Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I berlusconiani hanno ricominciato a dire che il governo Letta, se il Pd non chiarisce le sue intenzioni, non resterà in piedi. Le intenzioni del Pdl si riferiscono al famoso appuntamento del 9 settembre, lunedì prossimo, giorno in cui la Giunta per le autorizzazioni del Senato si riunirà per decidere se, dopo la condanna definitiva in Cassazione e stando al dettato della legge Severino, Berlusconi può rimanere o no senatore. Il centro-destra vorrebbe sapere dal Pd, in anticipo, le intenzioni di voto. Il Pd per ora ha risposto sbuffando, ma senza ufficializzare una posizione. Lo conta pura e semplice dei senatori presenti in Giunta direbbe che per Berlusconi non c’è speranza: sono ufficialmente contrari alla decadenza solo otto parlamentari (sei del Pdl, una della Lega, uno di Grandi Autonomie e Libertà) contro 15 favorevoli alla decadenza (otto del Pd, uno di Sel, quattro grillini, uno di Scelta civica e un socialista). Ma potrebbe esserci il rinvio della legge Severino alla corte costituzionale, con uno slittamento di almeno un anno del voto sulla decadenza del Cav. Su questo punto, i democratici come la pensano? Ecco quello che vorrebbe sapere Berlusconi prima di decidere (dice) se continuare ad appoggiare l’esecutivo di Enrico Letta oppure no.
• Il quale Enrico Letta, intanto...
Il quale Enrico letta, intanto, sta a San Pietroburgo e rilascia una dichiarazione molto sdrammatizzante: «Io sono ottimista e ho il dovere di essere determinato. Gli italiani aspettano delle risposte concrete e queste risposte possono arrivare. Sono davanti a noi e le raggiungeremo. Penso che i quattro mesi di lavoro che abbiamo alle spalle dimostrino che la maggioranza può lavorare insieme e i risultati raggiunti lo confermano».
• Veramente l’Ocse l’altro giorno ha fatto un quadro da far cadere le braccia: tra tutti i paesi del G7 l’unico ancora in recessione è l’Italia.
Questo sembra importare poco alle forze politiche. Ieri si sono riuniti i senatori del Pdl. Alla fine, Altero Matteoli ha detto: «Chiediamo al Pd delle risposte precise, se ci sono il governo va avanti, sennò non possiamo più stare insieme». Gli ha fatto eco Renato Schifani: «Non siamo pronti a nessuna crisi di governo, naturalmente tutto dipende dal comportamento degli altri partiti. La nostra posizione è chiara. Il partito è unito ed è pronto a qualunque tipo di battaglia». Questi nuovi gridi di guerra seguono un vertice dell’altro giorno di Berlusconi con Verdini e gli altri falchi, al termine del quale si sarebbe deciso di buttar giù Enrico Letta e andare al voto il 24-25 novembre. La filosofia del Cav è: «Tanto ci stanno fregando lo stesso». Il centro-destra, nei sondaggi della Ghisleri, avrebbe tre punti di vantaggio sul centro-sinistra (senza Renzi). Ora, come sempre dal 1° agosto in qua, si tratta di decidere se il Cavaliere fa sul serio o no. Ieri, nei palazzi della politica, si sosteneva che stavolta il centrodestra fa sul serio. Io ho questo dubbio: come può il Pdl far calare la tensione se bisogna persuadere il Pd (lacerato al suo interno) a ricorrere alla Corte costituzionale?
• In altri termini: devono continuare a fargli paura.
Certo. Il modo per perdere tempo - che è poi quello che chiede Berlusconi - c’è. Per esempio ieri dovevano mettersi d’accordo sul calendario dei lavori di questa benedetta commissione e l’accordo non è stato raggiunto. Si deciderà lo stesso giorno 9 quando tenere la seduta successiva. I grillini vorrebbero una seduta a oltranza.
• Come mai non li sfiora minimamente la preoccupazione per lo stato del Paese?
Su questo punto Letta è ottimista. Secondo lui «tutti gli elementi ci dicono che alla fine dell’anno la situazione svolterà e negli ultimi mesi del 2013 cominceremo a vedere il segno più. Sul fronte dei conti la situazione è sotto controllo e vedo il nostro futuro oggi sicuramente in modo più ottimistico».
• L’Ocse non la pensa affatto così.
Secondo l’Ocse alla fine di quest’anno saremo l’unico paese del G7 ancora in recessione. Il Pil 2013 dovrebbe risultare di quasi due punti sotto il Pil del 2012 (-1,8%), con una contrazione nel terzo trimestre dello 0,4 e dello 0,3 nel terzo mentre Germania (+2,4% nel quarto), Francia (+1,6%), Regno Unito (+3,2%) sono andate forte anche nel terzo trimestre. «L’Italia sta uscendo dalla recessione - ha scritto l’Ocse nel suo rapporto - ma in uno scenario denso di incognite, anche politiche». In sostanza i dati ci dicono che le ricette dell’ultimo Berlusconi, di Mario Monti e di questo Letta non hanno funzionato. L’Ocse sostiene inoltre che il quadro europeo, ad onta dei segnali di ripresa, non è poi troppo rassicurante: «L’Eurozona resta vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e sul debito sovrano».
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