Rossana Lacala, Novella 2000, n. 20, 14/05/2009, pp. 8 ཿ 21, 14 maggio 2009
Berlusconi, retroscena di una separazione VERONICA: ORA CALI IL SIPARIO TANTO, IL GELO ERA GIA’ CALATO L’interno è quello di un salotto romano nel 1978
Berlusconi, retroscena di una separazione VERONICA: ORA CALI IL SIPARIO TANTO, IL GELO ERA GIA’ CALATO L’interno è quello di un salotto romano nel 1978. Miriam Raffaella Bartolini, che ha già scelto di chiamarsi Veronica Lario - un omaggio un po’ provinciale alla star Veronica Lake (lago in Italiano, trasformato poi in Lario) - è una giovane attrice di molte speranze e pochi quattrini. Arriva da Bologna - dove ha lasciato la mamma Flora, vedova e commessa della Standa - è bella, riservata, un po’ malinconica. Se Miriam si trova lì nel più classico degli ambienti borghesi è perché l’agente sua, ma anche di Franco Nero, Francesca Rodolfi, chiede a tutti che si portino in giro la sua protetta per farla ambientare nella Capitale. Quella sera nel salotto un cartomante legge i tarocchi agli ospiti, quando arriva il turno della Lario il vaticinio è fulmineo: «Tu sposerai un imperatore e sarai imperatrice». Chissà se a Miriam Bartolini è venuta in mente quella premonizione, quando, il 28 aprile scorso, ha deciso di scrivere all’agenzia di stampa Ansa e mettere a fuoco il suo pensiero sul manipolo di ”veline”, aspiranti candidate per il Popolo della libertà alle prossime elezioni europee: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere», ha stigmatizzato. L’imperatore è ovviamente il marito, Silvio Berlusconi, l’uomo conosciuto nel 1979, e non nel 198O al Teatro Manzoni dove lei era in scena con il Magnifico cornuto al fianco dell’indimenticabile Enrico Maria Salerno, ma a cena in via Rovani, dove il proprietario delle prime Tv commerciali la accoglie: «Scompagnato e mi sembrò single nel modo di porsi ai presenti. La famiglia c’era ma altrove...», racconta nel 2004 la first lady, svelando l’inedito passaggio alla giornalista Maria Latella che ne scrive in Tendenza Veronica (Rizzoli editore). Il legame nasce e rimane nell’ombra proprio di quell’appartamento: Berlusconi, infatti, è sposato con Carla Dall’Oglio, la madre di Marina e Pier Silvio. La separazione arriva nel 1985 e Silvio è munifico: alla ex concede due appartamenti, sei negozi, oltre tre miliardi di lire in obbligazioni Enel e una somma per l’acquisto di una casa in Inghilterra (Fonte Domenica del Corriere). Eppure, una volta libero, lui lo raccontano riottoso al secondo matrimonio. A farlo cedere è Bettino Craxi, su insistenza della moglie Anna, amica di Veronica. In cambio però Silvio chiede all’ex leader socialista di essere testimone delle nozze, un vero sacrificio per Craxi che pare odiasse questo tipo di cerimonie tanto da non partecipare neppure a quelle del figlio Bobo. Infine, nel 1990, Paolo Pillitteri officia il matrimonio civile, marito e moglie davanti ai testimoni Bettino e Anna. Silvio e Veronica hanno già tre figli: Barbara, Eleonora e Luigi. Bisognerebbe rintracciare quel cartomante per sapere dai tarocchi se Veronica ha inseguito il suo destino o gli ha dovuto imporre una sferzata, sino alla richiesta di separazione, che depositerà presto, attraverso il suo legale Maria Cristina Morelli. Una separazione che ha radici lontane, ”la Signora” come la chiama il premier, aveva confidato a Dario Cresto-Dina, vicedirettore di La Repubblica, di averci riflettuto, anzi: «Potrei dire che ci sto pensando da dieci anni e che sono lenta a prendere le decisioni. Non avere compiuto questo passo ha dato risultati molto positivi per i miei figli. Ora sono serena, non ho pensieri di questo tipo...». Tempo un mese e la serenità naufraga. Le ultime gocce che fanno traboccare il vaso sono 15 più una: 15 sono le aspiranti deputate al parlamento europeo provenienti dallo showbiz, ”il ciarpame senza pudore”; più una, Noemi Letizia, la diciottenne di Portici che chiama ”papi” il premier. Veronica, davanti ai giornali che riportano la carrambata del marito alla festa per la maggior età di Noemi, dice: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo compleanno dei suoi figli, pur essendo stato invitato». In effetti le cronache ricordano solo una colazione di 18 anni in famiglia: