La Stampa 8 febbraio 2008, M. C., 8 febbraio 2008
5 domande. La Stampa 8 febbraio 2008. Procuratore Piero Grasso, le inchieste sulla mafia, come quella di ieri, dimostrano che c’è un ritorno nei clan di vecchi padrini
5 domande. La Stampa 8 febbraio 2008. Procuratore Piero Grasso, le inchieste sulla mafia, come quella di ieri, dimostrano che c’è un ritorno nei clan di vecchi padrini. Che cosa accade a Cosa nostra? «E’ gente che in passato è stata condannata, ha poi scontato la pena ed è tornata in libertà, ricominciando però a delinquere. E’ quindi difficile combattere questa organizzazione: è come svuotare il mare con un secchio e per questo serve un’azione martellante e senza sosta. Questi successi danno speranza ed evitano la rassegnazione». Ritiene che qualcosa stia cambiando nella società? «Ci sono commercianti che cominciano a denunciare gli estorsori, giovani che non ci stanno, la Confcommercio che prende posizione». I mafiosi adesso sono schiacciati dall’azione della magistratura? «L’operazione che ha portato alla scoperta dell’asse mafioso è il naturale sviluppo delle indagini condotte negli ultimi anni dalla procura di Palermo, che si sono concluse con le operazioni Grande Mandamento e Gotha, e con la cattura di Bernardo Provenzano e di Salvatore e Sandro Lo Piccolo». Questi arresti sono state tappe importanti per arrivare dunque agli americani? «Il sequestro di "pizzini" di eccezionale rilievo, le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno evidenziato la rinnovata importanza dei rapporti tra le famiglie di Cosa nostra palermitana e la Cosa nostra americana, con particolare riferimento alla famiglia Gambino di New York». In che modo? «Da un lato, si sono ricostruiti viaggi ed incontri negli Usa da parte di esponenti mafiosi palermitani, dall’altro, i vertici di Cosa nostra hanno a lungo discusso, su posizioni contrastanti, la possibilità di consentire ad alcuni appartenenti alla famiglia Inzerillo di ritornare a Palermo». M. C.