dopo. Il servizio in genere si paga.
I numeri a sei cifre sono quelli più vecchi. In totale i prefissi possibili per i telefoni cellulare in Italia sono 33: tredici di Tim, nove Wind, sette Vodafone e quattro di 3 Italia.
Secondo un articolo pubblicato sul Wall Street Journal, il 15.8% degli abitanti degli Stati Uniti vive solo con il telefono cellulare e senza il fisso, e il trend è in crescita.
Voixio, il servizio che permette di chiamare per 15 minuti di fila un numero fisso o un cellulare in tutto il mondo. Il servizio è gratuito, ma occorre guardare un breve stop pubblicitario dopo la registrazione, che si fa attraverso il sito www.voixio.com. Alcuni utenti lamentano comunicazioni non perfette e una durata in realtà inferiore ai 15 minuti, ma è comunque un servizio comodo e che non prevede alcuna spesa.