quelli di Eleonora, festeggiata però a Roma nel 2004 a Palazzo Chigi, quando il premier invita per la prima volta dal 2001, anno di ritorno al governo, tutta la famiglia nel palazzo del governo. Insomma, se l’Imperatore non va alla montagna,, la famiglia-montagna va dall’Imperatore. Eppure fra Veronica e Silvio non è sempre stato così. Al londinese Sunday Telegraph, la signora, nel luglio del 1994, da poche settimane first lady per la prima volta, confessa: «Non discutiamo mai di politica, parliamo d’amore. Anche se siamo insieme da quindici anni, ogni volta che torna a casa è come se fosse la prima volta. Entra, mi sussurra qualcosa all’orecchio... Si comporta come se fosse ancora un giovanotto: lavora moltissimo, è totalmente immerso nel suo ruolo e ama considerarsi alla stregua di un guerriero… Sono molto fiera di lui...». Ma quando l’intervistatrice le chiede se pensa di conoscere il marito, Veronica risponde con una nota di premonitrice sincerità: «Certe volte, quando lo prendo tra le braccia, sento di conoscerlo veramente. Ma è una fuggevole illusione». Perché una fuggevole illusione? Perché Veronica è la giovane moglie di un signore con fama di tombeur de femme. E ne è sanamente gelosa. Sulla gelosia di Veronica si è molto chiacchierato, come molto si è chiacchierato della vita romana di Silvio. Prima nell’appartamento di via dell’Anima, poi a Palazzo Grazioli quando, nel 1996, Berlusconi scopre una ”cimice”, che controlla le sue conversazioni. Il battage mediatico, lanciato dal premier è assordante. E qualcuno azzarda all’epoca che l’ascoltatrice sia Veronica. Gli anni della politica stanno già complicando la vita coniugale e familiare. Berlusconi dal lunedì al venerdì sta a Roma, Veronica e i bambini nella villa di Macherio, dove la first lady alleva i figli nello spirito di Rudolf Steiner: pochissima Tv, musica, etica nelle relazioni personali, studio e attenzione alla natura. Veronica non ha bambinaie e nella villa che fu di Luchino Visconti ha voluto un orto biodinamico, anticipando di vent’anni Michelle Obama, ma seguendo il solco di una cara amica ambientalista da sempre, Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fondo ambientale italiano ed ex proprietaria del Corriere dello Sera. Berlusconi dunque sta sempre più a Roma. Sul Corriere della Sera è sempre Maria Latella a raccontare che, nel Natale del 1996, Berlusconi rientrando, tutto intabarrato, in villa non viene riconosciuto dal piccolo Luigi. La cosa gli dispiace così tanto da convincerlo a correre ai ripari: una vacanza in Messico con tutta la famiglia, la prima. Il tempo passa però e il tran tran prende il sopravvento: lei si ritira sempre più nella sua casa, lui lavora e parla, parla e lavora. E costruisce il suo grande ritorno al governo. Nel 2000 Silvio approfitta di ogni momento per dichiarare il suo grande amore per la moglie. A Telecamere(RaiTre) nel marzo racconta: «Mi sono innamorato di lei la prima sera che l’ho vista al Teatro Manzoni. Fu un colpo di fulmine e ne sono innamorato più di allora. Fui subito colpito dal suo aspetto fisico e dal suo modo di recitare. La conobbi quella sera stessa e mi colpì anche la sua personalità. Da allora non ho avuto mai, mai, mai a pentirmi...». Eppure nel maggio del 2001, quando Berlusconi si appresta a diventare per la seconda volta premier, Veronica è sempre più lontana dalla politica, tanto che si inizia a parlare di lei come di un’anti-first lady. Posizione che non smentisce, anzi a urne appena chiuse mette le mani avanti: «Sono una moglie non una militante». E questa sua autonomia di giudizio la fa amare a sinistra ma soprattutto a destra: a Copparo, nella bassa ferrarese, si conta una sezione di Forza Italia intitolata a lei e Giuliano Ferrara sul Foglio dei Fogli - di cui la signora è azionista - le dedica un fondo che attacca così: «Noi berlusconiani tendenza Veronica, vi diremo come votiamo». La vita di Veronica prosegue in un silenzio assordante con qualche rara comparsata mano nella mano con il marito: come nell’agosto 2001 a Porto Rotondo, quando cercano di fare shopping in una gioielleria trovandola chiusa o a Milano in autunno per una visita alla stamperia sul Naviglio amata da grandi artisti. Niente, dunque, sembra