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 2013  settembre 05 Giovedì calendario

NOMINE, PRESSIONI E TRATTATIVE. LE CARTE SEGRETE DI GOTTI TEDESCHI —

La guerra interna al Vaticano sullo Ior, le «pressioni» e le trattative per evitare alla Santa Sede il pagamento dell’Ici, i legami con la politica e le manovre per orientare le nomine negli enti statali, la crisi del San Raffaele prima degli arresti dei collaboratori di don Verzè: è l’archivio segreto del banchiere Ettore Gotti Tedeschi a rivelare che cosa è accaduto Oltretevere negli ultimi anni. E non solo. Migliaia di mail e documenti sequestrati per ordine della magistratura napoletana e poi trasmessi ai colleghi di Roma e Busto Arsizio, ricostruiscono i retroscena dello scontro che ha portato fino alle dimissioni di Papa Ratzinger e ora alla sostituzione del segretario di Stato Tarcisio Bertone. Confermando come lo stesso Gotti — che ha sempre avuto un filo diretto con monsignor Georg Ganswein, segretario dell’allora pontefice — sia rimasto vittima della disputa che ha riguardato soprattutto la gestione economica della Chiesa. Ma disegnano anche la tela di rapporti che orienta le scelte dei partiti e in questo caso svelano come sia proprio Bertone l’alto prelato al quale il banchiere si rivolge quando ha bisogno di sostenere la designazione di alcuni dirigenti come la presidente della Rai Lorenza Lei.
La memoria «riservata» sullo Ior
Gotti viene designato al vertice dell’Istituto delle Opere Religiose nel settembre 2009. Una scelta che — come lui stesso denuncerà in seguito — viene osteggiata dal direttore generale Paolo Cipriani, ma soprattutto dal cardinal Bertone. «Temo per la mia vita», scrive nel memoriale che affida alla sua segretaria e soprattutto a padre Georg affinché lo consegni al Papa. E proprio il più stretto collaboratore di Benedetto XVI diventa il depositario delle sue memorie riservate, dei suoi tentativi di cambiare le regole interne allo Ior e rendere trasparente le procedure, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei conti intestati ai «laici». Scrive Gotti il 14 febbraio 2011 in una mail indirizzata a padre Georg: «Caro monsignore, le allego una nota un po’ "sofisticata" che ho scritto per il professor Vian (il direttore dell’Osservatore Romano) per una possibile memoria per il segretario di Stato... In questa nota miro a comparare i patti Lateranensi con la legge Antiriciclaggio. L’intento è di cercare di spiegare con ogni mezzo la opportunità e la bontà intrinseca (non sempre purtroppo apprezzata) di ciò che è stato fatto». In realtà, come si evince da un successivo scambio di mail tra Gotti e Cipriani, le sue convinzioni non sono affatto apprezzate e anzi il direttore generale ritiene che proprio il presidente possa aver influenzato negativamente le valutazioni dell’Aif (l’Autorità di informazione finanziaria della Santa Sede) rispetto alle valutazioni sullo Ior.
Mantovano e Bagnasco
Ad Angelino Alfano Gotti invia alcune «riflessioni» sul governo. Ma è con il parlamentare del centrodestra Alfredo Mantovano che ha un legame stretto e confidenziale, tanto che quest’ultimo gli scrive numerose mail, soprattutto alla vigilia dei dibattiti alla Camera o al Senato su provvedimenti che riguardano i temi etici per ottenere l’approvazione e l’intervento delle alte gerarchie vaticane. E lo saluta «in Domino». Scrive Mantovano il 6 febbraio 2011: «Caro Ettore, perdonami ma sulla questione del testamento biologico vi è necessità che dalla Cei ci sia qualche segnale. So di pareri analoghi a quello che ho cercato di scrivere che stanno giungendo anche da altri al Cardinale presidente. Vorrei far pervenire il mio: hai qualche novità sulla lettera col quale dovrei accompagnarlo? Un caro saluto in Domino». Gotti risponde, suggerisce, modifica. E alla fine Mantovano trasmette il suo documento al cardinale Angelo Bagnasco.
