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 2013  settembre 05 Giovedì calendario

Scrivere e scrivere bene per comunicare, raccontare, inventare e creare. E’ importante non limitarsi a saper mettere nero su bianco il linguaggio parlato e acquisire la capacità di esprimersi al meglio con la parola scritta

Scrivere e scrivere bene per comunicare, raccontare, inventare e creare. E’ importante non limitarsi a saper mettere nero su bianco il linguaggio parlato e acquisire la capacità di esprimersi al meglio con la parola scritta. E, per riuscirci, la strada principale è leggere e ancora leggere, a qualsiasi età, meglio se fin da bambini o da ragazzi. Ma non certo solo libri scolastici o testi che spesso respingono in quanto magari un bel po’ noiosi. La lettura non è e non può essere percepita come punitiva, e dunque via libera ai fumetti, ai blog, e ai libri che piacciono. E’ il consiglio di Massimo Birattari, traduttore e consulente editoriale, ma anche autore di un paio di "romanzi grammaticali" (che, attraverso il gioco, insegnano a superare le insidie della nostra lingua e di vari libri per ragazzi) e che ora firma per Feltrinelli kids Scrivere bene è un gioco da ragazzi, un corso di scrittura avventuroso e ludico. Una storia che intreccia fantascienza e colpi di scena e che funziona come un videogioco, dal suggestivo nome di "Scriptoria". La trama: uno scienziato inventa una macchina capace di trasformare in realtà tutto ciò che è scritto "bene", ovvero con proprietà di linguaggio e con chiarezza. I giocatori, con l’aiuto del professor Furio Mangiafuoco, sono chiamati a cimentarsi con le parole e, per questo, hanno a disposizione una serie di testi, i più disparati, e se ne devono servire per superare varie prove legate alla scrittura. Se riusciranno a scrivere "bene", il che vuol dire esprimere quel che intendono dire con chiarezza, vedranno vivere i loro bei personaggi inventati in ambienti meravigliosi. Inoltre incassano un vantaggio e passano al livello superiore. Se, invece, scrivono "male, non potranno né abbandonare il videogioco, né tornare a casa. Non è dedicato solo ai ragazzi il libro di Birattari, il romanzo-corso di scrittura si rivela anche una vivace fonte di idee per insegnanti, genitori e per quanti vogliono tentare di trasmettere ai ragazzi la capacità di acquisire una buona proprietà di linguaggio, mezzo di insostituibile efficacia comunicativa. In coda al libro, un capitolo con una serie di esercizi, modellati su quelli contenuti nella storia, ma che mirano a fornire ulteriori suggerimenti: per scrivere sempre meglio. E il gioco continua... È vero che i ragazzi non imparano più a scrivere? I ragazzi scrivono tantissimo, molto più di quanto facessi io alla loro età. È vero però che spesso considerano la scrittura, tra Facebook e sms, un semplice equivalente del parlato, e dunque non pensano nemmeno a controllarla e rivederla. E così succede che gli stessi ragazzi che magari hanno passato il pomeriggio a scrivere al computer si trovino in difficoltà davanti alla scrittura “scolastica”. Le difficoltà possono essere diverse: si arenano sull’ortografia o sulla sintassi, sono frenati da un lessico troppo povero, si impigliano nelle ripetizioni, non riescono a dare coerenza e coesione al loro testo. Probabilmente la cosa più difficile, per molti di loro, è organizzare un testo appena un po’ complesso: trovare i collegamenti sia sintattici sia logici tra i vari temi, argomentare, ricavare una conclusione dalle argomentazioni. Si impara sempre per imitazione. Dunque il consiglio più importante che posso dare è: leggete bei libri, begli articoli di giornale, bei fumetti, bei blog. Quanto è importante scrivere bene? Scrivere bene significa essere in grado di fornire informazioni o istruzioni precise, raccontare ciò che si è visto, sostenere con efficacia le proprie ragioni, fare chiarezza nei propri pensieri. Per questo è importante, e infatti uno degli obiettivi essenziali da raggiungere nella scuola dell’obbligo è (o, purtroppo, sarebbe) saper scrivere. Attenzione: scrivere bene non significa usare parole difficili o una sintassi complicata. Significa prima di tutto esprimersi con semplicità e con chiarezza, in modo da farsi capire. La scrittura è un mezzo per comunicare, e la scuola dovrebbe puntare soprattutto su questo aspetto, proponendo una lingua corretta sì, efficace sì, ma non lontana dal parlato (parlare “bene” e scrivere “bene” vanno di pari passo). E poi la scrittura è un potente strumento per farsi ascoltare, per ottenere l’attenzione degli altri. Un ragazzo può scoprire, a scuola, di avere talento con le parole, ed è giusto che lo coltivi. Il mio libro è un romanzo costruito attraverso una serie di esercizi di scrittura, e fornisce spunti e modelli che possono essere impiegati a scuola o nei testi che un ragazzo scriverà per sé. Magari su Facebook: anche lì, mica è vietato scrivere bene, anzi. Lei è anche autore di due “romanzi grammaticali” per ragazzi, Benvenuti a Grammaland e La grammatica ti salverà la vita. Giocare e imparare, si può? Una volta, durante una presentazione, una mamma mi ha chiesto: Non è che i bambini non imparano la grammatica perché a scuola la insegnano in modo troppo pesante e pedante? Le ho risposto che, secondo me, è impossibile insegnare a scuola la grammatica senza tabelle ed esercizi: lo studio deve richiedere una certa quantità di applicazione, concentrazione, fatica. Io non scrivo libri di testo, e dunque posso permettermi di fare lo spiritoso. Per questo nei miei “romanzi grammaticali” i ragazzi affrontano le insidie dell’ortografia, dei plurali, dei verbi irregolari, della sintassi attraverso giochi e avventure (anche horror), e così ripassano e applicano le regole. La grammatica a scuola, ripeto, dovrà per forza essere spesso noiosa. Ma sono convinto di due cose: la prima è che i bambini abituati alla lettura (una lettura non punitiva) assorbiranno senza accorgersene le strutture grammaticali e sintattiche, e le impareranno più facilmente quando dovranno studiarle sui manuali; la seconda è che gli insegnanti potranno usare libri come i miei per proporre esercizi che non sembrano esercizi, ma giochi e avventure. Massimo Birattari Scrivere bene è un gioco da ragazzi Fetrinelli Kids Pag 171, euro 13