scuotere la pax familiare. Ma nell’estate del 2002 arriva la prima padellata: il settimanale Oggi pubblica foto del premier mano nella mano con la venticinquenne segretaria Francesca Impiglia. Veronica si irrita. Lui tira avanti e nell’ottobre 2002 riserva a Veronica una sorpresa, che manda in frantumi la sua oramai proverbiale riservatezza. Nel corso della conferenza stampa tenuta in occasione dell’incontro con il premier danese Anders Fogh Rasmussen, uno dei rari sirenetti della politica europea, Berhsconi afferma: «Rasmussen è il primo ministro più bello dell’Europa. Penso di presentarlo a mia moglie perché è anche più bello di Cacciari. Con tutto quello che si dice in giro... Povera donna...». Cacciari è Massimo Cacciari il filosofo e sindaco di Venezia, docente peraltro di Barbara Berlusconi all’università. Veronica non replica, Cacciari sì: «Non capisco cosa significhi. Mi sembra una stupidaggine totale». II capitolo si chiude così, ma forse niente sarà più uguale a prima da questo momento: la gaffe, che nelle intenzioni serve a mettere una pietra su un pettegolezzo che gira, è la prima di una serie che coinvolgeranno la moglie. Che tace e coltiva la sua autonomia di pensiero. Così nel 2003 la troviamo pacifista sulla rivista Micromega, a elogiare il movimento contro l’attacco Usa all’Iraq di Saddam, attacco sostenuto dal governo Berlusconi. Nel 2004 a chi le chiede se è vero che il lifting agli occhi Berlusconi lo ha fatto perché lei gliel’ha chiesto, risponde «di non saperne niente, la scelta è la sua». L’8 aprile 2005 in un’intervista al Corriere della Sera, a pochi giorni dal referendum sulla fecondazione assistita, la first lady si esprime a favore di tutti e quattro i quesiti del referendum dicendo di temere, in caso di divieto delle tecniche di fecondazione assistita in Italia, il ricorso ai viaggi in Paesi esteri, che «meno scrupolosi, potrebbero consentire qualsiasi cosa». La Lario aggiunge anche che: «Non andare a votare significa non voler affrontare il problema. Essere chiamati al voto, invece, impone dl informarsi, magari in linea con le proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche. L’importante è non fingere che il problema non esista». Il marito non dice nulla, ma probabilmente cova in sé il risentimento dell’italiano medio verso le donne che come veronica hanno un punto di vista e lo esprimono. Quando arriva l’estate del 2006, quella da dimenticare perché Romano Prodi si è ripreso il governo, Berlusconi si cconcede qualche margine di vita privata e sorprende la moglie con un effetto davvero speciale. A luglio la Signora compie 50 anni e va a Marrakech con Luigino. In attesa degli altri figli festeggia a cena con le amiche, quando all’improvviso da un gruppo di danzatori berberi se ne stacca uno con in mano un cofanetto blu. Le si avvicina, la invita a danzare, lei lo respinge dura, lui si toglie il velo: è Silvio, con un regalo stellare, una collana. Veronica resta senza parole e piange, pensando forse che non tutto è perduto. E invece... Quella sarà l’estate della trentina di pullover celesti di cachemire e delle pila di camicie blu, tutte uguali. L’azzurro è il colore di Forza Italia. E tutti capiscono che il Cavaliere sta per ripartire. Donne comprese, che si dice abbiano sempre buona accoglienza a Palazzo Graziali. Veronica lo sa, le amiche cercano di proteggerla dicendo di non sfogliare giornali, di non dare retta alle voci e ai siti. Ma come si fa a evitare di buttare gli occhi sull’intervista di Dagospia a Fabrizia Carminati, una delle prime vallette di Canale 5, che ricordava una storia dei primi anni Ottanta con l’allora re delle tivù («romanticismo?» «10 e lode». «Dolcezza?» «10 e lode». «Simpatia?» «10 e lode. Anche a letto era da 10 e lode»), ma un incontro più recente: «Due anni fa mi candido alle Europee per Forza Italia e lui invita tutti ad Arcore per un incontro politico. Ritorno nella villa a distanza di oltre 20 anni, saluti, baci e abbracci di cortesia, poi si avvicina all’orecchio e, senza farsi sentire dagli altri, mi sussurra: ”Comunque, sei sempre una bella f…”». Veronica non gradisce, ma incassa. Cosa che però non fa il 31 gennaio 2007: la first lady invia al quotidiano La Repubblica una lettera