Il Messaggero 8 febbraio 2008, FRANCESCA NUNBERG, 8 febbraio 2008
In Rete una blacklist. Il Messaggero 8 febbraio 2008. Si firma come il virus dell’aviaria, H5N1, e le sue intenzioni sono altrettanto perniciose
In Rete una blacklist. Il Messaggero 8 febbraio 2008. Si firma come il virus dell’aviaria, H5N1, e le sue intenzioni sono altrettanto perniciose. Sotto il titolo ”La lista della casta baronale ebraica nella università italiana”, definita poi ”Lista professori ebrei all’università La Sapienza di Roma”, questo sconosciuto, singolo o gruppo che sia, ha inserito nel suo blog sulla piattaforma internet Il Cannocchiale, una lista di nomi di 162 docenti in gran parte ebrei che insegnano alla Sapienza e in altri atenei, da Bologna a Cassino, da Venezia al Politecnico di Milano. A precedere questo elenco che evoca memorie di proscrizione e sterminio, l’autore del blog (forse un cattolico oltranzista, se la prende anche con gli islamici, cita teorie revisioniste, inneggia al ”fratello embrione”, esorta a leggere solo libri italiani, ecc.) ha inserito una serie di deliranti considerazioni contro la ”lobby ebraica”. «Il riferimento all’identificazione culturale del cognome è necessaria - si legge - a dimostrare come un’istituzione pubblica statale rappresentante l’intero popolo italiano sia stata strumentalizzata da una minoranza etnica ideologizzata e culturalmente solidale ad una entità politica extranazionale quale Israele...». E ancora, si parla di una comunità ebraica che «gode dei privilegi e dei diritti della cittadinanza italiana ma che ad essa si definisce estranea», si afferma che «tale concentrazione di professori universitari appare più adatta a essere estrapolata da un gruppo di milioni di individui piuttosto che da una minoranza a rischio di estinzione... In alternativa agli asini volanti potete anche credere che gli ebrei siano più intelligenti...». Una serie di luoghi comuni ritriti che riecheggiano i Protocolli dei Savi di Sion (falso letterario che descrive un ipotetico piano degli ebrei per la conquista del mondo) e che hanno provocato un’ondata di sconcerto, rabbia, preoccupazione da parte dei docenti che hanno passato la giornata di ieri a telefonarsi, scambiarsi e-mail, cercare una strategia comune. Molti di loro avevano firmato due anni fa una petizione contro il boicottaggio dei docenti israeliani da parte di alcuni atenei inglesi e francesi, e in base a quell’elenco sono stati ora ”assimilati” agli ebrei. «Bisogna denunciarli subito», dice Giorgio Israel, docente di Storia della matematica alla Sapienza, uno della lista. «E’ necessaria un’attenta vigilanza sia dei siti internet che delle persone che vi sono dietro. Tenendo conto anche del clima di questi giorni, col boicottaggio della presenza di Israele alla Fiera del libro di Torino, sostenuto dagli stessi che non volevano il Papa alla Sapienza». A proposito di Torino, un appello al presidente Napolitano è stato lanciato ieri da un gruppo di intellettuali e artisti di diverso orientamento (da Allam a Cacciari, da Muti a Salvati) per chiedergli di esprimersi contro ogni discriminazione e di recarsi alla Fiera. Immediata la reazione contro il blog da parte della Comunità ebraica, che oggi sporgerà «formale denuncia alla polizia postale, affinché vengano individuati gli autori di questo farneticante appello con relative liste di triste memoria». «Non è la prima volta - spiega Riccardo Pacifici, vicepresidente e portavoce della Comunità - e ben prima dell’avvento di Internet, che si cercano gli ebrei o presunti tali come capri espiatori dei mali del mondo. Ma adesso si sta passando ogni limite: ci sono stati casi di professori ebrei a cui sono state fatte scritte negli uffici, tentativi di boicottaggio alla cooperazione scientifica internazionale. E’ un clima inaccettabile di minacce: occorre voltare pagina in maniera netta, e ci auguriamo che la solidarietà arrivi soprattutto dalle massime autorità dei nostri atenei». Poi c’è l’annosa questione del controllo su Internet: «Trovare il mio nome nella lista rappresenta un problema - afferma Claudia Hassan, docente di Comunicazione politica a Tor Vergata - perché di questi tempi non mi sento particolarmente sicura. Rintraccio una continuità storica, la lista è nella memoria di ogni ebreo, ma poi mi chiedo anche se sia giusto fare da cassa di risonanza. Se insegui tutto sul web non finisci mai, le menzogne sono talmente tante». Stessi dubbi da parte di Alessandro Ferrara, preside di Scienze della comunicazione a Tor Vergata, non ebreo ma inserito nella lista: « A prima vista la definirei frutto di normale idiozia - dice - Per quanto deprecabile, l’intenzione mi sembra più assimilabile a quello che scrive viva o abbasso nelle latrine dello stadio, che non a chi ha veri strumenti per discriminare. Comunque bisogna capire chi c’è dietro e vigilare». FRANCESCA NUNBERG