Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi e Fini si mettono insieme, nel senso che si presenteranno con un solo simbolo, una sola lista e i candidati mischiati come se avessero fatto una fusione.
• E si fonderanno o no?
E’ assolutamente probabile che a un certo punto si fondino sul serio, verosimilmente dopo le elezioni, dato che troppo tempo adesso non ce n’è. Andranno al voto con la Lega federata, in modo da dar vita a una minicoalizione di due soli simboli: Partito della Libertà e Carroccio.
• E Casini?
Berlusconi gli ha chiesto di entrare. Casini ha detto di no, senza chiudere però la porta a un accordo per il governo, dopo. Il fatto è che questo “dopo”, con la legge elettorale in vigore, si presenta assai problematico.
• Sta dicendo che l’Udc potrebbe addirittura sparire?
Per entrare alla Camera un partito deve raccogliere almeno il 4% dei voti. Se si presenta da solo. L’Udc era accreditata di un 6 per cento. Ma adesso gli fa concorrenza la Rosa Bianca, di Pezzotta-Baccini-Tabacci. E Giovanardi se n’è andato in Forza Italia. Arriverà ancora a questo 4%? Certo, se si coalizzasse con qualcuno la soglia di sbarramento si dimezzerebbe: basterebbe il 2% dei voti. Però la coalizione dovrebbe essere capace di ottenere, nel suo insieme, almeno il 10%. Con chi si può mettere Casini per fare il 10? Un problema, perché la Rosa Bianca è fatta da gente che l’ha mollato, Mastella (che poi vale appena l’1,5) è contestato da un pezzo della sua base che vuole restare a sinistra, Dini è già entrato nel Partito della Libertà, Di Pietro andrà con Veltroni e a tutti gli altri Berlusconi ha spiegato che o entrano nel Partito della Libertà o nisba, vanno da soli, cioè restano a casa. Al Senato, poi, lo sbarramento per il partito singolo è dell’8 per cento, che scende al 3 se si entra in una coalizione. Ma poi questa coalizione deve prendere il 20. In questo momento mi pare che Casini, se non chiede in tutta fretta asilo a Berlusconi, il Senato lo vedrà col canocchiale. Vedi un po’ che effetti produce il cosiddetto porcellum, voluto proprio da Casini.
• Lei già un’altra volta sostenne che questa legge era meno porcella di quello che si diceva in giro.
Intendiamoci: il merito è di Veltroni, che ha deciso di correre da solo sparigliando i giochi di tutti. Ma il porcellum gli va dietro benissimo. Guardi quello che succede dall’altra parte, cioè sul lato sinistro. Il Pdci l’altra volta ha preso il 2,3, i Verdi il 2,1. Devono per forza aggregarsi almeno con Rifondazione, che l’altra volta raccolse il 5,8. Tutti e tre insieme farebbero quindi il 10,2. Ce la farebbero, ma siamo al limite. Per star tranquilli, ci vuole anche Sinistra democratica, cioè Mussi (se non tornerà nel Pd). Devono indicare un candidato premier (sarà Bertinotti) e stilare un programma comune. Se però dovessero rendersi conto che il 10% non è raggiungibile, non potrebbero che confluire in una sola lista (che è quello che vuole Rifondazione) e puntare a superare il 4. Questo per la Camera. Per il Senato, invece, non c’è scelta: o fanno la Lista unica o passerà solo Rifondazione, e con un bottino ben misero. Assisteremo perciò quasi certamente all’unificazione della sinistra.
• Non mi spiego come mai a un tratto la legge elettorale, tanto deprecata, funziona.
Perché la mossa di Veltroni l’ha emendata nel senso voluto dai referendari. Un quadro politico semplificato farà godere del premio di maggioranza soprattutto un partito grande. E renderà la vita difficile specialmente alle formazioni più piccole. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 8/2/2008]
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