nella quale richiede al marito pubbliche scuse per le frasi galanti rivolte ad alcune signore presenti alla cerimonia dei Telegatti di qualche giorno prima. Le signore erano Aida Yespica, alla quale Silvio si rivolge dicendo «con te andrei ovunque, anche in un’isola deserta..»; Melissa Satta, abito quasi inesistente sul retro e tanti sorrisi al Cavaliere: «Vedo che ha risparmiato sul sarto, signorina. Guardi che conosco suo padre, domani lo chiamo, è avvertita...». E infine lei, Mara Carfagna, alla quale si rivolge dicendo: «Se non fossi già sposato la sposerei subito». Veronica verga parole di piombo: «Scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: ”Se non fossi già sposato la sposerei subito”, oppure ”con te andrei ovunque”. Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità - prosegue la lettera di Veronica - affermazioni che per l’età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito e all’uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente». Le scuse del premier arrivano il giorno dopo con una lettera che Berlusconi invia alle agenzie: «Cara Veronica, eccoti le mie scuse... La tua dignità non c’entra, la custodisco come un bene prezioso nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata». Quel che Veronica forse sapeva ancor prima dei Telegatti era ben altro: e cioè che Silvio si concedeva qualche libertà a villa Certosa. Come nella Pasqua del 2007, quando in villa tra gli ospiti ci sono anche cinque ragazze, una foto di quelle giornate appare sull’Oggi e fanno scoprire col presidente Barbara Pedrotti, Valentina Gioia, Flora Canto, Camilla Ferranti e Angela Sozio. L’anno orribile di Silvio si chiude con le intercettazioni di telefonate fra lui e Agostino Saccà in cui girano ancora nomi di attrici, soubrette e ragazze brave e belle da sistemare. A Roma gira la voce che le protette del Cavaliere si riconoscano da due ”regali-segnale”: le Mini Minor e le collanine col ciondolo a farfallina. Sulle prime non c’è conferma sulle seconde sì, almeno a dar credito alle recenti confessioni di una procuratrice legale a Concita de Gregorio, direttore dell’Unità. Il 2007 regala a Berlusconi e alla Lario un solo momento di grande gioia condivisa: il 30 ottobre nasce Alessandro Valaguzza, il figlio di Barbara e del suo compagno Giorgio. Per il bambino bellissimo con gli occhi chiari della Lario i nonni impazziscono, Veronica gli si dedica anima e corpo, Silvio lo adora e se può corre a giocare da solo con lui. La politica ci rimette lo zampino e nel 2008 arriva la riscossa: Berlusconi si riprende il governo, il suo quarto, quello del trionfo di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Ma nell’estate Veronica dice a Maria Latella: «Sarà deluso chi credeva che divorziassi». E tutto sembrava potere continuare così: sabato primo maggio Veronica sarebbe andata a Napoli al concerto del San Carlo con il marito. Non è stato così: e al Corriere della Sera tre giorni dopo ha detto che il problema non è più solo suo. «Bisogna specchiarci in questo Paese, vederlo per quello che è realtà. Un Paese nel quale le madri offrono le figlie minorenni in cambio di un’illusoria notorietà. Un Paese in cui nessuno vuole più fare sacrifici perché tanto la fama, i soldi, la fortuna arrivano con la Tv, col Grande Fratello. Che futuro si prepara per un Paese così?». In quel riferimento alle madri c’è una nota in più di dolore: il 28 aprile, proprio mentre a Roma infuriava la questione delle veline candidate e i giornali raccontavano la storia del party di Noemi, Barbara, incinta al settimo mese, è stata costretta a un ricovero al San Raffaele. Veronica ha dovuto ricorrere alla sua segretaria per dividersi fra il piccolo Alessandro e la figlia. Spossata da troppi pensieri, quel martedì sera Veronica ha chiesto alla fida Paola di fermarsi fino a mezzanotte. Erano le dieci di sera e l’agenzia Ansa stava per diramare il comunicato sul ”ciarpame senza pudore”. L’imperatrice ora è davvero sola: «Un povero soldatino assediato dagli eserciti nemici», pare abbia detto Veronica alle amiche. Accanto, una donna avvocato. Lui, l’imperatore sostiene che lei ha un sobillatore. Ancora non vuole capacitarsi di aver sposato una Signora che ama pensare di testa sua.