Ignazio Ingrao, Panorama 5/9/2013, 5 settembre 2013
LA PENSIONE DORATA DI BERTONE
Un’abitazione di prestigio dentro le Mura leonine, passaporto diplomatico, auto di servizio e segretario particolare. Confermato nel ruolo di camerlengo e, per il momento, anche in quello di presidente della commissione di vigilanza sullo Ior. Secondo quanto risulta a Panorama, Tarcisio Bertone prima di lasciare la Terza loggia del Palazzo apostolico, sede della segreteria di Stato, è riuscito a concordare con Papa Francesco quella che, se non può chiamarsi «buonuscita», certo appare come una uscita protetta da numerose garanzie. Tutt’altro, insomma, che una pura e semplice defenestrazione. D’altronde il porporato, restando all’interno delle Mura vaticane, può godere ancora della protezione di Benedetto XVI, che lo ha difeso fino all’ultimo. Intatti anche i conti presso lo Ior riconducibili a Bertone e ai suoi più stretti collaboratori; restano al loro posto i suoi uomini più fidati, a cominciare da quelli impegnati sul fronte della sanità cattolica (Ospedale Bambino Gesù e Istituto dermopatico dell’Immacolata a Roma, Casa Sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo), che tanto stava a cuore al porporato.
Confermata la squadra della segreteria di Stato messa in piedi dal cardinale piemontese così come, almeno per ora, la cabina di regia dei dicasteri economici della Santa Sede, composta tutta da «ex pupilli» del salesiano. Crescente la fiducia del Papa pure nel nuovo presidente dello Ior, Ernst von Freyberg, scelto dalla commissione presieduta da Bertone quando Benedetto XVI aveva già dato le dimissioni. Da parte sua, il porporato ha garantito lealtà e fedeltà assoluta a Papa Francesco e ai suoi collaboratori e si è impegnato a non immischiarsi più dal 16 ottobre in poi nel governo della curia.
Il precipitare della crisi siriana ha accelerato il cambio della guardia ai vertici della diplomazia vaticana, ma c’era la preoccupazione di non dare all’esterno l’impressione che avessero vinto i corvi che, negli ultimi due anni, hanno preso di mira Bertone. In questa ottica assume un’altra prospettiva il j’accuse pronunciato dal cardinale ai piedi della Madonna delle lacrime di Siracusa, all’indomani dell’annuncio della sua uscita di scena: Bertone difende il suo operato anche di fronte al Papa, garantisce che non cercherà vendetta nei confronti dei suoi nemici ma è irritato con coloro che, dopo essere stati miracolati da lui, negli ultimi mesi hanno fatto a gara per prendere le distanze e cercare di riposizionarsi.
(Ignazio Ingrao)