Alberto Mattone, la Repubblica 5/9/2013, 5 settembre 2013
IL LATO P DI WESTMINSTER
Trecentomila tentativi di accesso ai siti porno: è la febbrile, e non molto lusinghiera, attività online degli uffici di Westminster registrata nel 2012. La notizia sarebbe rimasta nei cassetti del parlamento, se non fosse stato per una domanda posta dall’Huffington Post britannico sul traffico dei computer della Camera dei Comuni e di quella dei Lord. Tra lo studio di disegni di legge, dibattiti e lavori di commissioni, dunque, i membri di Westminster trovano il tempo per cercare di collegarsi ai siti a luci rosse. E sono risultati molto attivi, per motivi ancora sconosciuti, nel mese di novembre con 114 mila tentativi di “aggancio” (solo 15 a febbraio). Non è stato rivelato se i più vivaci siano stati i parlamentari, i lord o i responsabili degli staff. I consumatori hanno subito protestato. E il caso imbarazza il premier Cameron, che della lotta alla pornografia online ha fatto un cavallo di battaglia. «Potrebbe trattarsi di collegamenti involontari attivati da siti pirata», si giustifica una portavoce di Westminster. Che annuncia: «Comunque, non verrà limitata l’attività dei parlamentari di condurre ricerche». Sì, ma su cosa?