Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ci sono nuovi dati sul consumo di droga, messi a disposizione dei giornali dalla Direzione centrale servizi antidroga, e relativi al 2008. Dai numeri viene fuori che l’anno scorso sono morte di droga in Italia 502 persone, uccise soprattutto dall’eroina: 209 decessi contro i 37 causati dalla cocaina.
• Sta crescendo l’uso dell’eroina e calando quello della cocaina?
No, è assodato che l’eroina è passata, o sta passando, di moda e che la droga principe è sempre più la cocaina. Vanno forte anche le amfetamine e i barbiturici in genere. Tuttavia, in base a questi numeri, ad ammazzare è sempre l’eroina. I morti comunque rispetto al 2007 sono diminuiti: nel 2007 furono 606, dunque ci sarebbe stato un calo del 17,16%. Lo dico al condizionale perché si tratta di cifre piccole e quindi passibili di imprecisioni. Nella stessa determinazione delle sostanze che hanno ucciso, per 242 casi non si precisa da quale droga è stata provocata la morte. Il rapporto della polizia ricorda che dal 1973 a oggi i morti per eroina, cocaina eccetera sono stati più di 22 mila. Questa epidemia – perché io considero la tossicodipendenza una malattia contagiosa – ha mietuto sempre più maschi che femmine. Nel 2008: 450 uomini (l’89,64%) e 52 donne (10,36%). Viene anche sottolineato il ruolo sempre più importante che hanno, nel ciclo, i minori. L’anno scorso ne sono stati denunciati 1.124 e arrestati 76 (+8,29% rispetto al 2007). Il rapporto sottolinea anche, con i numeri, l’efficacia del contrasto messo in atto dalle forze dell’ordine: 35.097 segnalazioni all’autorità giudiziaria che hanno portato a 28.522 arresti (+3,18% rispetto al 2007). Segnalati e arrestati sono soprattutto italiani (23.691 persone, il 67,50% del totale). Ma il numero di stranieri coinvolti è aumentato del 6,10%.
• Sequestri di droga?
42.196 chili sequestrati, non si specifica di quali sostanze, ma comunque con un +1,63%. Da questo dato si capisce che la cocaina resta la droga principe: ne hanno sequestrato il 4,66% in più, mentre l’eroina bloccata è diminuita del 30,22%. C’è un boom dell’hashish (+70,24%) e un crollo della marijuana (-47,69%). La polizia ci fa sapere che le mafie adesso producono in proprio, dato che la coltivazione diretta «garantisce guadagni maggiori e meno rischi per il trasporto».
• Senta, ma tutti questi numeri che ci vengono ciclicamente dati… Ci sarà un momento in cui potremo dire: la droga è sconfitta, i vari capi e manovali dei cartelli stanno tutti dentro?
Direi di no. L’ultimo libro uscito sul problema della droga – Luca Rastello Io sono il mercato (Chiarelettere) – spiega che vi sono intere economie nazionali che stanno in piedi solo grazie al commercio della cocaina. Secondo Rastello, i cartelli colombiani investono dieci miliardi di dollari l’anno «nel sistema creditizio della Florida (quarto stato degli Stati Uniti, decisivo per l’elezione di George Bush nel 2000), una cifra senza la quale il tracollo locale sarebbe inevitabile, con conseguenze e ripercussioni su scala planetaria». Secondo un rapporto del Centro di investigazione e sicurezza nazionale Usa «se il narcotraffico venisse debellato, l’economia degli Stati Uniti subirebbe perdite comprese tra il 10 e il 22%, mentre quella messicana vedrebbe un crollo del 63%».
• Significa che c’è una tacita intesa tra narcotrafficanti e governi o polizie?
Qualcosa del genere. Rastello racconta che i cani da droga vengono addestrati dagli stessi «narco» che poi ne fanno gentile omaggio alla polizia Usa. Nel gioco delle parti, è previsto che un certo numero di arresti e di sequestri ci debba essere. D’altra parte, il mondo dei trafficanti di droga pratica da sempre un vasto sistema di corruzione: la droga va trasportata e poi bisogna riciclare il denaro. Tutte operazioni impossibili senza connivenze importanti. Loretta Napoleoni, nel suo Economia canaglia (uscito l’anno scorso per i tipi del Saggiatore), ipotizza che anche le destabilizzazioni planetarie abbiano a che fare col traffico di droga. La dissoluzione della Jugoslavia fu da questo punto di vista una manna. E anche il ritorno della guerra in Afghanistan dopo l’interregno talebano del 2000 ha avuto effetti importanti sui quantitativi di droga prodotti: nel 1990 gli ettari coltivati a papavero in Afghanistan erano 41.300, nel 2004 131.000. Ascesa costante con un solo buco: il 2000, quando il mullah Omar proibì la coltivazione del papavero.
• Come si spiega tutto questo?
Un dollaro investito nella droga ne rende mille. Come scrive Rastello: non è mai esistita nella storia dell’umanità una merce che rendesse tanto. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/5/2009]
(leggi)