La nomina di Lorenza Lei
L’11 marzo 2011 Gotti indirizza al cardinale Bertone una «nota riservata» attraverso il suo segretario monsignor Lech: «Mi risulta da fonti attendibili che la nomina di Lorenza Lei alla direzione generale della Rai possa trovare ostacoli. Ci sono due ragioni principali: risulta che la dottoressa Lei avrebbe in un paio di occasioni "sussurrato" che "il cardinal Bertone ha ricevuto assicurazioni da Berlusconi sulla sua nomina". Queste dichiarazioni (vere o false in questi termini) hanno però provocato una certa opposizione interna ed esterna a detta designazione "Oltretevere" (pare soprattutto dal vicedirettore Comanducci, in quota Forza Italia designato da Previti); risulta anche che la Lega voglia contare in Rai e cogliere questa occasione di rinnovo vertici per avere un proprio direttore generale. Mi viene detto che il candidato della Lega è l’attuale vicedirettore Marano. Mi parrebbe che per sostenere detta candidatura sia indispensabile interloquire con la Lega. Sono a sua disposizione. Suo Ettore Gotti Tedeschi».
Come evitare l’Ici
Il 30 settembre Gotti invia al cardinale Bertone un documento «riservato e confidenziale di sintesi del problema Ici» e specifica che la memoria «mi è stata suggerita riservatamente dal ministro Tremonti». Sottolinea il rischio che la Comunità Europea, dopo aver avviato «una procedura contro lo Stato italiano per "aiuti di Stato" non accettabili alla Chiesa Cattolica» potrebbe imporre «il recupero delle imposte non pagate dal 2005». E suggerisce «tre strade percorribili: abolire le agevolazioni Ici (Tremonti non lo farà mai); difendere la normativa passata; modificare la vecchia norma». Poi va oltre: «Il tempo disponibile per interloquire è molto limitato. Il responsabile Cei che finora si è occupato della procedura è monsignor Rivella. Ci viene suggerito di incoraggiarlo ad accelerare un tavolo di discussione conclusiva dopo aver chiarito la volontà dei vertici della Santa Sede. L’interlocutore all’interno del ministero delle Finanze è Enrico Martino, nipote del cardinal Martino. Io posso suggerire come interloquire con il commissario Almunia affinché ci possa lasciare un po’ di tempo (fino a fine novembre) e non acceleri la conclusione della procedura». La stessa nota viene trasmessa una settimana dopo, il 7 ottobre 2011, a monsignor Georg con la rassicurazione che le richieste sono state accolte. Scrive Gotti: «Caro monsignor Georg, per sua conoscenza le allego il documento sul problema piuttosto grave dell’Ici che credo di aver risolto, o quantomeno creato le condizioni per riuscirci. Ieri abbiamo parlato con il commissario europeo Almunia che sembra pronto a concedere una dilazione fino a fine novembre, a condizione di ricevere una lettera, che lo spieghi, dal ministero del Tesoro. La segreteria del ministro Tremonti la manderà in questi giorni».
Flick e il crac del San Raffaele
Nel dicembre 2011 c’è evidentemente la percezione chiara che la situazione finanziaria della Fondazione San Raffaele stia precipitando. Il 5 dicembre Gotti chiede a monsignor Georg un appuntamento: «Il professor Giovanni Maria Flick, nella sua qualità di consigliere di amministrazione della Fondazione del San Raffaele, da tempo esprime disagio verso la gestione dell’attuale processo. Questo disagio lo ha anche più volte esternato senza esito. Ieri mi ha chiesto di poter intercedere per poter parlare con lei. La prego di farmi sapere i suoi desideri in proposito». Il collaboratore del Papa non si sottrae, anzi mostra massima disponibilità e alla fine l’incontro viene fissato per la settimana successiva. Al centro del colloquio ci sono i problemi che proprio Gotti ha già evidenziato in una «memoria riservata trasmessa al cardinale Bertone» nella quale descrive «lo stato dell’arte ad oggi» e poi elenca le «prospettive»: «Primo scenario: se non arrivassero offerte o fossero irregolari, il San Raffaele è di Ior-Malacalza. Salvo, soprattutto, approvazione del Concordato da parte del Comitato dei creditori... Secondo scenario: arrivano offerte adeguate e regolari più competitive di quella Ior-Malacalza. Poiché dette offerte superiori rappresentano un vantaggio economico per la procedura, prescindendo da valutazioni di carattere qualitativo degli offerenti, esse vanno apprezzate con grande cura al fine di evitare ogni possibile sospetto di conflitto di interesse degli organi del Consiglio che coincidono con gli offerenti Ior-Malacalza, che detti organi si astengano o meno dalla decisione finale mi pare un aspetto solo formale. Pertanto se una delle offerte potenziali (la migliore) fosse accettata, per semplificare, avremmo perso tempo».
Fiorenza Sarzanini